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Rc auto: prezzi -8% nel 2014, ma chi cambia compagnia risparmia di più

RELAZIONE ANNUALE IVASS – Secondo il presidente Salvatore Rossi, un assicurato su sei ha cambiato compagnia lo scorso anno, con una riduzione di prezzo media del 22% – Perdita autosufficienza in età avanzata: si può aprire un nuovo mercato – In arrivo due rivoluzioni: il digitale e Solvency 2.

Rc auto: prezzi -8% nel 2014, ma chi cambia compagnia risparmia di più

In Italia il prezzo medio delle polizze Rc auto è calato nel 2014 “di quasi l’8%, proseguendo in una tendenza discendente iniziata l’anno prima”. Lo ha detto oggi Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, nel corso della relazione annuale sull’attività svolta dall’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni. 

Il dato emerge dalla “nostra indagine IPER sui prezzi effettivi delle polizze Rc auto – ha precisato Rossi –, quindi non su quelli di listino, poco indicativi”. Ma come mai i prezzi scendono? Innanzitutto, perché diminuiscono gli incidenti: “Il rapporto fra sinistri e veicoli circolanti è sceso ancora, al 6%, anche per effetto della recessione – ha spiegato il numero uno dell’Ivass –; era al 7,4% nel 2011. Notevolissimo il calo delle microlesioni: -17%. Si sono ridotte a un terzo di quel che erano nel 2011”. 

Sul fronte della concorrenza, invece, “è aumentata la mobilità dei clienti fra una compagnia e l’altra – ha continuato Rossi –, esercitando una pressione forte al ribasso dei prezzi: un assicurato su sei ha cambiato compagnia lo scorso anno, spuntando una riduzione di prezzo pari in media al 22% rispetto al contratto precedente, mentre chi è rimasto fedele alla sua compagnia ha beneficiato, sì, di una riduzione di prezzo, ma solo del 5%”. 

In generale, in Italia “ci sono stati progressi considerevoli” sul fronte dell’Rc auto, ma “da molti anni siamo il Paese dalle tariffe più alte nel confronto inrternazionale”, soprattutto a causa “dell’enorme presenza di frodi”, ha ricordato ancora Rossi.

ASSICURAZIONE PER IL RISCHIO DI PERDITA DELL’AUTOSUFFICIENZA IN ETA’ AVANZATA

Per quanto riguarda il rapporto fra assicurazioni e previdenza, il Presidente dell’Ivass ha parlato del “rischio di perdita dell’autosufficienza nell’età avanzata”: un fenomeno che “si sta diffondendo” e che “la sanità pubblica ha difficoltà a fronteggiare”, lasciando “notevoli spazi potenziali di mercato per le compagnie assicurative”. Sarebbe però necessario l’aiuto dello Stato, che secondo Rossi avrebbe interessa a muoversi in questa direzione, perché “incentivare fiscalmente questo tipo di assicurazione è un buon affare per l’Erario, nella misura in cui stimola transazioni altrimenti non realizzate, consentendo inoltre risparmi dal lato delle prestazioni sanitarie pubbliche”. 

ASSICURAZIONI COME FONTI DI CREDITO: IL PROGETTO NON HA FUNZIONATO

Nel corso della sua relazione, Rossi ha anche ammesso che finora il sistema assicurativo italiano non ha colto un’opportunità offerta dalla legge, “quella di contribuire al finanziamento delle imprese investendo in mini-bond e in prestiti cartolarizzati, o erogando direttamente credito. Il potenziale di investimento in queste forme è di 60 miliardi di euro”, ma “lo spazio aperto dalle nuove norme non è stato usato” e ciò significa che “non sono stati offerti alle compagnie prodotti adeguati, o che ha prevalso in loro la prudenza nell’avventurarsi su terreni poco familiari”.  

SOLVENCY 2: IN ITALIA SOLO 3% MERCATO AVREBBE BISOGNO DI AUMENTI DI CAPITALE

Sul versante della regolamentazione, il nuovo regime Solvency 2 entrerà in vigore nel 2016 e la sua struttura non è ancora definitiva, “tuttavia, dalle prime segnalazioni di vigilanza coerenti con Solvency 2 e riferite al 31 dicembre 2014 – ha continuato il numero uno dell’Ivass – sono emerse indicazioni complessivamente tranquillizzanti: i fondi propri ammissibili si commisurano, per l’intero sistema, a più di due volte il requisito regolamentare e le imprese che secondo questi dati necessiterebbero di aumenti di capitale rappresentano il 3% del mercato in termini di raccolta premi”. 

LA RIVOLUZIONE DEL DIGITALE

“Anche nel mondo assicurativo, come in quello bancario – ha aggiunto Rossi – il nuovo ecosistema digitale in cui siamo tutti immersi mette a rischio i modi tradizionali, ad alta intensità di lavoro, di sovlgere il core business, assimilandolo a una commodity la cui produzione andrebbe automatizzata perché sia efficiente e redditizia. Il punto chiave, per le assicurazioni come per le banche, è la conoscenza del cliente; quella conoscenza che il mondo digitale, popolato di social media, rende secondo alcuni meglio acquisibile con procedure automaticheche attraverso la relazione umana funzionario-cliente”.  

ASSICURAZIONI ITALIANE: NEL 2014 RACCOLTA +20%, INVESTIMENTI +12%

Quanto ai numeri fatti segnare l’anno scorso dal sistema assicurativo italiano, Rossi ha sottolineato che la raccolta è stata “decisamente migliore della media europea”: poco meno di 150 miliardi di euro (quasi il 9% del Pil), per una crescita del 20% rispetto al 2013. “La crisi del biennio 2011-2012 è superata – ha commentato Rossi –, ma l’aumento è tutto nel comparto Vita: le polizze per danni, in particolare quelle per RC auto, restano su una linea di tendenza discendente”. 

Infine, “anche gli investimenti delle compagnie assicurative sono aumentati nel 2014 – ha concluso il Presidente dell’Ivass –. La loro consistenza complessiva alla fine dell’anno aveva raggiunto i 630 miliardi i euro, quasi il 12% in più rispetto al 2013”.         

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