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Riforma pensioni: quota 100 e quota 41, le ultime novità

Permettere di andare in pensione a tutte le persone che raggiungono quota 100 con la somma di età e contributi sarebbe troppo costoso, perciò il governo pensa di introdurre una serie di paletti – Di quota 41 non si parla nel Def, ma la misura potrebbe comunque entrare nella legge di Bilancio

Riforma pensioni: quota 100 e quota 41, le ultime novità

L’obiettivo è chiaro: varare una riforma delle pensioni che superi l’impianto della legge Fornero introducendo una maggiore flessibilità in uscita. Come raggiungere la meta, invece, non è chiaro. Da mesi nel governo si parla di due meccanismi: quota 100, che permetterebbe di andare in pensione quando la somma di età anagrafica e anni di contributi dà almeno questa cifra, e quota 41, che consentirebbe di lasciare il lavoro con appunto 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età. Il problema ora è capire in che modo queste novità possano entrare nella legge di Bilancio, considerando che le coperture a disposizione per questo capitolo di spesa non superano i 7-8 miliardi di euro. Ecco le ultime ipotesi.

RIFORMA PENSIONI: QUOTA 100 (O 104)

Permettere di andare in pensione a tutte le persone che raggiungono quota 100 con la somma di età e contributi sarebbe troppo costoso. L’idea è perciò di introdurre due limiti minimi: 62 anni di età e 38 anni di contributi. Questo significa che per gli over-62 la quota 100 si trasformerebbe in quota 101, 102, 103 o 104, a seconda delle combinazioni:

  • 62 anni di età + 38 di contributi (quota 100)
  • 63 anni di età + 38 di contributi (quota 101)
  • 64 anni di età + 38 di contributi (quota 102)
  • 65 anni di età + 38 di contributi (quota 103)
  • 66 anni di età + 38 di contributi (quota 104)

Chi andrà in pensione con questo sistema, tuttavia, non potrà cumulare l’assegno previdenziale con un altro stipendio o con i proventi di qualsiasi altra attività lavorativa.

RIFORMA PENSIONI: QUOTA 41

Il principale sponsor della quota 41 è il leader leghista Matteo Salvini, che ha convinto gli alleati del Movimento 5 Stelle a infilare la misura nel contratto di governo. Nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza non si parla esplicitamente di questo intervento, ma la quota 41 ha comunque buone possibilità di finire nella legge di Bilancio. Gli interessati – una cerchia che comprende ex esodati, lavoratori precoci e impegnati in attività gravose – continuano a tenere alto il pressing su Salvini, che si sarebbe lasciato convincere dal loro numero non altissimo. Si parla, in tutto, di 30-40mila persone.

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