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Rottamazione cartelle: il primo ottobre doppia scadenza

Lunedì primo ottobre è l’ultimo giorno utile per pagare la quinta e ultima rata della prima rottamazione, ma anche la seconda rata della rottamazione bis – Ecco tutti i modi per pagare

Rottamazione cartelle: il primo ottobre doppia scadenza

Doppia scadenza fiscale per chi ha debito con l’Erario. Lunedì primo ottobre è l’ultimo giorno utile per pagare la quinta e ultima rata della prima rottamazione delle cartelle esattoriali. Ma non è finita: alla mezzanotte di oggi scade anche il termine per versare la seconda rata della rottamazione bis, cioè quella che riguarda i debiti affidati alla riscossione dal primo gennaio al 30 settembre 2017.

Nelle ultime settimane diversi contribuenti che hanno aderito alla rottamazione bis si domandano se non convenga abbandonare questa sanatoria per puntare sulla pace fiscale annunciata dal governo gialloverde. Al momento non c’è modo di rispondere con certezza a questa domanda, ma si tratterebbe comunque di una scommessa rischiosa: il condono pentaleghista è ancora da scrivere e non è detto che un contribuente ammesso alla rottamazione bis possa beneficiare anche del provvedimento in arrivo (presumibilmente) l’anno prossimo. Il discorso invece non si pone nemmeno per chi è rientrato nella prima rottamazione: in quel caso ormai l’importo che rimane da versare è troppo esiguo.

Di per sé, la rottamazione è molto vantaggiosa: permette di pagare solo l’importo residuo delle somme dovute, senza sanzioni e interessi di mora. Per le multe stradali, invece, non si pagano gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge.

Per pagare bisogna usare il bollettino Rav con l’indicazione della rata in scadenza al 30 settembre ricevuto insieme alla “Comunicazione delle somme dovute”, che può essere richiesta dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

COME E DOVE PAGARE

Ecco le modalità e i canali di pagamento a disposizione dei contribuenti.

  • Sportelli bancari. Presentando allo sportello il bollettino Rav ricevuto dall’Agenzia Riscossione, si può pagare con carta di credito, prepagata o bancomat. Per somme fino a 3mila euro si può pagare anche in contanti.
  • Internet banking. Tramite il servizio per il pagamento dei Rav della propria banca, basta inserire il numero del bollettino e l’importo da pagare. Non serve indicare la causale.
  • Bancomat. È possibile pagare i bollettini della definizione agevolata agli sportelli abilitati, utilizzando la propria tessera bancomat e accedendo al servizio per il pagamento dei Rav.
  • Uffici postali. Basta presentare il bollettino Rav e si può pagare con le carte BancoPosta e anche in contanti per importi sotto i 3 mila euro. È possibile pagare i bollettini direttamente agli sportelli ATM di Poste Italiane ovvero ai chioschi abilitati utilizzando le carte BancoPosta.
  • Tabaccai convenzionati con Banca 5 SpA, punti vendita Sisal e Lottomatica. Sempre presentando il bollettino Rav, si può pagare in contanti (fino a mille euro), con il bancomat o con la carta di credito (fino a 5 mila euro dai tabaccai e fino a 1.500 euro nei punti Sisal e Lottomatica).
  • Sito dell’Agenzia delle Entrate e App Equiclick. Il contribuente può pagare il bollettino Rav collegandosi alla sezione pagamenti del sito dell’Agenzia delle Entrate e inserendo il proprio codice fiscale, il codice Rav riportato nel bollettino e l’importo. Successivamente potrà scegliere tra molteplici operatori (banche, Poste e altri istituti di pagamento) che mettono a disposizione diverse modalità – bonifico, carte di credito, debito, prepagate, bollettino, addebito in conto – sulla piattaforma PagoPA, sistema pubblico che garantisce a privati e aziende di effettuare pagamenti elettronici alla pubblica amministrazione in modo sicuro e affidabile, semplice e in totale trasparenza nei costi di commissione.
  • Sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione. Non è necessario presentare il bollettino Rav, ma si può richiedere di pagare indicando anche solo il proprio codice fiscale. È possibile pagare con carte di credito o prepagate, carte bancomat (nelle casse abilitate) e con titoli di credito, quali assegni circolari, assegni postali vidimati, vaglia cambiari emessi dalla Banca d’Italia e assegni di conto corrente bancario e postale, nel limite di 20 mila euro, intestati all’ordine dell’Agenzia delle entrate-Riscossione. Si può pagare anche in contanti per importi sotto i 3 mila euro.

Infine, occorre ricordare che è sempre possibile pagare i tributi indicati nelle cartelle esattoriali tramite compensazione con i crediti commerciali vantati nei confronti della Pubblica amministrazione.

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