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Renzi: “Tempa Rossa non si tocca, giuste dimissioni Guidi”

La telefonata effettuata da Federica Guidi è stata “inopportuna”. Questo il commento del Premier dagli Usa che giudica corretto e tempestivo il passo indietro dell’ex numero uno del Mise: “Con la Cancellieri andò diversamente” – Sulle polemiche relative alla firma di Boschi: “atto dovuto”

Renzi: “Tempa Rossa non si tocca, giuste dimissioni Guidi”

Da Washington, dove è impegnato in una visita di quattro giorni, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi interviene sul caso Guidi, al centro delle polemiche dopo le intercettazioni sull’impianto di Tempa Rossa”, in seguito alle quali il ministro dello Sviluppo Economico ha presentato le proprie dimissioni.

Le opposizioni, guidate dal Movimento 5 Stelle e da Forza Italia, hanno annunciato la presentazione al Senato di una mozione di fiducia nei confronti del Governo, chiedendo anche l’appoggio della minoranza PD che però ha già rifiutato la proposta.

Il Premier, dagli Usa, ha etichettato come “inopportuna” la telefonata con la quale l’ormai ex numero uno del Mise rivelava di aver fatto inserire nella Legge di Stabilità 2015 un emendamento volto a favorire gli interessi del compagno, l’imprenditore siciliano Gianluca Gemelli, indagato dalla Procura di Potenza nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di sei funzionari Eni. Nonostante ciò la misura è stata difesa da Renzi: “Tempa Rossa è un provvedimento giusto, che porta posti di lavoro”.

Sulle dimissioni di Federica Guidi il Presidente del Consiglio ha sottolineato l’errore commesso, nonostante quanto accaduto non sia oggetto di indagine degli inquirenti e non sia un reato: “Di fronte agli italiani noi siamo un governo diverso dal passato – ha detto Renzi – Quando ero sindaco di Firenze chiesi le dimissioni del ministro Cancellieri per una telefonata inopportuna. Le dimissioni non arrivarono. Il governo di allora decise altrimenti. Noi invece agiamo diversamente. Il ministro Guidi non ha commesso nessun tipo di reato, nessun illecito. Ha fatto una telefonata che ha giudicato inopportuna. E effettivamente lo era. Con grande serietà si è dimessa. A dimostrazione che qualcosa in Italia è cambiato. Con noi le cose cambiano, la musica è cambiata, chi sbaglia va a casa”.

Per quanto riguarda l’eventuale coinvolgimento del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, tirata in ballo nella telefonata intercettata, il Premier non ha alcun dubbio. La sua firma sull’emendamento è stata “un atto dovuto: “L’emendamento è favorevole a un progetto del Governo che avevo io stesso annunciato, è naturale che il ministro dei rapporti con il Parlamento lo firmi”. “Il progetto di cui stiamo parlando – ha continuato Renzi – dà posti di lavoro, è una cosa sacrosanta da fare, aver consentito a delle persone di venire in Italia e fare degli investimenti è una cosa sacrosanta, io lavoro perché si creino posti di lavoro”.

Le dichiarazioni rilasciate oggi confermano quanto scritto ieri dal Capo del Governo nella lettera con la quale rispondeva al passo indietro di Guidi: “Cara Federica ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al capo dello Stato”.

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