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Renzi chiude la festa dell’Unità: “Basta veti: siamo l’Italia del sì”

Il premier chiude con un bagno di folla la festa dll’Unità ma incalza la minoranza del Pd e le opposizioni: “Basta veti: siamo l’Italia del sì” – Poi un durissimo attacco a Salvini e a Orban sui migranti: “Non c’è il Pd contro la destra, ma gli umani contro le bestie” – Marchionne: “Renzi è la miglior speranza che il Paese ha di progredire”

Renzi chiude la festa dell’Unità: “Basta veti: siamo l’Italia del sì”

“Cari gufi laureati venite qui a vedere le facce di chi è tornato a credere nel nostro Paese: questa è l’Italia vera e solidale”: sono le parole di Matteo Renzi che ieri ha chiuso la Festa dell’Unità a Milano in un autentico bagno di folla rivendicando con orgoglio i risultati fin qui raggiunti dal suo Governo (“Stiamo rimettendo in piedi l’Italia”) ma attaccando chi dice sempre di no sia dentro che fuori il Pd: “Basta veti: noi siamo l’Italia del sì”.

Dopo Cernobbio, dove aveva invitato gli imprenditori a fare la loro parte e aveva presentato le linee guide della politica economica del Governo smontando le critiche al suo piano fiscale, ieri il premier ha parlato al popolo del Pd, incalzando la minoranza interna a volare alto per cambiare l’Italia piuttosto che mettere sempre ostacoli al percorso delle riforme ma ha anche sparato a zero contro Salvini e Orban sul terreno dei migranti: “Qui non c’è il Pd contro la destra ma gli umani contro le bestie”.

A Renzi è arrivato da Monza l’endorsement dell’ad di Fca, Sergio Marchionne: “Il premier è la miglior speranza che il Paese ha di progredire. Bisogna dare a Renzi più tempo e supporto: ha realizzato progressi fenomenali per un Paese che in passato è stato riluttante al cambiamento”.

Dopo aver confermato il suo piano fiscale che prevede l’abolizione delle tasse sulla prima casa nel 2016, la riduzione dell’Ires nel 2017 e il taglio dell’Irpef nel 2018 Renzi ha sostenuto che “in passato abbiamo detto che le tasse sono una cosa bellissima, ma forse in un altro Paese, perché oggi bisogna avere il coraggio di dire anche alla sinistra che le tasse sono troppo alte”.

Ora il premier è atteso in settimana dal difficilissimo passaggio della riforma costituzionale del Senato a Palazzo Madama dove la minoranza del Pd e le opposizioni non mollano sull’elettività dei futuri senatori e i numeri della maggioranza sono incerti. Ma Renzi non indietreggia pur lasciando la porta aperta al dialogo: “Se si usa la riforma costituzionale per dire no, per ripartire da capo, si sappia che la forza di chi dice sì è più grande. Si discuta, si dialoghi, ma il Pd è questo. Non accettiamo veti”. 

Nel suo intervento finale alla festa dell’Unità, Renzi ha anche promesso la riforma del Terzo settore entro l’anno e la prossima approvazione della legge sulle unioni civili e  – come già a Cernobbio – ha rivendicato con orgoglio i primi risultati in materia di crescita del Pil e dei posti di lavoro, lanciando una sfida ai sindacati a “cancellare insieme il caporalato”.

Infine un messaggio al sindacato Pisapia e alla minoranza del Pd. “Caro Pisapia, decidi tu cosa fare da grande. Noi saremo al tuo fianco, come lo siamo stati in questi 4 anni e mezzo”: E alla minoranza dem: “Basta con le discussioni interne, parliamo dei problemi veri. Non è normale che il Pd, che è il primo partito in Europa, passi il tempo a rincorrere discussioni interne”. 

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