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Tim, Labriola: “Sullo scorporo della rete non vedo problemi con l’Antitrust Ue. Closing tra giugno e luglio”

Per l’ad di Tim Pietro Labriola non ci sono dubbi: “Il contratto è vincolate e verrà chiuso, siamo abbastanza sicuri tra giugno e luglio, qualunque cosa succeda al management o al cda”

Tim, Labriola: “Sullo scorporo della rete non vedo problemi con l’Antitrust Ue. Closing tra giugno e luglio”

“Siamo a un punto di svolta epocale nella storia di Tim per come la conosciamo”. Ha dichiarato l’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola all’indomani dei conti in quella che sarà ricordata come “l’ultima call di una società integrata”, in attesa del nuovo piano industriale 2024-2026 previsto per giovedì 7 marzo. Labriola ha enfatizzato i progressi compiuti nonostante le sfide. “Siamo riusciti a migliorare il business domestico e gettare le basi per una crescita strutturale a lungo termine, la direzione è chiara, le attività domestiche stanno andando verso una crescita strutturale. La ServiceCo domestica è ben posizionata per confermare questo trend non solo economico ma anche finanziario”, ha aggiunto il ceo, parlando del futuro dopo la vendita della rete. Al termine della conference call con gli analisti il titolo Tim cresce di circa lo 0,47% a 0,28 euro per azione.

Labriola sui risultati 2023: “Trend positivo per il secondo anno consecutivo”

Tim ha concluso il 2023 con una marcia in più, registrando un aumento dei ricavi del 3,1% a 16,3 miliardi di euro, trainati dalla performance positiva sia in Brasile (+8,2%) che nel mercato domestico (+1,2%), che torna a crescere dopo un lungo periodo. Nonostante un aumento dell’indebitamento finanziario netto, salito a 20,349 milioni di euro, attribuibile principalmente alla dinamica operativa, i numeri preliminari, approvati dal consiglio di amministrazione, hanno evidenziato anche un incremento dell’ebitda del 5,7%, raggiungendo i 6,4 miliardi di euro, confermando così “il trend positivo per il secondo anno consecutivo”, spiega il top manager sottolineando che “non molti ci avrebbero scommesso”. Viene “confermata la traiettoria della crescita domestica, il piano di trasformazione ha un’ottima execution, abbiamo una piena disciplina dei costi” che ci incoraggia a spingerci oltre. In più abbiamo “incassato 750 milioni di fondi Pnrr, sono stati rifinanziati 4 miliardi, il piano di delayering è in linea con le previsioni” e siamo “davvero orgogliosi”.

Labriola: “Contratto con Kkr lo chiuderemo tra giugno e luglio”

Per quanto riguarda la Netco, ovvero la società della rete oggetto dell’offerta di Kkr con il Mef per essere scorporata, Labriola si è detto tranquillo sul closing dell’operazione. “Questo contratto verrà chiuso, siamo vicini alla fine, siamo abbastanza sicuri che avverrà tra giugno e luglio. Il contratto è vincolante, qualunque cosa succeda al management o al cda”, in vista del rinnovo del board. Il ceo poi ha ribadito che non si aspetta problemi in sedi di Antitrust europea. “Per parlare di concentrazione – ha detto – ci devono essere due società che si concentrano, noi stiamo seguendo le indicazioni dell’Unione europea che ha chiesto un player wholesale puro” dunque “non vediamo particolari problematiche”. 

Niente dividendo fino alla vendita della rete

Per Tim non è previsto alcun dividendo neanche per il 2024, sul bilancio 2023. “Inizieremo a valutare la questione una volta concluso l’accordo” su Netco con Kkr, ha dichiarato il cfo Adrian Calaza. “Vedremo un impatto più chiaro quando presenteremo i risultati del bilancio tra un paio di settimane e si rifletterà l’effetto dei dividendi ricevuti in Italia e dal Brasile”, ha aggiunto, facendo riferimento anche alla potenziale distribuzione dell’utile agli azionisti di risparmio.

Uno sguardo al futuro delle tlc

Labriola ha gettato uno sguardo al futuro del mercato delle telecomunicazioni europee, dopo l’apertura dell’Ue a un possibile ammorbidimento verso le operazioni di fusione e di consolidamento nel settore. “Negli Usa e in Brasile funzionano bene con solo tre operatori, mentre in Europa abbiamo oltre 100 operatori e in Italia il mercato è particolarmente impegnativo. Questi numeri parlano da soli”, ha spiegato il ceo secondo cui sarebbe un passo avanti per risollevare un settore in pesante difficoltà negli ultimi anni.

Ma qual è il ruolo di Tim in questo contesto? “Dobbiamo essere pronti. Fino a quando non si concluderà l’accordo su Netco, non possiamo fare altro che osservare, ma una volta che sarà siglato, saremo pronti a svolgere la nostra parte. La situazione attuale è ancora in evoluzione e dovremo rimanere flessibili”, ha concluso.

“Nel 2024 stiamo pianificando di fare qualcosa anche con Kena, qualcosa di diverso rispetto agli altri player, che non è collegato a essere aggressivi in ambito prezzi. Sul mobile – ha aggiunto – stiamo definendo una strategia che comunicheremo nelle prossime settimane e in occasione del Capital market day” ma “non vogliamo accelerare la concorrenza sui prezzi”.

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