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Superbonus 110%, l’attacco di Meloni: “Truffa ai danni dello Stato, costa 3,5 miliardi al mese”. Ma Conte insorge

“I documenti dicono che ci sono 12 miliardi di irregolarità, norme scritte malissimo” – Conte: “Il Governo pensa che gli italiani siano accecati”

Superbonus 110%, l’attacco di Meloni: “Truffa ai danni dello Stato, costa 3,5 miliardi al mese”. Ma Conte insorge

Una “tragedia contabile”, ma anche “una truffa ai danni dello Stato”. Queste le parole usate ieri dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per descrivere il Superbonus 110%, secondo cui è anche a causa dei bonus edilizi del Governo Conte 2 che il Governo attuale non potrà permettersi di spendere e spandere nella prossima Legge di Bilancio e, anzi, è alla disperata ricerca di risorse per finanziare almeno alcune delle misure promesse. All’appello mancano 20-25 miliardi e trovarli non sarà per nulla semplice. 

Meloni sul superbonus 110%: “12 miliardi di irregolarità, una tragedia contabile”

“Non possiamo permetterci sprechi, stiamo pagando in maniera pesante il disastro del Superbonus 110% e invito il ministro dell’Economia Giorgetti a illustrarci i numeri di questa tragedia contabile che pesa sulle spalle di tutti gli italiani. Vi anticipo alcuni numeri: nel complesso dei bonus edilizi introdotti dal Governo Conte 2, compreso il bonus facciate, i documenti dell’Agenzia dell’Entrate ci dicono esserci più di 12 miliardi di irregolarità”. “Alla faccia di chi accusa il centrodestra di essere “amico” di evasori e truffatori – ha aggiunto Meloni -. Grazie a norme scritte malissimo si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato. Noi dobbiamo occuparci di coloro che, per queste norme, ora rischiano di trovarsi per strada”. 

Le nuove regole sul superbonus

Non a caso, lo scorso febbraio, una delle prime mosse dell’Esecutivo targato Giorgia Meloni era stata quella di bloccare la cessione del credito d’imposta e lo sconto in fattura sia per quanto riguarda il Superbonus che per tutti gli altri bonus edilizi. Un provvedimento intrapreso – aveva spiegato all’epoca il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – per risolvere “questo bubbone che si è formato per una normativa definita con leggerezza”. E già dal 2024, è previsto che l’aliquota subirà un drastico calo, scendendo dal 110% al 70%, per poi passare al 65% nel 2025. Potranno ancora usufruire dell’aliquota al 110% per i prossimi due anni solo gli immobili interessati da piani di ricostruzione all’interno dei crateri sismici.

Giorgetti ieri ha rincarato la dose: “Nonostante gli interventi che abbiamo messo in campo, il Superbonus ci costa ancora 3,5 miliardi al mese”, ha detto.  

La dura risposta di Conte

Immediata la replica del “padre del superbonus”, vale a dire del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che nel corso del suo secondo Governo diede i natali alla misura tanto avversata dall’attuale Esecutivo. “Per continuare” nella “direzione nel segno dell’austerità e della ingiustizia sociale – scrive Conte sui suoi social – Meloni e la sua cricca hanno bisogno di strumenti di distrazione di massa, di capri espiatori. La premier costruisce oggi il castello di carte con cui domani giustificherà una manovra improntata agli zero virgola, senza nulla per lavoratori e imprese. È questa l’unica plausibile ragione per cui oggi Meloni è tornata sul passato muovendo ridicole accuse al Superbonus già spazzate via dal Rapporto annuale della Guardia di Finanza e dal consigliere economico del ministro Giorgetti del Mef”. 

“Ma la Presidente Meloni pensa davvero che gli italiani, a partire dai suoi stessi elettori, siano davvero così accecati? Questa è la dimostrazione plastica di un Governo allo sbando, pronto nuovamente a stringere la cinghia alle famiglie e alle imprese italiane. Troveranno sulla loro strada un Movimento determinato ad impedire questo nuovo giro di vite nel Paese”, conclude.

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