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Processo Mediaset, condanna Berlusconi: appello bis per l’interdizione il 19 ottobre

La corte d’Appello di Milano si riunirà per rideterminare l’interdizione dai pubblici uffici inflitta al Cavaliere al termine del processo Mediaset – Oggi alle 15 si riunirà per la prima volta la Giunta per le elezioni del Senato, chiamata a decidere sulla decadenza di Berlusconi da Palazzo Madama – Dal Pdl ancora minacce al governo Letta.

Processo Mediaset, condanna Berlusconi: appello bis per l’interdizione il 19 ottobre

Silvio Berlusconi scrive in agenda un nuovo appuntamento. Il 19 ottobre la corte d’Appello di Milano si riunirà per rideterminare l’interdizione dai pubblici uffici inflitta al Cavaliere al termine del processo sulla compravendita dei diritti tv Mediaset. 

Il primo agosto la Cassazione aveva confermato la condanna a quattro anni per frode fiscale stabilita dalla Corte d’Appello, prescrivendo tuttavia che fosse ricalcolata la pena accessoria, inizialmente stabilita in cinque anni, nonostante la legge preveda che per quel tipo di reato sia compresa tra un minimo di un anno e un massimo di tre. 

Intanto, oggi alle 15 si riunirà per la prima volta la Giunta per le elezioni del Senato, chiamata a decidere sulla decadenza di Berlusconi da Palazzo Madama. La composizione della Giunta è sulla carta assolutamente sfavorevole al cavaliere, con 14 voti potenzialmente favorevoli e solo otto contrari alla decadenza dell’ex premier.

Sulla durata dei lavori, tuttavia, c’è ancora molta incertezza: il Pdl cerca di prendere tempo, puntando ad attendere il pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’Uomo, cui la difesa dell’ex premier ha presentato ricorso. Se Strasburgo desse ragione al Cavaliere, i suoi legali potrebbero chiedere la revisione del processo, ma si tratta di una prospettiva poco probabile. 

Il dibattito si concentra sull’applicabilità al caso Berlusconi della legge Severino (che prevede, oltre alla decadenza, l’incandidabilità per sei anni per i condannati in via definitiva a pene superiori a due anni), dal momento che la norma è entrata in vigore dopo il reato.   

Il vicepremier e segretario Pdl Angelino Alfano ha cercato oggi di spostare lo scontro dal piano politico a quello giuridico: “Chiediamo alla commissione di sfuggire alla logica centrodestra-centrosinistra per evitare che la decisione sia politica – ha detto in mattinata su Canale 5 –. Se questo non dovesse succedere, è evidente che i numeri sono a favore della sinistra che vuole la decadenza immediata di Berlusconi”. 

A stretto giro, il capogruppo alla camera Renato Brunetta ha riportato la polemica all’interno del governo, minacciando nuovamente la tenuta del governo Letta: “Se il Partito democratico pensa oggi di far decadere Berlusconi per toglierselo dai piedi non avendolo vinto alle elezioni, pensa una cosa irresponsabile, perché verrà meno immediatamente la maggioranza con quel che segue. Ci rifletta il Partito democratico”. 

Il Premier in persona, tuttavia, non sembra preoccupato: “Il Pdl non lascerà la coalizione”, ha detto ai microfoni della Bbc.

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