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Sicilia perde 380 milioni di fondi Ue: troppe irregolarità

Un nuovo smacco per l’Italia che aveva fatto ricorso e lo ha perso. La commissione ha riscontrato numerose violazioni

Sicilia perde 380 milioni di fondi Ue: troppe irregolarità

La Commissione Ue aveva approvato nel 2000 il Programma Operativo per la Regione Sicilia (Por Sicilia), che si integra nel quadro comunitario di sostegno per gli interventi strutturali comunitari nelle regioni interessate dall’obiettivo n. 1 in Italia. Era prevista una partecipazione dei fondi strutturali di 1,209 miliardi 846,5 milioni. Dal 2005, la Commissione ha effettuato vari audit dei sistemi di gestione e controllo predisposti dalle autorita’ responsabili del Por Sicilia riscontrando gravi carenze nella gestione e nei controlli dell’intervento finanziario e varie irregolarita’ in diverse operazioni (alcune accertate dall’Organismo anti frode della Ue, Olaf)

Il Tribunale Ue ha respinto il ricorso dell’Italia per evitare la riduzione dei fondi europei per la Sicilia perche’ ci sono ‘troppe falle nella gestione e nei controlli’. E’ questa la decisione resa nota oggi. I fondi erano stati ridotti di 379,7 milioni di euro.

In particolare, riferisce radiocor, sono state accertate irregolarità come operazioni relative a progetti presentati dopo la scadenza del termine di presentazione delle domande di partecipazione; spese di personale non correlate al tempo effettivamente impiegato per i progetti; consulenti esterni privi delle qualifiche richieste; giustificativi di spesa insufficienti; spese non attinenti ai progetti; esecuzione delle attivita’ non conforme alla descrizione dei progetti; violazione delle procedure di appalto e di selezione di docenti, esperti e fornitori. Di conseguenza fondi erano stati ridotti di 379,730 milioni di euro. Nel dicembre 2015, la Commissione ha ritenuto che, a causa delle irregolarità singole e sistemiche constatate, il contributo finanziario all’intervento in questione dovesse essere ridotto di un importo totale pari, appunto, a 379, 730 milioni di cui 265, 811 a carico del Fondo sociale europeo)

Di qui il ricorso dello Stato italiano al Tribunale Ue con la richieste di annullamento per ragioni sostanziali (quali il travisamento dei fatti e un’asserita violazione del principio di proporzionalita’) e in parte per ragioni formali (carenza di motivazione).

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