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Regioni, il Governo vara il decreto salva bilanci

Il sottosegretario De Vincenti: “Il provvedimento consente di regolarizzare completamente la situazione” – Le Regioni impegnate con i piani di rientro dei maxi-deficit non riceveranno risorse aggiuntivi, ma potranno spalmare il debito su 30 anni- Approvati anche i due decreti legislativi sul bail-in.

Regioni, il Governo vara il decreto salva bilanci

La bomba che minacciava di far esplodere i bilanci delle Regioni è stata disinnescata. “Abbiamo varato un decreto legge con una norma che chiarisce la questione relativa alla contabilizzazione dei debiti passati delle Regioni, consentendo di regolarizzare completamente la situazione”. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.

Le difficoltà erano iniziate dopo una sentenza della Corte costituzionale. Lo scorso giugno, la Consulta aveva bocciato una pratica di bilancio cui avevano fatto ricorso alcune Regioni, come il Piemonte. Il problema riguardava il metodo di contabilizzazione dei fondi anticipati dal governo alle Regioni per pagare (attraverso mutui contratti col Tesoro) i debiti arretrati con i fornitori. Quelle stesse risorse, in alcuni casi, sono state impiegate anche per alimentare la spesa corrente e questo – secondo i giudici costituzionali – non era legittimo. 

Alla luce della sentenza della Consulta, la Corte dei Conti ha certificato un deficit del Piemonte vicino ai 6 miliardi di euro. Il caso è scoppiato a causa della scarsa chiarezza sull’applicazione della norma, sostengono le Regioni. Dopo due rinvii, il Governo ha risolto la situazione con un decreto che non assegna fondi aggiuntivi alle Regioni impegnate con i piani di rientro dai maxi deficit, ma consente loro di spalmare i debiti su 30 anni.

De Vincenti ha anche annunciato che “il Consiglio dei ministri ha approvato in esame definitivo i due decreti legislativi che riguardano le modalità di risoluzione di eventuali crisi bancarie. In questo modo siamo perfettamente allineati con l’Unione europea. Nella versione definitiva si è tenuto conto delle osservazioni delle commissioni parlamentari”.

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