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TikTok, sul boom dell’app cinese tante nubi: ecco quali

Il nuovo social network dal successo planetario, che permette agli utenti di diventare mini celebrità, alla stregua di cantanti e attori, desta preoccupazione per quanto riguarda la sicurezza degli utenti e la loro privacy per la sua proprietà cinese – E curiosamente la musica e il divertimento hanno sostituito le notizie, specialmente se scomode

TikTok, sul boom dell’app cinese tante nubi: ecco quali

TikTok è il social network del momento. Il suo exploit sembra inarrestabile: quest’anno l’app cinese è già stata scaricata 614 milioni di volte, soprattutto in India, in Cina e negli Stati Uniti e insidia da vicino Facebook e Instagram che hanno finora vanamente cercato di clonare i suoi successi.

Il boom di TikTok è incentrato sulla condivisione di filmati, dalla durata di 15 o 60 secondi al massimo, accompagnati dalla musica, per far divertire il pubblico digitale, la cui arma segreta risiede nella sfida settimale. Sfida che consiste nel lanciare delle vere e proprie sfide agli utenti, come provare il maggior numero di scarpe e vestiti in 15 secondi. Un modo divertente per attrarre sulla piattaforma più utenti possibili, soprattutto i teenager.

Tuttavia, se da un lato viene apprezzata la leggerezza che ispira questo social, dall’altro TikTok preoccupa, e non poco, per una serie di pericoli nascosti. Anzitutto, sotto il divertimento non c’è nulla: l’informazione e le notizie sui fatti della vita sono scomparsi dall’app. Allarma poi in particolare il target di riferimento: l’app ha un grande successo soprattutto tra i giovani e i giovanissimi, ed essendo il profilo pubblico, è possibile vedere i contenuti degli utenti senza essere iscritti. In questo modo aumenta la probabilità di accettare “amicizie rischiose”.

Tra gli utenti attivi la maggior parte sono ragazze, anche di 6-7 anni, che postano video provocanti, cercando la perfezione attraverso l’applicazione di filtri di bellezza per nascondere i propri difetti. Un altro modo per il cyberbullismo di manifestarsi, insieme alla possibilità di essere adescati da pedofili come è successo pochi giorni fa a Modena, dove un genitore ha denunciato un uomo dopo aver letto una serie di messaggi inopportuni inviati al figlio tramite TikTok.

Altri Paesi hanno espresso preoccupazione per quanto riguarda l’uso di TikTok da parte di ragazzi così giovani e facilmente influenzabili. Per esempio, il governo indiano ha deciso di bloccare l’app sul tutto il territorio nazionale, in quanto considerata una vera e propria istigazione alla pornografia e alla violenza.

Dal cyberbullismo alla pornografia e pedofilia, il quadro sembra essere già completo, eppure ci sono altre accuse mosse nei confronti della piattaforma cinese. Infatti, poco meno di un anno fa l’app è stata accusata di aver raccolto dati di minori senza consenso da parte dei genitori per un valore di 5,7 milioni di dollari.

Ma le ombre su TikTok non sono solo queste e la sua proprietà cinese solleva crescenti interrogativi sulle possibili interferenze del regime di Pechino sugli utenti dell’app più popolare del momento.

Qualche settimana fa tre senatori statunitensi hanno richiesto un’indagine sull’alone di mistero intorno alla piattaforma. Le preoccupazioni nascono dall’acquisizione da parte della società madre ByteDance di Musical.ly, un’altra applicazione cinese molto diffusa tra i giovani, che permetteva la riproduzione di video musicali in playback. La fusione di queste due applicazioni ha permesso alla società di superare anche la sua antagonista, Instagram.

Il senatore Tom Cotton, un repubblicano dell’Arkansas, insieme a Chuck Schumer, un democratico di New York, in ottobre hanno chiesto alla comunità dell’intelligence statunitense di valutare se TikTok rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale, compiendo attività di spionaggio governativo. Ipotesi seccamente smentita dal team dell’azienda, che afferma di archiviare le informazioni degli utenti sul server negli Stati Uniti, ma che non può negare di dover comunque sottostare alla legge cinese sulla fornitura di informazioni al governo. Tali accuse erano state mosse anche contro altre società cinesi, tra cui Huawei, ed è evidente che l’origine cinese di TikTok non aiuta a dissipare i sospetti.

Non a caso il senatore repubblicano Marco Rubio ha accusato l’app di censurare contenuti non in linea con il governo cinese. Nella lettera, ha riferito che c’erano state domande sul perché avesse così pochi video delle recenti proteste di Hong Kong.

I senatori ritengono, inoltre, che TikTok possa costituire un potenziale bersaglio di influenza straniera per le campagne elettorali, simili ai tentativi della Russia di minare le elezioni statunitensi del 2016 su Facebook.

Tutte accuse negate dalla ByteDance, che ha affermato di non poter commentare i processi normativi in atto, ma ha chiarito di voler collaborare con il governo americano per non perdere la fiducia conquistata dal pubblico. Inoltre la società insiste sul fatto che nessuno dei dati dei cittadini americani è stato condiviso con il Partito Comunista Cinese e che essa non opera alcun tipo di censura in base a “sensibilità legate alla Cina”.

In base all’esito delle indagini, ByteDance potrebbe essere costretta a vendere le sue attività negli Stati Uniti, come successe per Grindr, un’altra app di origine cinese che dovette cedere alle pressioni americane in quanto accusata di aver messo in pericolo milioni di dati sensibili.

Insomma, il successo di TikToK è enorme ma sta diventando anche fonte di guai crescenti.

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