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Riforma Lavoro, emendamento Governo-maggioranza su tutele crescenti

A differenza delle prima versione del testo, il contratto a tutele crescenti non sarà più opzionale e non riguarderà più solo l’inserimento nel mondo del lavoro, ma anche il reinserimento – L’emendamento presentato oggi delega il Governo a emanare entro sei mesi un “testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali”.

Il Governo ha presentato questa mattina in commissione Lavoro al Senato un emendamento concordato con il relatore e la maggioranza che riscrive l’articolo 4 del Ddl che contiene il Jobs act. La novità più significativa riguarda il “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio” previsto “per le nuove assunzioni”. 

Il sottosegretario Teresa Bellanova ha spiegato che tutele e scadenze temporali legate a questa tipologia contrattuale saranno regolate dall’Esecutivo attraverso il decreto delegato.

L’emendamento presentato oggi delega il Governo a emanare entro sei mesi un “testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro” per “rafforzare le opportunità d’ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione”. 

A differenza delle prima versione del testo, il contratto a tutele crescenti non sarà più opzionale e non riguarderà più solo l’inserimento nel mondo del lavoro, ma anche il reinserimento. 

Oltre a indicare il contratto a tutele crescenti come il canale “normale” per il tempo indeterminato, il Governo è delegato a compiere una analisi su “tutte le forme contrattuali esistenti” per valutarne “l’effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo”, anche in vista di una “semplificazione delle medesime tipologie contrattuali”.

Ieri sera a Porta a Porta il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan ha detto che la riforma del lavoro “è una priorità”, ma anche che l’obiettivo è di “semplificare” il mercato, quindi “l’articolo 18 diventa un non problema. Oggi le forme contrattuali sono più di 40, noi vogliamo avere uno solo o al massimo due contratti”. La riforma dovrebbe prevedere anche “le retribuzioni legate ai livelli aziendali e la revisione degli ammortizzatori”, ha concluso Padoan.

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