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Riforma fiscale, via libera del Cdm: dall’Irpef all’Ires e all’Iva, ecco come cambia il Fisco italiano

Il Consiglio dei ministri ha approvato la delega fiscale che avvia la rivoluzione dl fisco anche se i tempi non sono brevissimi

Riforma fiscale, via libera del Cdm: dall’Irpef all’Ires e all’Iva, ecco come cambia il Fisco italiano

Con l’ok del consiglio dei ministri al disegno di legge delega, parte ufficialmente l’iter della riforma fiscale. Ventidue articoli che mirano a rivoluzionare il Fisco Italiano, introducendo cambiamenti importanti su Ires, Iva e Irpef, tagliando le detrazioni e cancellando le sanzioni penali per l’evasione fiscale legata a cause oggettive, indipendenti dalla volontà del contribuente. Il provvedimento contiene inoltre una clausola “salva-conti”, messa a punto dalla Ragioneria generale dello Stato.

La riforma “costituisce parte integrante della ripresa economica e sociale che si intende avviare anche grazie alle risorse europee” del Pnrr, si legge nel testo che inserisce tra gli obiettivi anche “lo stimolo alla natalità mediante la riduzione del carico fiscale e l’aumento dell’efficienza dei tributi”. 

Irpef: dalle 3 aliquote alla flat tax

Il provvedimento stabilisce “una revisione organica e complessiva” dell’Irpef con l’obiettivo di arrivare a “un sistema ad imposta unica”. Si parte dalla riduzione delle aliquote, che scenderanno da 4 a 3. Prevista inoltre una flat tax incrementale per i dipendenti, che inizialmente si tradurrà in un’aliquota ridotta applicata sui redditi aggiuntivi rispetto a quelli dell’anno precedente per poi arrivare alla flat tax per tutti, in un orizzonte quinquennale.

Ires al 15% per le imprese 

Il primo gennaio del 2024 entrerà in vigore la global minimum tax, l’imposta globale per le multinazionali con aliquota al 15%. La riforma fiscale del Governo Meloni prevede a sua volta di ridurre l’Ires, l’imposta sui redditi delle società, tagliando l’aliquota dal 24% al 15%. Ci sono però due condizioni da rispettare: le imprese dovranno utilizzare gli utili per effettuare investimenti innovativi o per nuove assunzioni. Inoltre gli utili non dovranno essere distribuiti o destinati “a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa”. 

Riordino delle aliquote Iva

Modifiche anche sull’Iva allo scopo di introdurre un sistema “tendenzialmente omogeneo per bene o servizi simili che potrebbero dunque essere soggetti alla stessa aliquota. Prevista anche una revisione delle quattro aliquote esistenti, con l’introduzione di un’aliquota a zero.

La clausola “salva-conti”

La clausola messa appunto dalla Ragioneria generale dello Stato stabilisce che dall’attuazione della delega non dovranno derivare incrementi della pressione tributaria. Si prevede inoltre che i diversi schemi di decreto dovranno essere accompagnati da relazioni tecniche contenenti i calcoli relativi agli effetti che le misure potrebbero avere sui conti pubblici. In caso di maggiori oneri, si dovranno prevedere delle compensazioni o far ricorso al Fondo alimentato dalla lotta all’evasione fiscale. Se nessuna delle due strade sarà percorribile, allora il governo dovrà prima adottare un decreto legislativo per indicare il reperimento della copertura finanziaria.  

Il taglio delle detrazioni fiscali

Per mettere mano al sistema fiscale italiano servono risorse che secondo il Governo si possono trovare effettuando un taglio compreso tra i 5 e i 10 miliardi delle detrazioni fiscali. Le detrazioni si ridurranno all’aumentare del reddito.

Sanzioni anti-evasioni

Il disegno di legge delega prevede un alleggerimento delle sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla “cooperative compliance”, e che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco. È uno degli “effetti premiali” previsti dalla delega sulla riforma fiscale per i contribuenti che aderiscono all’adempimento spontaneo.

Nella revisione delle sanzioni penali tributarie si darà specifico rilievo all’ipotesi di “sopraggiunta impossibilità di far fronte al pagamento del tributo, non dipendente da fatti imputabili al soggetto stesso”, si indica nel testo che fissa i principi e criteri per la revisione del sistema sanzionatorio tributario, sia amministrativo che penale. Per le sanzioni penali, inoltre, si indica di attribuire specifico rilievo anche “alle definizioni raggiunte in sede amministrativa e giudiziaria ai fini della valutazione della rilevanza penale del fatto”.

I tempi

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri il disegno di legge delega dovrà passare al vaglio della conferenza unificata. Poi  spetterà al Capo dello Stato autorizzare la presentazione del disegno di legge alle Camere. A questo punto comincerà l’iter parlamentare che dovrebbe chiudersi entro maggio. Quando la delega sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale si passerà poi alla seconda fase della riforma, quella relativa all’attuazione.

Nasce “Il Dipartimento dell’Economia”

Il Governo ha anche approvato un dpcm che prevede la nascita alll’interno del Mef di un “Dipartimento dell’Economia con competenze “in materia di interventi finanziari in economia, partecipazioni societarie dello Stato e valorizzazione del patrimonio pubblico”. Si tratta nel dettaglio di un Regolamento di modifica al decreto del presidente del Consiglio del 26 giugno 2019.

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