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Renzi incontra Obama e apre sulla riforma del Senato

Incontro alla Casa Bianca oggi del premier con il presidente Barack Obama: gli chiederà di usare i droni contro i terroristi in Libia – Ma Renzi non dimentica gli strascichi della battaglia sull’Italicum nel Pd e apre alla minoranza proponendo di cambiare la riforma del Senato: “Può restare elettivo” – Sarà difficile per Bersani dire ancora di no

Renzi incontra Obama e apre sulla riforma del Senato

Matteo Renzi incontra per la prima volta alla Casa Bianca il presidente americano Barack Obama ma non dimentica l’Italia. Nel faccia a faccia con Obama il premier italiano chiederà oggi che gli Usa usino i droni contro i terroristi per normalizzare l’esplosiva situazione in Libia, epicentro delle tensioni e dei drammi del Medio Oriente e spina nel fianco per l’Europa e per l’Italia. Ma naturalmente l’incontro con Obama riguarderà tutti i temi dell’attualità internazionale: dai rapporti con l’Europa al negoziato con l’Iran fino alla caduta del muro a Cuba e alle relazioni con la Russia.

Ma, anche nel suo breve soggiorno americano, Renzi non dimentica l’Italia (che ieri davanti agli studenti dell’Università di Georgetown ha definito come “la bella addormentata” che va svegliata a suon di riforme) e gli strascichi della spaccatura nel Pd sull’Italicum.

Renzi ha vinto ancora una volta nella assemblea dei deputati Pd dell’altra sera che ha portato alle dimissioni del capogruppo bersaniano Roberto Speranza e alla riconferma del sostegno all’Italicum così com’è in vista della sua definitiva approvazione alla Camera. Ma Renzi non vuol stravincere e non vuole rompere con la minoranza dem.

Ecco perchè, con una mossa a sorpresa che ha l’evidente scopo di raffreddare le tensioni in casa Pd, Renzi apre sulla riforma del Senato e dichiara a “Repubblica” che “il Senato può essere elettivo” e non più formato dai consiglieri regionali. Non è un’apertura da poco e vale a lasciare la porta aperta alla minoranza del Pd disegnando nuovi possibili scenari politici, naturalmente dopo il definitivo via libera all’Italicum.

Ora toccherà a Bersani e a tutte le minoranze del Pd raccogliere la sfida: prendere o lasciare. Ma un nuovo no della dissidenza dem risulterebbe ancora più incomprensibile ai più della battaglia sull’Italicum. 

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