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Russia: riforme strutturali e ceto medio

L’emergere di una classe media russa potrebbe, accanto alle riforme strutturali necessarie, accelerare crescita e modernizzazione del Paese per superare l’eccessiva dipendenza dai prezzi di risorse energetiche e rendite di posizione correlate.

Russia: riforme strutturali e ceto medio

Si è svolto lo scorso 9 e 10 Novembre presso l’Università degli Studi di Padova il workshop “Challenges and perspectives of contemporary Russia”. Negli studi di P. Hanson e S. Giusti, pubblicati dall’ISPI e presentati all’evento, si sottolinea come l’emergere di una classe media in Russia possa fungere da motore per la modernizzazione del Paese. L’attuazione imparziale ma efficiente di riforme strutturali, i cui recenti sviluppi sono stati analizzati in un precedente articolo su FIRST, come liberalizzazioni, stabilità macroeconomica, miglioramento costante delle infrastrutture e lotta alla corruzione, sembra quindi essere una condizione necessaria ma non sufficiente per accelerare la modernizzazione del Paese. Emerge allora un trade-off tra lo sviluppo di un ceto medio moderno, istruito e dinamico e le rendite di posizione di un apparato politico-amministrativo il cui potere si basa esclusivamente sul controllo delle risorse energetiche. Un’ampia classe media, infatti, riduce disuguaglianze e polarizzazioni nell’economia, alimentando la dimensione del mercato e l’attrazione di investimenti. Ma solo a condizione di attuare quelle regole del gioco che minerebbero le basi stesse e le relative rendite di un apparato istituzionale antidemocratico. E questa è appunto la sfida più grande che attende un Paese dalle enormi potenzialità come la Russia, come si legge nell’allegata analisi di Guido Michieletto.



Allegati: Economia e politica del ceto medio in Russia.pdf

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