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Summit Nato in Galles, al centro dei colloqui Russia e Isis

A Newport, in Galles, una sessantina i capi di Stato e di governo si riuniranno oggi e domani per discutere di due dossier delicatissimi: la crisi ucraina e la guerra in Iraq, dove l’Isis continua a mietere vittime – Intanto, Obama e Cameron avvertono Putin.

Summit Nato in Galles, al centro dei colloqui Russia e Isis

Oggi e domani andrà in scena a Newport, in Galles, il vertice Nato più complesso degli ultimi anni. Una sessantina i capi di Stato e di governo presenti, tra cui non figura il russo Vladimir Putin, dal momento che Mosca non fa più parte della più grande alleanza militare al mondo. Sul tavolo del vertice due dossier delicatissimi: la crisi ucraina, dove il Cremlino è accusato di essere intervenuto militarmente a diretto sostegno dei separatisti filorussi, e la guerra in Iraq, dove l’Isis continua a mietere vittime (è di ieri la pubblicazione di un nuovo video contenente la decapitazione di un altro reporter americano, Steven Sotloff).

Il presidente Obama e e il primo ministro britannico David Cameron si sono schierati insieme a sostegno dell’Ucraina in un intervento congiunto pubblicato sul quotidiano inglese The Times alla vigilia del vertice: “La Russia ha violato le regole con la sua annessione illegale e autoproclamata della Crimea e con l’invio di truppe sul suolo ucraino minacciando e minando le fondamenta di uno Stato sovrano – scrivono i due leader -. Con la Russia che tenta di forzare uno Stato sovrano ad abbandonare il suo diritto alla democrazia e che decide il suo avvenire con le armi, dovremo sostenere il diritto dell’ Ucraina a decidere del suo proprio avvenire democratico e proseguire nei nostri sforzi per rafforzare i mezzi dell’Ucraina”.

Obama e Cameron affermano anche che la Nato dovrebbe allestire una presenza “permanente” nell’Europa dell’ est, sostenuta da una forza di reazione rapida composta da forze speciali terrestri, aeree e marittime, che potrebbero “essere dispiegate ovunque nel mondo in tempi molto rapidi”. I due leader richiamano poi gli altri membri dell’Alleanza atlantica a rispettare l’obiettivo di destinare almeno il 2% del loro Pil alle spese militari, al fine di mostrare che “la nostra risolutezza collettiva è più forte che mai”.

Da Tallin, Obama – in visita per confortare i paesi Baltici che si sentono minacciati dalla Russia – ha avvertito Mosca: “Non si ridisegnano i confini con la pistola”, anche se si è detto favorevole a un accordo politico. Davanti ai membri dell’esercito estone ha però usato toni meno concilianti: da parte della Russia c’è stato un “assalto deplorevole” contro l’Ucraina, “una minaccia alla pace in Europa”, ha tuonato Obama, che ha ribadito: “Non accetteremo nessuna occupazione russa in nessuna parte dell’Ucraina”.

Usa e Gran Bretagna, insomma, non arretrano di un passo, nonostante ieri siano arrivati segnali distensivi per un cessate il fuoco nell’est dell’Ucraina. Secondo Putin i rappresentanti del governo di Kiev e i separatisti dell’Ucraina sud-orientale “potrebbero raggiungere accordi su una soluzione pacifica in occasione della riunione del gruppo di contatto (con Osce e Russia) che si terrà a Minsk il 5 settembre.

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