Condividi

Reddito di cittadinanza, stop alle domande online

Lo comunica il ministero del Lavoro attraverso una nota – Dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, i tecnici dovranno cambiare i moduli per adeguarli alle novità introdotte in Parlamento – Ecco tutti i dettagli

Reddito di cittadinanza, stop alle domande online

Stop alle domande online per il reddito di cittadinanza. Lo comunica il ministero del Lavoro attraverso una nota. Il blocco durerà solo per qualche giorno, “in attesa che venga aggiornato il modello di domanda con le ultime novità normative”.

Lo scorso 29 marzo il Parlamento ha infatti approvato definitivamente il decreto contenente reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza e quota 100. Il testo è stato pubblicato oggi, 1°aprile, in Gazzetta Ufficiale, diventando dunque legge.

Rispetto alla versione iniziale però sono state previste alcune modifiche che dovranno essere recepite anche nei moduli di domanda. Fino a quando i modelli non saranno aggiornati, non si potrà più presentare la richiesta di accesso al beneficio utilizzando la piattaforma online messa a disposizione dal ministero del Lavoro.

Si va avanti invece con le altre modalità. Chiunque voglia richiedere il reddito di cittadinanza nei prossimi giorni, potrà farlo recandosi ai Caf oppure, dal 5 aprile, presso un ufficio postale. Sarà lo stesso ministero a far sapere quando ritornerà attivo il servizio online.

La necessità di bloccare questo canale d’accesso arriva, come detto, dalle modifiche introdotte al decreto. Tra le principali figurano:

  • l’obbligo di accettare un’offerta di lavoro solo se il salario sarà pari o superiore a 858 euro;
  • I controlli dei vigili su chi ha divorziato dopo il 1°settembre del 2018 volti a stanare i “furbi” che ricorrono alle “false separazioni” per rientrare nei parametri economici previsti dalla legge;
  • L’obbligo per gli stranieri extracomunitari di dotarsi di una certificazione rilasciata dal Paese d’origine.
  • Norme ad hoc per disabili e genitori con figli piccoli.

Tra le altre novità recepite dal decreto figurano i paletti imposti dal garante della privacy sulle verifiche dello Stato (non si potranno vedere le singole spese effettuate tramite la card Rdc e il divieto di accesso alla misura non solo per chi è condannato o latitante, ma anche per chi è sottoposto ad indagine o imputato in un procedimento.

Viene stabilito infine che saranno soggetti al bonus assunzioni anche i contratti di apprendistato, mentre vengono introdotte regole precise per i navigator: dal 2020 gli enti potranno assumere 3.000 persone (erano 6.000) da destinare ai centri per l’impiego e dal 2021 ulteriori 4.600, anche per stabilizzare i propri precari. Il costo è 120 milioni nel 2020 e 304 milioni dal 2021. Al potenziamento dei centri per l’impiego vengono destinati ulteriori 340 milioni in tre anni.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHEReddito di cittadinanza: tutte le istruzioni in 5 punti – VIDEO

Commenta