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Smart working: 570mila lavoratori e sono più felici

Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, il “lavoro agile” è ormai una realtà nel 58% delle grandi imprese, ma solo nel 12% delle Pmi: tre quarti degli smart worker è soddisfatto del proprio lavoro, contro il 55% degli altri dipendenti.

Smart working: 570mila lavoratori e sono più felici

Cresce, anche se ancora non abbastanza, la diffusione dello smart working in Italia. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, il “lavoro agile” è ormai una realtà nel 58% delle grandi imprese, ma solo nel 12% delle Pmi. Ma sono soprattutto i risultati che porta, laddove viene utilizzato, a segnare una differenza: il 76% degli smart worker – ossia quei lavoratori dipendenti che godono di flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro, disponendo di strumenti digitali per lavorare in mobilità – è soddisfatto del proprio lavoro, contro il 55% degli altri dipendenti. E uno su tre è pienamente coinvolto nella realtà in cui opera, rispetto al 21% di chi lavora in modalità tradizionale.

Nel 2018, in Italia questa categoria di lavoratori ha raggiunto il numero di 570mila (la stima si basa sulla rilevazione di un campione di 1000 lavoratori rappresentativo della popolazione di impiegati, quadri e dirigenti che lavorano in organizzazioni con almeno 10 addetti), in crescita del 20% rispetto al 2018. Secondo il Politecnico di Milano è tra le Pubbliche Amministrazioni che si registra la crescita più significativa: in un anno nel settore pubblico raddoppiano i progetti strutturati di smart working (passando dall’8% al 16%), il 7% delle PA ha attivato iniziative informali (l’1% del 2018), il 6% le avvierà nei prossimi dodici mesi. Le più avanzate sono le PA di grandi dimensioni, che nel 42% dei casi hanno già introdotto iniziative strutturate e nel 7% hanno attivato iniziative informali. Nonostante questi dati incoraggianti, il ritardo resta evidente, con quasi 4 PA su 10 che non hanno progetti di smart working e sono incerte (31%) o addirittura disinteressate (7%) rispetto alla sua introduzione. 

Per quanto riguarda le grandi imprese, oltre al 58% di loro che già lo pratica, vanno aggiunte un 7% di imprese che ha già attivato iniziative informali e un 5% che prevede di farlo nei prossimi dodici mesi. Del restante 30%, il 22% dichiara probabile l’introduzione futura e soltanto l’8% non sa se lo introdurrà o non manifesta alcun interesse. Indietro ma in crescita anche la diffusione dello smart working tra le Pmi: i progetti strutturati passano dall’8% dello scorso anno al 12% attuale, quelli informali dal 16% al 18%, ma aumenta in modo preoccupante anche la percentuale di imprese disinteressate al tema (dal 38% al 51%).

Secondo le organizzazioni, i principali benefici riscontrati dall’adozione dello smart working sono il miglioramento dell’equilibrio fra vita professionale e privata (46%) e la crescita della motivazione e del coinvolgimento dei dipendenti (35%). Ma la gestione degli smart worker presenta secondo i manager anche alcune criticità, in particolare le difficoltà nel gestire le urgenze (per il 34% dei responsabili), nell’utilizzare le tecnologie (32%) e nel pianificare le attività (26%), anche se il 46% dei manager dichiara di non aver riscontrato alcuna criticità. Se si interrogano gli smart worker, invece, la prima difficoltà a emergere è la percezione di isolamento (35%), poi le distrazioni esterne (21%), i problemi di comunicazione e collaborazione virtuale (11%) e la barriera tecnologica (11%).

“Lo smart working – ha evidenziato Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working – non è solo una moda, è un cambiamento che risponde alle esigenze delle persone, delle organizzazioni e della società nel suo complesso, e come tale è un fenomeno inarrestabile. La dinamica con cui sta crescendo nel nostro Paese tuttavia, non è abbastanza veloce. In realtà importanti per l’economia del nostro sistema Paese come PMI e PA la diffusione dello Smart Working non è ancora sufficiente. Questo limita la portata del contributo che lo Smart Working può dare per rendere più moderno il mercato del lavoro, le imprese e le PA più competitive ed attrattive e le nostre città più inclusive e sostenibili. Per le PA in particolare è necessario un rapido cambio di passo soprattutto per non perdere l’opportunità di migliorare la motivazione delle proprie persone e per attrarre nuovi talenti, soprattutto in relazione alla necessità di sostituire circa il 15% del personale nei prossimi 3-4 anni”.

In occasione del convegno, sono stati assegnati gli “Smart Working Award” 2019, il riconoscimento dell’Osservatorio alle aziende che si sono distinte per capacità di innovare le modalità di lavoro grazie ai loro progetti di Smart Working.

Vincono lo “Smart Working Award 2019” fra le grandi imprese Europ Assistance per il progetto “EA Smart Working”, Reale Mutua per l’iniziativa “Be Smart”, Saipem per l’iniziativa “FlexAbility”, Sky Italia per il progetto “Open Working”; premiata MailUp fra le PMI e Regione Emilia-Romagna fra le pubbliche amministrazioni, con una menzione speciale per Regione Liguria.

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