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Private banking: Banca Generali sul podio con Intesa e Unicredit

Secondo la 17esima edizione dell’indagine Magstat, i primi posti sono occupati dai più grandi istituti commerciali. Terza la banca dei consulenti guidata dall’Ad Gian Maria Mossa a conferma di una crescita pluriennale.

Private banking: Banca Generali sul podio con Intesa e Unicredit

Per gestire i propri soldi i risparmiatori italiani si affidano in maniera sempre più convinta a consulenti professionali. La conferma viene da Magstat Consulting, società specializzata nelle analisi dei portafogli e delle masse private, che ha presentato la sua ormai storica indagine sul mondo del private banking italiano, giunta alla 17esima edizione.

Il report ha scandagliato i numeri dei 268 operatori finanziari che offrono servizi di private banking e family office nel nostro Paese ed evidenzia che, al 31 dicembre 2019, il totale delle attività finanziarie gestite dai player censiti ammonta a 1.047 miliardi di euro suddivisi su almeno 1.376.207 clienti. Gli analisti Magstat stimano che il mercato italiano del private banking e dei family office vale, a fine 2019, complessivamente 1.200 miliardi e presenta una quota non ancora raggiunta dai servizi di private banking pari al 12,8%. Emerge di conseguenza che la quota di mercato servita è dell’87,2% ed è in continua crescita dal momento che un anno fa (fine 2018) era pari a 944 miliardi di euro, ossia dell’84,3% del potenziale mercato.

Il report fa, dunque, riferimento a quanto successo nel mondo del private banking appena prima che il Covid si abbattesse sulle nostre vite e documenta di un settore in espansione che in ogni caso, come noto dai dati di raccolta di questi mesi, si conferma stabile malgrado l’avvento della pandemia. Uno status di salute che, anche stando ai dati raccolti sino a fine 2019, sembra merito degli operatori del settore i quali, grazie alla propria rete di consulenti, si dimostrano costantemente al fianco alle famiglie italiane, supportandole nella pianificazione di azioni coerenti con i loro progetti di vita e aiutandole a proteggere il patrimonio dalle sfide che incombono sul risparmio.

L’indagine Magstat, numeri alla mano, mette in fila quali banche hanno conseguito i migliori risultati nel 2019. In cima ai 268 operatori troviamo lo stesso podio dello scorso anno. In tal senso, l’affermazione dell’emanazione private dei due colossi bancari del Paese è scontata: Intesa Sanpaolo gestisce 175,2 miliardi di masse, seguita da Unicredit con 108,1 miliardi. Meno scontata la riconferma al terzo posto di Banca Generali con 44,2 miliardi che rappresenta l’affermazione del modello di banche-reti come alternativa in ascesa nella gestione del patrimonio degli italiani. La società guidata dall’AD Mossa era arrivata sul podio delle maggiori realtà-private in Italia l’anno prima dopo una scalata impressionante negli ultimi anni. Basti pensare al fatto che nel 2013 la banca triestina non figurava nemmeno nella top ten di Magstat e nello stesso periodo ha quasi triplicato le masse complessive (ora oltre i 70 miliardi).

Che le reti di consulenza siano gli attori più dinamici nei servizi finanziari italiani non è una novità. L’osservatorio condotto dalla società di analisi IT Reply sul Wealth Management italiano fotografa infatti per il periodo tra il 2008 e il primo trimestre 2020 una vistosa accelerazione dei principali operatori. E anche qui il primato di “lepre” per crescita spetta ancora una volta a Banca Generali che ha visto aumentare gli asset under management del 464% (passando da 11,2 miliardi del 2008 ai dati attuali) e migliorando anche del 273% il rapporto tra masse e numero di consulenti.

Tornando alla classifica Magstat i primi posti della griglia si completano con Ubi Banca e Bnl Bnp Paribas che si posizionano davanti a Fineco, Deutsche Bank e Ubs. Parte da qui l’attesa per l’indagine 2021 che certamente sarà una nuova, attendibile cartina di tornasole per capire come questo periodo segnato dalla pandemia avrà impattato sul mondo del private banking. E per verificare se, ancora una volta, il mondo dei consulenti avrà saputo conquistare una fetta di quel 12,8% di quota di mercato non servito che ad oggi gli analisti di Magstat vedono disponibile, ossia 153 miliardi di euro.

“In questo nuovo contesto è ancora più importante dare concretezza e forza alla nostra ambizione di essere Partner di Vita delle persone, dimostrando di essere presenti e vicini con soluzioni concrete e immediate. Noi come settore possiamo avere un grande ruolo per la ripresa: per la gestione dei rischi; per essere punto di riferimento sulla salute; per dare il nostro supporto sui temi dell’autosufficienza, della protezione e del risparmio” ha dichiarato Marco Sesana, Country Manager & CEO di Generali Italia e Global Business Lines, intervenuto questa mattina all’evento in streaming Energy Talk organizzato da Rcs Academy e Corriere della sera.

Intanto, sempre nel mondo Generali, il Country Manager & CEO di Generali Italia e Global Business Lines Marco Sesana è intervenuto all’Online Energy Talk organizzato da Rcs Academy e Corriere della Sera, sul tema del Green New Deal: “La sostenibilità – ha detto – è per noi un abilitatore del piano strategico 2019-21 e adottiamo un approccio distintivo in un mondo in continua trasformazione, attraverso ascolto, ecosistemi e misurabilità. Sostenibilità per noi significa quindi fare bene impresa con un impatto positivo sull’economia reale, intrecciando la nostra azione di business e l’impegno nelle comunità. Vogliamo creare valore condiviso nel lungo periodo per tutti gli stakeholder e misurarlo in termini economici, sociali e ambientali, condividendone e assumendone i rischi”.

“Quello che ci è altresì chiaro – ha aggiunto il manager – è che l’impatto delle nostre scelte aziendali diventa ancora più ampio e positivo se siamo in grado di coinvolgere tutti i nostri stakeholder, le nostre persone. Sto parlando dei nostri 10 milioni di clienti, più di 12 mila dipendenti, oltre 40 mila distributori su tutto il territorio nazionale. Le nostre azioni di business e il nostro impegno nelle comunità puntano dunque anche a stimolare nelle persone l’adozione di comportamenti responsabili. Ad esempio, con Welfare Index PMI promuoviamo l’attivazione da parte delle PMI di iniziative di welfare a sostegno e beneficio dei propri dipendenti e delle comunità di riferimento. Dall’analisi 2020 è emerso, infatti, che le aziende che hanno strutture di welfare più solide hanno saputo meglio resistere alla crisi. Non solo: con GeneraSviluppo Sostenibile di Generali Italia, abbiamo creato la prima soluzione assicurativa di investimento che permette ai clienti di scegliere l’obiettivo per lo sviluppo sostenibile più vicino ai propri valori, di investire in aziende ad alto rating di sostenibilità e misurare l’impatto della propria scelta. Sono convinto che tutte queste azioni siano in grado di conciliare la buona etica con il successo economico che guida la nostra azione del fare bene impresa”.

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