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Telecom: Cda con un occhio su Telco

Secondo l’ad Patuano sarà una riunione normale, ma i consigli di Telecom Italia non sono mai di ordinaria amministrazione. Soprattutto se si pensa che, quasi in contemporanea, si riunirà il vertice di Telco, la holding che detiene il 22,4% del capitale – Dopo la disdetta dei soci italiani, si tratta di capire quel che intende fare Telefonica.

Telecom: Cda con un occhio su Telco

Per l’ad di Telecom Italia Marco Patuano sarà un consiglio dedicato per intero all’ esame del bilancio 2013 e all’andamento della prima metà dell’esercizio in vista della riunione di metà agosto sui conti che, parola di Mediobanca Securities, potrebbero offrire qualche nota di conforto per gli azionisti: la concorrenza sulle tariffe del mobile si fa meno aggressiva, l’ex incumbent potrebbe riservare qualche lieta sorpresa . Patuano, poi, coglierà l’occasione per informare i soci sull’ultimo conflitto che oppone TI all’ Agcom. “Siamo pronti a far ricorso, ha dichiarato, contro un aumento retroattivo”. 

“Faccia pure, la giustizia è lì per essere adita – ha replicato Angelo Cardani, presidente dell’agenzia delle comunicazioni – Patuano fa dichiarazioni roboanti ma fare ricorso è un suo diritto”. Cardani ha aggiunto che quella sulle tariffe “è una consultazione pubblica, tutti manderanno commenti e forse lo farà anche Patuano”.

A parte questa polemica a distanza, la vigilia del cda, tutto sommato, è stata all’insegna della calma piatta, la stessa che regna sul titolo in Borsa, che ha  chiuso a +0,38%. Eppure, si sa, i consigli di Telecom Italia non sono mai di ordinaria amministrazione. Soprattutto se si pensa che, quasi in contemporanea, si riunirà il vertice di Telco, la holding che detiene il 22,4% del capitale.

Certo, i due cda “sono nettamente separati” come ha sottolineato Patuano. Ma non ci vuol molto a capire che, dopo la disdetta dei soci italiani (Generali, Intesa e Mediobanca) la riunione della holding assume un sapore particolare. Si tratta, in sintesi, di capire quel che intende fare Telefonica. Il gruppo spagnolo può procedere allo scioglimento di Telco oppure salire al 100 per cento. A complicare il puzzle contribuisce la decisione a sorpresa di Telefonica di vendere la propria quota di convertendo, sottoscritta lo scorso novembre. E’ un segnale di disimpegno? O solo, come sostiene Patuano “una dimostrazione di buona fede” nei confronti dell’Antitrust brasiliano? 

In ogni caso, si chiede l’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom, che accadrà a fine anno? “Nei sei mesi dall’annunciato formale scioglimento – scrive l’Asati – Telco avrà ancora il 22.4% delle azioni di Telecom, di cui Telefonica possederà il 15%, il 5% senza diritto di voto. Dopo i sei mesi quel 5% non potrà essere tenuto da Telefonica. Viene spontanea la domanda a chi sarà venduto? E ancora: esistono dei potenziali collegamenti, o sottostanti finanziari possibili con la recente vendita del convertendo ? Il Cda ha chiaro quale sarà lo scenario possibile a fine anno?”.

In realtà le ipotesi sono due: Telco può essere sciolta alla fine di quest’anno o alla scadenza, il 28 febbraio 2015. Facile che gli spagnoli, salvo colpi di scena legati alle decisioni del Cadé brasiliano, mantengano almeno fino ad allora la propria partecipazione diretta del 14% in TI. 

Ancor più probabile che i soci italiani vendano le loro partecipazioni sul mercato nel corso del tempo. In questo contesto, la struttura di controllo di TI è destinata a rimanere instabile per i prossimi 6/18 mesi, che offre spazi di manovra inediti al cda che Asati chiede di sfruttare, In particolare l’associazione torna in pressing per un accordo con Gvt in Brasile e chiede di dare mandato all’ad Marco Patuano per arrivare a un’intesa.

Inoltre, in alternativa alla prospettata vendita delle torri, propone un piano ‘B’ con la costituzione di una società a maggioranza Telecom in cui possano confluire altri operatori tlc e tv. A 70 giorni dalla nomina del nuovo board l’associazione dei piccoli azionisti torna anche a invitare a nominare Lucia Calvosa lead indipendent, nel ruolo prima ricoperto da Luigi Zingales. Sembra però difficile che il board possa soddisfare le richieste. Nella riunione romana di domani non si parlerà di consiglieri indipendenti. 

Il Brasile finirà invece sul tavolo del board ma più per fare il punto sull’andamento di Tim Brasil piuttosto che su eventuali operazioni straordinarie: che si tratti di un asse con Gvt o un’offerta per la controllata brasiliana del gruppo italiano. Dovrebbe trattarsi semmai di una semplice riunione intermedia in vista della semestrale. Quanto al Cda di Telco, invece, servirà solo a valutare le procedure per arrivare alla scissione della holding. Tutto normale, insomma. Ma in casa Telecom la normalità fa già notizia.

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