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Tassi: la Svezia avvia l’onda dei rialzi con un aumento record e le Borse attendono le mosse della Fed

Con un aumento di 100 punti base, la mossa più aggressiva degli ultimi 30 anni, la Banca centrale svedese apre la strada dei rialzi dei tassi, che domani sarà seguita dalla Fed

Tassi: la Svezia avvia l’onda dei rialzi con un aumento record e le Borse attendono le mosse della Fed

La Banca centrale svedese si accinge ad alzare oggi i tassi di 100 punti, la mossa più aggressiva da almeno 30 anni, dando così il via all’onda di rialzi dei prossimi giorni: domani sera sarà la volta della Fed (75 o 100 punti), poi toccherà alla Bank of England, alla Svizzera ma anche al Sud Africa e ad un’altra mezza dozzina di banche centrali. Solo il Giappone, pur alle prese con un tasso di inflazione (2,8%) in salita, confermerà la linea del denaro sottozero, ma annuncia misure per difendere lo yen. L’Unione Europea, alle prese con un aumento del prezzo del pane (+18% in un anno) si prepara a seguire l’onda. Senza illusioni: la Bundesbank prevede recessione, così come gli economisti interpellati da Bloomberg.

Eppure, nonostante tutto, le Borse vivono un pur timido rialzo. E la crescita dei rendimenti sul mercato obbligazionario non si è tradotta in un aumento dello spread. I motivi? 1) La Fed potrebbe trasmettere un messaggio aggressivo, “ma la maggior parte della decisione è già scontata dal mercato, a seguito del forte dato sull’inflazione uscito la scorsa settimana”, scrive Algebris. 2) Lo spread rimane stabile a 226 punti base grazie alla mano della Bce. A luglio Francoforte ha acquistato Btp a piene mani (dieci miliardi in più) a mano a mano che scadevano le emissioni tedesche in carico. E lo stesso dovrebbe esse avvenuto ad agosto e a settembre. La Bce ha in magazzino circa un quarto del debito italiano, contro il 3,5% di dieci anni fa. Numeri che fanno giustizia delle chiacchiere elettorali.

Future positivi, scambi in caduta in Usa

Il quadro dei listini, cauto ma positivo, trova conferma stamane. Le borse dell’Asia Pacifico interrompono una serie negativa di cinque sedute consecutive di ribasso e salgono nella scia di Wall Street che ieri ha vissuto una delle sedute più “magre” dell’anno: meno di 10 milioni di titoli scambiati. Il future dell’indice EuroStoxx 50 sale dello 0,3%, variazione analoga per i future dei listini Usa.

L’auto elettrica traina Hong Kong

L’Hang Seng di Hong Kong segna rialzo dell’1,2% trainato dalla tecnologia (comparto Tech +2,4%). Guidano il rimbalzo i titoli dei produttori di auto elettriche, XPeng +11%. In risalto anche Alibaba +3,5%. Semiconductor Manufacturing International +3%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,3%. Nikkei di Tokyo +0,4%. S&P ASX200 di Sidney +1,3%. BSE Sensex di Mumbai +1,2%.

La banca centrale della Cina ha lasciato invariato il tasso di riferimento. I membri del board della Reserve Bank of Australia (RBA) ritengono che gli argomenti a favore di un rallentamento della corsa al rialzo dei tassi siano sempre più forti. Lo si legge nei verbali dell’ultima riunione.

T bond ai massimi dal 2011

Ieri, sotto la spinta di Apple e Tesla, Wall Street ha chiuso con il segno più: Dow Jones +0,64%, S&P +0,69, Nasdaq + 0,76%.

Il Treasury Note a dieci anni ha sfiorato ieri quota 2,50%, livello che non si vedeva dal 2011, stamattina è a 2,47%. Treasury a due anni a 3,93%, in prossimità dei massimi dal 2007.

L’Ipo Porsche fa bene a Francoforte

Seduta interlocutoria anche per l’Europa. Sale Francoforte (+0,49%) dopo l’annuncio dell’Ipo di Porsche.

Salgono i rendimenti delle obbligazioni: il Btp 10 anni cresce a +4,04%, il Bund di pari durata a +1,78%.

Continua la corsa della borsa brasiliana

L’indice MSCI World è rimbalzato dello 0,5% a 2.580 punti. Ieri si è messa in luce la borsa di San Paolo, indice Bovespa +2,3%. La Banca centrale prevede un ulteriore taglio dell’inflazione nel 2022 grazie alla diminuzione del prezzo dei combustibili favorito dalla nuova politica dei prezzi della compagnia petrolifera statale Petrobras.

Il gas scende fino a 171 euro, grandi manovre sul petrolio

Petrolio in rialzo dello 0,5%. L’Iran non esclude la possibilità di un incontro a margine dell’Assemblea generale annuale delle Nazioni Unite a New York dei prossimi giorni per rilanciare l’accordo sul nucleare del 2015 con le potenze mondiali. Il portavoce del ministero degli Esteri ha affermato che Teheran non ha mai abbandonato il tavolo dei negoziati.

Il Gas europeo è sceso del 3%, a 182 euro per MWh, dopo aver toccato a 171 euro il livello più basso da due mesi. In tre settimane il prezzo si è dimezzato rispetto al picco record di fine agosto a circa 350 euro.

In Piazza Affari: Eni non quota Plenitude, Stellantis fame di chip

Volkswagen insiste sulla quotazione di Porsche, Eni rinuncia per il momento all’Ipo di Plenitude. La quotazione potrebbe essere spostata nel 2023. Le banche d’affari del pool (un gruppo che comprende Goldman Sachs, Credit Suisse, Mediobanca, Unicredit, Barclays, Bank of America, Bnp Paribas, Deutsche Bank ed Equita) stanno comunque continuando a lavorare.

Banca Generali ha annunciato di aver chiuso un accordo di transazione con l’Agenzia delle Entrate: la società pagherà 46 milioni di euro per porre fine alle contestazioni del fisco italiano.Stellantis. Ford ha avvertito ieri sera che il trimestre in corso sarà penalizzato da un miliardo di dollari di extra costi. La stampa francese riporta di uno sciopero in corsa nello stabilimento ex Peugeot di Valenciennes, nel Nord della Francia.

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