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Shell dice addio al petrolio e al gas russi dopo la guerra in Ucraina: “Abbiamo sbagliato a comprare”

Shell chiuderà anche le stazioni di servizio e non rinnoverà i contratti a termini – Il Ceo si scusa dopo gli acquisti scontati della settimana scorsa

Shell dice addio al petrolio e al gas russi dopo la guerra in Ucraina: “Abbiamo sbagliato a comprare”

Niente più petrolio e gas russi per Shell. Il colosso petrolifero dell’energia corre ai ripari dopo le polemiche della settimana scorsa, annunciando una vera inversione di marcia che potrebbe avere impatti rilevanti sull’economia moscovita.

Shell dice addio a petrolio e gas russi

Shell ha infatti annunciato l’intenzione di rinunciare ai rifornimenti di petrolio e gas russi. Uno stop che arriverà gradualmente, ma che il gruppo considera necessario dopo l’invasione russa dell’Ucraina. La decisione comprende anche la fine immediata di tutti gli acquisti spot di petrolio russo. 

La società ha inoltre che reso noto che chiuderà le sue stazioni di servizio, carburanti per aerei e lubrificanti in Russia e che non rinnoverà alcun contratto a termine russo. “Considereremo molto attentamente il modo più sicuro per farlo – ha scritto Shell in una nota – ma il processo inizierà immediatamente. Inizieremo il nostro ritiro graduale dai prodotti petroliferi russi, dal gasdotto e dal GNL. Questa è una sfida complessa”.

Le scuse dopo le polemiche: “Abbiamo sbagliato” 

Nella stessa nota, Shell si è anche scusata per aver acquistato un carico di petrolio russo a guerra già iniziata. Il gruppo aveva tra l’altro comprato il greggio a prezzi molto inferiori alle quotazioni di mercato, pagandolo 28,5 dollari in meno rispetto al costo del Brent, realizzando un profitto di 24 milioni. Una scelta che aveva innescato una pioggia di polemiche e di critiche feroci, a partire da quelle del ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba che ha chiesto alla compagnia: “Non vi accorgete che questo petrolio odora di sangue ucraino?”

Shell è dunque stata costretta a correre ai ripari, annunciando l’intenzione di devolvere i profitti dell’operazione a un fondo per i rifugiati ucraini.

“Siamo profondamente consapevoli che la nostra decisione della scorsa settimana di acquistare un carico di greggio russo da raffinare in prodotti come benzina e diesel – ha affermato l’amministratore delegato di Shell, Ben van Beurden – nonostante sia stata presa pensando prima di tutto alla sicurezza degli approvvigionamenti – non è stata quella giusta e ce ne scusiamo”.

“Le nostre azioni fino ad oggi sono state guidate da continue discussioni con i governi sulla necessità del disimpegno dai flussi di energia provenienti dalla Russia, pur mantenendo le forniture di energia – ha proseguito va Beurden -. Le minacce di fermare i flussi di gasdotti verso l’Europa spiegano ancor di più le scelte difficili e le potenziali conseguenze che dobbiamo affrontare mentre cerchiamo di fare questo. Queste sfide sociali evidenziano il dilemma tra fare pressione sul governo russo per le sue atrocità in Ucraina e garantire forniture energetiche stabili e sicure in tutta Europa. Ma alla fine – ha concluso l’ad Shell -, spetta ai governi decidere sui compromessi incredibilmente difficili che devono essere fatti durante la guerra in Ucraina”.

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