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Previdenza complementare: Italia ancora molto indietro

FOCUS BNL: in Italia la partecipazione alla previdenza complementare appare ancora limitata con solo 7,3 milioni di iscritti nel 2015 – Per le forme pensionistiche e gli enti previdenziali privati, la legge di Stabilità ha introdotto nel 2015 alcune misure volte a mitigare l’inasprimento della tassazione sui rendimenti

Previdenza complementare: Italia ancora molto indietro

In Italia la partecipazione alla previdenza complementare appare ancora limitata. A fine 2015 gli iscritti ammontavano a circa 7,3 milioni e le risorse destinate alle prestazioni avevano raggiunto i 139 miliardi di euro; si tratta di un valore pari a circa l’8,1% del Pil e il 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Il tasso di adesione risulta pari al 25,6% rispetto alla forza lavoro e al 29,5% rispetto agli occupati. Per i dipendenti del settore privato il tasso di adesione supera il 33%, con valori diversificati per dimensione aziendale. Si stima un valore prossimo al 50% nelle imprese con almeno 50 addetti che scende al 20% nelle imprese di minore dimensione.

I fondi pensione indirizzano una componente rilevante del loro portafoglio nel sistema paese. Gli investimenti in Italia ammontano a circa 35 miliardi di euro, in prevalenza titoli Stato (28 miliardi). La componente di finanziamento indirizzata alle imprese italiane appare molto più ridotta (2,6 miliardi di euro, il 3% del totale). Una porzione significativa del risparmio previdenziale degli italiani è affidato anche alle Casse di previdenza privata. Nel complesso le attività patrimoniali delle Casse a fine 2014 ammontavano a 72 miliardi di euro. Rispetto ai fondi pensione le casse investono in Italia una porzione maggiore del loro patrimonio (il 62%). Le casse e i fondi pensione complessivamente gestiscono un stock di capitale superiore ai 200 miliardi di euro.

Nel rilancio degli investimenti di medio e lungo periodo, gli investitori istituzionali possono esercitare un ruolo importante, fornendo risorse finanziarie alternative al credito bancario. Per le forme pensionistiche e gli enti previdenziali privati, la legge di Stabilità ha introdotto nel 2015 alcune misure volte a mitigare l’inasprimento della tassazione sui rendimenti (dall’11 al 20% per i fondi e dal 20 al 26% per le Casse di previdenza) previsto a partire dal 2014. Si tratta di un credito di imposta, di entità diversa per fondi e casse, nel caso in cui tali enti investano nell’economia reale italiana allocando una porzione delle loro risorse in azioni, obbligazioni o quote di OICR, con un obiettivo di mediolungo termine.

I potenziali benefici di una maggior partecipazione degli enti previdenziali al finanziamento delle imprese sarebbero non solo per le imprese stesse ma anche per i fondi dal momento che, in un sistema economico più sano, gli schemi previdenziali beneficerebbero di una migliore diversificazione, di un bacino più ampio in termini di possibili adesioni e di un maggior potenziale contributivo.


Allegati: Focus Bnl

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