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Recessione alle porte? I mercati hanno paura. Materie prime in calo: sull’Europa pesa l’incognita del gas

Secondo un ex governatore della Fed, “l’economia rischia un tonfo alla Willy il Coyote” – Scende lo spread in attesa del paracadute Bce – Bruxelles lavora al tetto per il gas

Recessione alle porte? I mercati hanno paura. Materie prime in calo: sull’Europa pesa l’incognita del gas

Non solo inflazione: le Borse, in attesa dei prossimi rialzi dei tassi, ormai incorporano l’attesa di una recessione anticipata. La Fed, almeno in via ufficiale, non dispera di poter limitare i danni, ma l’ex governatore della Fed di New York, Bill Dudley, è impietoso: “Corriamo nel vuoto come Willy il Coyote – scrive su Bloomberg – un tonfo pesante mi sembra inevitabile”.

In questa cornice, i mercati viaggiano in altalena, “ma la mancanza di una direzione precisa da parte dei mercati statunitensi e asiatici potrebbe spingere l’Europa a un’apertura ancora una volta debole” rileva Jeffrey Halley, di Oanda. L’incognita energia, sotto il ricatto russo, è assai più alta nel Vecchio Continente rispetto all’Asia (che compra a sconto) e gli Usa.

Asia incerta. Ancora giù la Corea

Stamattina il future dell’indice EuroStoxx 50 è in calo dello 0,5%. Sono negativi, ma solo di poco, anche i future di Wall Street.

In Asia Pacifico sono deboli le borse della Corea del Sud e del Giappone. In rialzo il BSE Sensex di Mumbai: +1%. Salgono sia l’Hang Seng di Hong Kong (+1%), sia il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen (+0,4%).

Powell: Non mi sento di escludere la frenata dell’economia

Le materie prime stanno adeguandosi all’arrivo di un rallentamento della domanda, l’indice Bloomberg Commodity, al quarto giorno di ribasso, stamattina tocca i minimi da fine maggio. Il petrolio WTI è a 104 dollari, in calo del 2%. Il greggio del Texas perde il 14% dal picco dell’otto di marzo a 123,70. Ma negli Stati Uniti gli effetti del carovita si cominciano a vedere alla pompa: il Wall Street Journal scrive che la domanda è dell’8% più bassa rispetto a un anno fa.

Ieri i mercati, dopo un avvio pessimo, hanno cambiato rotta con l’avvio dell’audizione del presidente della Fed. “Non me la sento di escludere che l’aumento dei tassi possa causare un calo dell’economia”. Così Jerome Powell al Congresso alle 15 e 30 di Washington. L’ora non è un dettaglio perché in quel momento, secondo Bloomberg, l’indice S&P segnava -21% da inizio anno, ovvero il dato peggiore dai tempi della presidenza di Richard Nixon. Ma la battuta di Powell ha innescato una timida ripresa. Non solo in Usa, ma anche in Europa.

Milano limita i danni, Btp Italia sopra i 7 miliardi

Piazza Affari ha limitato i danni chiudendo a -1,39% dopo aver accusato perdite largamente superiori al 2%.

In rosso anche Francoforte e Parigi. Pesa su Londra, paralizzata dagli scioperi dei mezzi pubblici, il boom dell’inflazione al 9,1%.

In attesa del piano Bce, scende ancora lo spread a 191 punti. Il rendimento del Btp decennale arretra a +3,53%, il Bund di pari durata è all’1,62%.

Btp Italia ha superato ieri, ultimo giorno dell’offerta retail, i 7 miliardi. oggi si chiude con le sottoscrizioni degli istituzionali.

Wall Street piatta, Revlon alle stelle: +800%

Chiudono in recupero ma in rosa pallido anche i mercati americani. S&P 500 archivia la seduta a -0,13%. Dow Jones e Nasdaq -0,15%.

Acciaccati dalle perdite ma ancora vivi i Robinhooders, cioè il parco buoi di Wall Street, tornano alla carica. Il titolo Revlon, la casa di cosmetici in svendita, ha messo a segno ieri un rialzo dell’800% in attesa di un’improbabile ripresa.

Le aspettative di recessione danno vigore alle obbligazioni, il Treasury Note a dieci anni tratta a 3,14%, da 3,25% di ieri. Sono scese anche le aspettative sull’inflazione a dieci anni, a 2,54%. Sono rimasti quasi invariati i tassi reali.

Il sollievo di Wall Street si spiega con la convinzione che la Fed, pur facendo la guerra all’inflazione, cominci a valutare con serietà il rischio recessione. La stretta sui tassi, dicono gli ottimisti, sarà dura ma durerà poco. Ma andrà così? È ormai ricorrente il richiamo alla stagione di Nixon e della stagflazione, è più che pertinente. “L’esperienza degli anni Settanta – nota Alessandro Fugnoli – riporta molti esempi di tentativi di abbassare l’inflazione interrotti troppo presto. Sarà così anche questa volta?”. Forse no, specie se il presidente Biden riuscirà a coinvolgere i petrolieri nella campagna antinflazione.

Il gas naturale sale ancora: 130 euro al megawatt

Non è meno problematica la questione del gas naturale in Europa, ormai all’ottavo giorno consecutivo di rialzo del prezzo a 130 euro per megawatt/ora, +4%. Il direttore dell’Agenzia Internazionale dell’Energia ha detto a Reuters che la Russia potrebbe interrompere del tutto le forniture di gas all’Europa. Per i paesi consumatori è quindi urgente agire subito, mettendo un tetto al prezzo di gas e petrolio, strada finora scartata per paura di un ricatto che Mosca già pratica. Ma è assai difficile che il Consiglio europeo di oggi prenda una decisione: la Germania, pur colpita dai tagli alle forniture, resta contraria.

Draghi mette in campo nuovi sostegni sull’energia

In questa situazione l’Italia tenta di correre ai ripari. Il governo italiano ha approvato ieri sera nuove misure per aiutare famiglie e imprese a far fronte all’impennata dei costi dell’energia e a potenziare lo stoccaggio del gas. Il valore del pacchetto di aiuti è di circa 3,3 miliardi di euro, che si andrà a sommare agli oltre 30 miliardi di euro messi a bilancio da gennaio per attenuare l’impatto dei costi alle stelle di elettricità, gas e benzina. Gli importatori di gas dovranno pagare un contributo mensile fino a marzo 2023 per ridurre le bollette energetiche dei consumatori, si legge nella bozza, che specifica che Roma rimborserà le imprese che registreranno perdite. Il ministro per la Famiglia Elena Bonetti ha detto ai giornalisti che il governo intende anche estendere il taglio di 25 centesimi al litro delle accise sul carburante al distributore, che dovrebbe scadere l’8 luglio.

Poco mossi euro, oro e bitcoin

L’euro, salito nelle tre precedenti sedute, è poco mosso a 1,057. La risalita dei rendimenti riduce l’appeal dell’oro, stamattina a 1.831 dollari. Va su e giù intorno a quota 20.000 dollari, il bitcoin.

Saipem, Pirelli, Stm: i titoli da seguire.

Prevedibile un tentativo di rimbalzo per Saipem, dopo il tonfo del 20% seguito all’annuncio dei termini dell’operazione sul capitale. Ma “l’incertezza economica, la volatilità e la storia complicata di Saipem potrebbero indurre gli investitori a diffidare”, ha commentato la rubrica Breakingviews di Reuters. “Il fatto che Saipem abbia avvertito di poter annullare l’emissione di diritti all’ultimo minuto potrebbe anche scoraggiare alcuni azionisti. Tuttavia, Saipem dovrebbe beneficiare della crescente domanda di servizi di petrolio e gas nel periodo del boom energetico post-ucraino”.

Sotto pressione A2A ed Enel. La siccità mette a dura prova anche la produzione di energia elettrica. Delle grandi centrali termoelettriche sul Po, tre hanno interrotto la produzione mentre altre sei sono a rischio. Nelle prime due settimane di giugno la produzione di energia idroelettrica è crollata del 39%. Si stanno preparando a riaccendersi e a digerire carbone a tonnellate le centrali di Venezia Fusina (Enel), La Spezia (Enel), Monfalcone (A2A).

Pirelli ha approvato ieri una nuova linea bancaria “Sustainability-linked” da 400 milioni di euro.

Le novità su Toshiba potrebbero dare una spinta a Stm. Il gruppo giapponese alla Borsa di Tokyo chiude in rialzo del 5%, a 5.750 yen. Il rally è stato provocato dalle indiscrezioni di Reuters sull’arrivo di un’offerta ad un prezzo intorno a 7.000 yen, prezzo che valuterebbe la società 22 miliardi di dollari.

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