Condividi

Time celebra Marchionne: è come Steve Jobs

Il celebre settimanale statunitense tesse le lodi del manager Fiat, apprezzato in America per le sue doti gestionali e per il suo modo di fare – Intanto in Italia siamo giunti alle ore conclusive della trattativa tra Fiat e sindacati sul contratto.

Time celebra Marchionne: è come Steve Jobs

Usa e Italia sono due mondi separati da un oceano. Sembrano abissali le differenze tra l’idea di lavoro e produzione che esiste negli Stati Uniti e quella che vige in Italia. La valutazione sulla figura di Sergio Marchionne è paradigmatica per misurare la differente concezione del rapporto tra lavoratori e imprenditori. Un fruttuosa cooperazione che porta al progresso, che crea posti di lavoro, una visione dell’iniziativa privata come fonte di benessere e di progresso in America; un rapporto conflittuale tra due categorie arroccate nella difesa dei propri interessi in Italia. Le ragioni di questa divergenza sono molteplici e notte a tutti.

Fatto sta che mentre Sergio Marchionne viene celebrato in America come un eroe del lavoro, come un manager geniale, come un benefattore; in Italia è una figura discussa da molti, additato come irrispettoso dei diritti dei lavoratori e, da alcuni, come un anti-italiano. La rivista Time dedicherà al supermanager Fiat un approfondito articolo in cui viene celebrato come “l’uomo che ha salvato l’industria dell’auto”.

Il popolare settimanale statunitense non si preclude paragoni eccellenti: la genialità di Marchionne e la sua capacità di mettere a fuoco i problemi è paragonata a quelle di Steve Jobs. Agli americani piace la fiducia che il Ceo ha dato ai lavoratori e il fatto che con il suo intervento in Chrysler, Fiat sia riuscita a salvare moltissimi posti di lavoro. Anche sulle pagine web del magazine Fortune, Marchionne viene celebrato per la sua figura unica ed eccentrica. Dopo lunghe dissertazioni sul suo inconfondibile stile pratico e formale, che desta sempre molto interesse oltreoceano, gli apprezzamenti vanno tutti alla sua laconica ironia e al suo modo chiaro e diretto di agire.

Nessun organo di stampa in Italia, neanche quelli più lontani da una visione conflittuale dei rapporti di produzione, spenderebbe parole del genere per l’Amministratore delegato di una grande azienda. Quando Marchionne si recò, insieme ad Obama, a Detroit e incontrò i lavoratori Chrysler fu accolto da ovazioni e sterete di mano, una situazione che, a torto o a ragione sarebbe impensabile nella patria della Fiat dove la tensione con sindacati e lavoratori è stata sempre molto alta.

Proprio oggi potrebbe concludersi la trattativa, che va avanti da lunedì scorso, per il nuovo assetto contrattuale degli stabilimenti italiani in vista dell’entrata in vigore, del primo gennaio, del nuovo contratto nazionale di primo livello. Il testo di 150 pagine è attualmente al vaglio dei rappresentanti sindacali e del responsabile delle relazioni industriali Fiat, Paolo Rebaudengo. I punti caldi sul tavolo sono gli scatti e i premi di produzione, straordinari e l’assenteismo dal posto di lavoro. Le trattative si potrebbero chiudere in giornata e se ci fossero slittamenti difficilmente si concluderà dopo l’inizio della prossima settimana. Ancora aperto è anche il confronto tra i sindacati sulla rappresentanza per stabilire i criteri di selezione delle Rsa, che sostituiranno in Fiat le Rsu.

Commenta