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Roma piange ma Milano non ride: Mattarella non va alla Scala ma l’umiliazione della Capitale per Expo 2030 è senza paragoni

Non stupisce la sconfitta di Roma per Expo 2030: è da vent’anni che non ha vero sindaco mentre Milano non ne ha mai sbagliato uno anche se non è tutto oro quello che luccica nemmeno sotto la Madonnina

Roma piange ma Milano non ride: Mattarella non va alla Scala ma l’umiliazione della Capitale per Expo 2030 è senza paragoni

Bisogna tornare al 2001 per scoprire le origini della sonora umiliazione subita da Roma nella gara per l’assegnazione di Expo 2030. Nel 2001 finiva la seconda sindacatura di Francesco Rutelli, meno brillante della prima ma pur sempre una signora sindacatura. Da allora, e sono passati oltre vent’anni, Roma non ha più avuto un sindaco all’altezza del suo ruolo. Non lo è stato Walter Veltroni, anche se è stato il meno peggio dei successori di Rutelli, per non parlare del fascio Gianni Alemanno, del marziano a Roma Ignazio Marino, della casalinga della porta accanto, Virginia Raggi fino al rispettabile ma evanescente Roberto Gualtieri.

Rutelli è stato l’ultimo vero sindaco di Roma mentre Milano non ne ha sbagliato uno

Rutelli è stato di fatto l’ultimo vero sindaco di Roma mentre Milano negli ultimi vent’anni non ne ha mai sbagliato uno, di destra o di sinistra che fossero. Naturalmente la debolezza del sindaco Gualtieri non basta a spiegare la sconfitta di Roma per Expo 2030 e sarebbe impossibile non vedere le colpe della premier Giorgia Meloni che non ha mai dato l’impressione di credere in Expo 2030 fino a farsi ridere in faccia da Emmanuel Macron che si sentì chiedere l’appoggio dall’Italia quando tutti sapevano che la Francia aveva già fatto la sua scelta di campo pro Arabia Saudita. Del resto il biglietto da visita con cui Roma si offre al mondo è mondo è impresentabile da anni: rifiuti in ogni angolo, topi e cinghiali per strada, trasporti pubblici indecenti, traffico sull’orlo di una perenne crisi di nervi, assenza totale di toilette pubbliche. Certo il patrimonio storico e la bellezza della città sono uniche ma sono dietro le spalle, mentre Expo 2030 guarda al futuro. Questo non vuol dire che nel duello infinito tra Roma e Milano nella città della Madonnina tutto vada a gonfie vele e l’assenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni alla Prima della Scala del 7 dicembre qualcosa vuol dire. Come molto dice la stanchezza dell’amministrazione Sala che però passerà alla storia come il sindaco dell’Expo Milano 2015 da cui è cominciato il rilancio della città del Duomo.

Milano è risorta con Expo 2015 mentre Roma non si è ancora svegliata da un lungo sonno

Moda, design, Salone del Mobile, metrò, finanza, splendidi grattacieli: ci sarà una ragione se Milano, malgrado non veda nemmeno col binocolo il favoloso patrimonio storico e culturale di Roma, sopravanza la Capitale per numero di presenze dei turisti. E’ incredibile ma è così e sarebbe ora che l’umiliazione sull’Expo 2030 spingesse Roma a svegliarsi.

2 thoughts on “Roma piange ma Milano non ride: Mattarella non va alla Scala ma l’umiliazione della Capitale per Expo 2030 è senza paragoni

  1. Gentile Flavio,

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  2. Io sono un vostro lettore assiduo, però vorrei farvi un appunto: mi sono abbonato alla ricezione degli aggiornamenti tramite browser, ma – da quello che ho capito – è vostra abitudine aggiornare gli articoli dopo la pubblicazione perché mi arrivano notifiche ripetute e molto frequenti (a distanza di pochi minuti l’una dall’altra) di articoli che ho già letto. A me questa cosa dà molto fastidio perché non sono mai in grado di capire in che modo gli articoli vengono aggiornati. Non mi sembra un modo di fare molto professionale. Per quale motivo aggiornate gli articoli dopo la pubblicazione? O segnalate i cambiamenti oppure, per piacere, abbandonate questa pratica. Non mi sembra corretta nei confronti dei lettori. Se ci sono aggiornamenti importanti, vorrei leggere un aggiornamento propriamente detto. Se ci sono correzioni di rotta del pensiero, il lettore va informato. Mi sembra l’ABC della deontologia giornalistica.

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