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Presidenziali Francia, Sarkozy corteggia il Fn puntando su patria e “frontiere”. E rimonta Hollande

Nel meeting conclusivo di Tolosa il presidente uscente gioca tutte le sue carte alla conquista dell’elettorato di estrema destra e fa il protezionista: “Non lasceremo che la Francia si perda nella globalizzazione” – Dopo aver dribblato nel weekend i casi DSK e Gheddafi, i sondaggi lo danno in lieve recupero sul candidato socialista – Domenica il ballottaggio

Presidenziali Francia, Sarkozy corteggia il Fn puntando su patria e “frontiere”. E rimonta Hollande

Parata su Gheddafi, contropiede su DSK e assist vincente agli elettori di Marine Le Pen. Inizia così la rimonta di Nicolas Sarkozy a una settimana dal ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi che lo vedrà opposto al candidato socialista François Hollande, quest’ultimo sempre favorito dai pronostici.

Secondo l’ultimo sondaggio Ipsos per France Télévisions, Radio France e Le Monde, però, il presidente uscente starebbe facendo sentire il fiato sul collo al leader della gauche, che in Francia vedono ormai tutti come prossimo inquilino dell’Eliseo: lo scarto fra i due, che qualche settimana fa aveva raggiunto i dieci punti percentuali, va ora leggermente assottigliandosi e vede Hollande sempre in testa ma col 53% delle intenzioni di voto, rispetto al 47% di Sarkozy.

Vantaggio ancora buono, ma qualcosa il leader dell’Ump sta rosicchiando. E come era prevedibile, la partita si sta giocando intorno al recupero dei voti del Front National di Marine Le Pen, i cui elettori infatti, secondo lo stesso sondaggio Ipsos, si stanno orientando al 54% verso Sarkozy e solo al 14% verso Hollande (mentre il 32% è ancora indeciso). Non solo: Sarkozy avrebbe persino recuperato un 3% dei voti del candidato di estrema sinistra Mélenchon, i cui elettori “solo” all’80% hanno già dichiarato che voteranno sicuramente per lo sfidante socialista, considerato da qualcuno non sufficientemente spostato a sinistra.

Che cosa accomuna, anche se agli antipodi, Le Pen e Mélenchon? L’anti-europeismo. Ecco perchè Sarko, dopo aver restituito al mittente le accuse complottiste di Dominique Strauss-Kahn (dal quale ha preso le distanze anche Hollande) in una presunta intervista – poi smentita – rilasciata al Guardian, e annunciato querela al sito Mediapart che lo accusava di essersi fatto finanziare dal dittatore libico Gheddafi la campagna elettorale del 2007, ha dedicato poi tutte le sue energie nel super meeting di domenica a Tolosa al tema della nazione e delle “frontiere”.

Con una serie di slogan ad effetto niente male: “Il messaggio del primo turno è che i francesi non vogliono che il loro Paese si diluisca nella globalizzazione, e noi non permetteremo questo”, o ancora: “L’Europa ha affievolito la Nazione”, “I Paesi vincenti, oggi, sono quelli che credono nello spirito nazionale”. Una decisa virata a destra, a raccogliere il malcontento della Francia profonda nei confronti di Bruxelles, Berlino e Francoforte, e a solleticarne l’orgoglio sul tema delle “frontiere”, parola chiave di questa fase elettorale, riportata tra virgolette sulla stampa transalpina poichè riferita sia al protezionismo economico più volte invocato da Sarko che alla questione dell’immigrazione, anch’essa di recente cavalcata alla grande.

Mano tesa al Front National, dunque, ma non troppo. Una piccola controsterzata infatti il navigato ex presidente l’ha fatta: “L’amore per la patria non va confuso con l’odio verso gli altri, che è invece un sentimento detestabile”. Sarkozy infatti non dimentica che oltre al 18% della Le Pen c’è da conquistare anche il pacchetto-voti del centrista Bayrou (9% al primo turno), i cui elettori difatti, secondo un sondaggio OpinionWay-Fiducial, giudicano al 60% la virata del presidente uscente “troppo a destra”, mentre il 56% ritiene “adeguata” la linea tenuta da Hollande, accusato solo dal 34% dei centristi di essere “troppo a sinistra”. Dopo Tolosa, però, l’operazione Le Pen sta intanto andando in porto: il 64% dei suoi elettori giudica “positiva” la campagna sarkozyana.

A sei giorni dal ballottaggio la corsa all’Eliseo, definita di recente dall’Economist come “la più frivola dell’Europa occidentale”, è ancora tutt’altro che chiusa.

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