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Reddito di cittadinanza addio: arrivano l’Assegno di inclusione e il taglio del cuneo fiscale. Tutte le misure del Cdm sul lavoro

Fibrillazioni tra la premier Giorgia Meloni e i sindacati sulle decisioni del Governo sul lavoro del Primo Maggio che ridimensionano il Reddito di cittadinanza sostituendolo con l’Assegno di inclusione e tagliano – ma solo per sei mesi – Il cuneo fiscale per i lavoratori delle fasce più basse

Reddito di cittadinanza addio: arrivano l’Assegno di inclusione e il taglio del cuneo fiscale. Tutte le misure del Cdm sul lavoro

Arrivano le tanto attese misure sul lavoro, con il decreto approvato dal Consiglio dei ministri che il governo Meloni ha simbolicamente voluto convocare per oggi, Primo Maggio, nel giorno della Festa dei Lavoratori. Sul fronte della copertura la misura verrebbe finanziata con i 3,4 miliardi di euro recuperati con il Def appena approvato e che portano ad un aumento del debito rispetto al tendenziale per il 2023. Mentre altri 1,6 miliardi sono stati recuperati attraverso la revisione di misure già previste.

“Non è una mancanza di rispetto, è un segnale e mi sarei aspettata un ‘bravi'”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni a margine dell’incontro con i leader sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl convocato a Palazzo Chigi ieri sera, al quale non sono mancate polemiche e tensioni. “Era un modo – ha sottolineato – per dire ‘ci siamo e ci siamo tutti’, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo”.

Decreto Lavoro: ecco le principali misure

Ma quali sono le nuove misure del decreto lavoro? Dal taglio del cuneo fiscale alla riforma del Reddito di cittadinanza, che verrà sostituito con il nuovo assegno di inclusione, fino alle norme per i contratti a termine: ecco le principali novità.

Taglio del cuneo fiscale: come cambia la busta paga?

Il taglio del cuneo fiscale sulle retribuzioni fino a 35mila euro lordi salirà di altri sei punti rispetto ai due tagliati finora, mentre per le retribuzioni fino a 25mila di sette punti contro gli attuali tre. I lavoratori dipendenti avranno quasi 100 euro in più in busta paga. Ma la busta paga sarà più pesante per solo cinque mesi, da luglio a dicembre poi si tornerà al taglio del cuneo del governo Draghi, ma i lavoratori potranno beneficiare della tredicesima. L’idea è di replicare la misura anche nel 2024, ma la misura costerà almeno 12 miliardi.

Aumento della soglia dei fringe benefit

C’è poi un’altra novità per la categoria: niente tassazione sui fringe benefit per i premi aziendali fino a 3.000 euro ai lavoratori con figli a carico. “Non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000”. La spesa prevista è pari a 142 milioni di euro per l’anno 2023, 12,4 di euro per il 2024.

Addio al Reddito di cittadinanza, arriva l’Assegno di inclusione

Dal 1° gennaio 2024, come misura di “contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale”, arriva l’Assegno di inclusione. La misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza è rivolta alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60 e che potrà arrivare a 500 euro al mese (630 euro se composta da over 67 o con disabili gravi), cui aggiungere 280 euro mensili se vivono in affitto. L’Assegno di inclusione verrà erogato per 18 mesi e potrà essere rinnovato, dopo lo stop di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi. Necessario essere residenti in Italia da almeno cinque anni e avere un Isee non superiore a 9.360 euro. Per avere il beneficio si dovrà iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl). Verranno inaspriti i controlli sui beneficiari. L’Adi verrà revocato nel caso di rifiuto anche di una sola offerta di lavoro della durata superiore a un mese e con retribuzione in linea con i minimi contrattuali. Unico vincolo, per i lavori a termine inferiori a 12 mesi, che il luogo di lavoro non disti più di 80 chilometri dal domicilio del beneficiario. Se invece l’offerta è a tempo indeterminato potrà venire da tutta Italia.

Per quanto riguarda gli adulti tra i 18 e i 59 anni, abili al lavoro, single o coppie è prevista una indennità di 350 euro, ma solo se frequentano i corsi di formazione, altre misure di politica attiva, il servizio civile, i lavori socialmente utili. Un miniassegno che potrà essere richiesto dal primo settembre 2023 e non potrà essere percepito per più di un anno.

Incentivi per le assunzioni e nuovo bonus per i giovani Neet

Ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’Assegno di inclusione con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, sarà riconosciuto, per un anno, l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8.000 euro annui (al 50% se a tempo determinato o stagionale).

Inoltre, se i datori di lavoro privati assumeranno dall’1° giugno al 31 dicembre 2023 giovani under 30 Neet – che non studiano e non lavorano – e che siano registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani” potranno presentare domanda per ottenere un incentivo per un anno, “nella misura del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali”.

Contratti a termine: causali più “soft”

Saranno rimossi molti vincoli alle assunzioni a termine: il ricorso al rapporto di lavoro a tempo determinato è libero per i primi 12 mesi, e poi condizionato per un periodo successivo fino a due anni. C’è anche la proroga di un anno, nelle aziende con almeno mille dipendenti, dei contratti di espansione, finalizzati a consentire i prepensionamenti fino a 5 anni.

Le causali – motivazioni che giustificano l’utilizzo del rapporto a tempo determinato anziché indeterminato – diventeranno più “morbide” e saranno legate ai contratti collettivi o aziendali oppure demandate a patti tra datore di lavoro e lavoratore. In realtà sono diversi i contratti che già lo fanno: tessile-abbigliamento, artigiani dell’alimentare, pelletteria, cartai e lavanderie industriali. Con questo intervento il governo intende dunque allargare l’area dei settori coinvolti.

Apprendistato oltre 29 anni e voucher fino 15mila euro

Salta il limite di età di 29 anni per i contratti di apprendistato professionalizzante per il conseguimento di una qualificazione professionale nel settore turistico e termale. E sale fino a 40 anni per chi è disoccupato. Quanto ai voucher sale la soglia di utilizzo da 10mila a 15mila euro per gli utilizzatori che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento, ad eccezione però degli utilizzatori che hanno fino a 25 lavoratori subordinati a tempo indeterminato.

Novità per la Sicurezza tra le misure del decreto Lavoro

Non solo nuove misure di sostegno o incentivi all’occupazione, il decreto Lavoro introduce novità anche per quello che riguarda la sicurezza sul lavoro. C’è l’estensione dell’obbligo di nomina del medico competente, destinatario di nuovi compiti. I lavoratori autonomi saranno più tutelati sui cantieri mobili e temporanei, mentre colf, badanti e lavoratori domestici in genere potranno accedere alla sorveglianza sanitaria dell’Inail. Alla stessa tutela accederanno gli studenti e il personale scolastico nel caso di infortuni nell’ambito della formazione. Sempre sull’istruzione, il governo istituisce col decreto lavoro un fondo per risarcire le famiglie degli studenti deceduti per infortunio durante i percorsi scuola-lavoro. Il risarcimento sarà retroattivo.

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