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Presidenziali Francia: Hollande sempre più favorito. A lui i traditori di Sarkozy

Una serie di ex ministri del Presidente attuale scelgono il campo del candidato socialista – Perfino l’ex presidente Jacques Chirac avrebbe deciso di votare Hollande domenica prossima – Intanto, aperture verso il leader di sinistra anche da parte del mondo delle imprese.

Presidenziali Francia: Hollande sempre più favorito. A lui i traditori di Sarkozy

Siamo alle strette: domenica prossima i francesi votano per il primo turno delle presidenziali. E dai ieri, man mano che François Hollande lievita nei sondaggi, si segnala un’accelerazione nelle defezioni in campo altrui: una serie di personaggi della destra francese, ma soprattutto vari ex rappresentanti della politica di “apertura” che fu di Nicolas Sarkozy hanno dichiarato che voteranno per il candidato socialista. Voci ambigue, ma sempre più insistenti danno addirittura l’ex presidente Jacques Chirac, padrino della destra gollista, come intenzionato a mettere la croce su Hollande. Intanto, pure dal mondo delle imprese, in Francia tradizionalnente e decisamente a destra, giungono segnali di disponibilità nei confronti di Hollande.

Un’epoca è finitaC’era una volta Sarkozy, volto moderno e anticonformista della destra europea. Era il 2007, aveva vinto trionfalmente le elezioni. E iniziò a parlare di ecologia, di giustizia sociale, di “cose di sinistra”. E ando’ a reclutare per il suo Governo personaggi più o meno legati a quella tradizione politica. Ad esempio, Fadela Amara, di origini maghrebine, fondatrice dell’associazione “Ni putes ni soumises”, un mito per i giovani della periferia di Parigi. Divenne sottosegretario alla politica urbana. Si è dimessa nel novembre 2010, stanca di dover trattare con l’establishement dell’Ump, il partito di centro-destra. Ieri ha dichiarato che stavolta voterà per Hollande “e anche tutti quelli che sono attaccati ai valori della giustizia – ha dichiarato – sapranno chi votare”. Fadela, si sa, si porta dietro un bel po’ di voti. Come Martin Hirsch. Una carriera alle spalle di alto funzionario di Stato, già presidente di Emmaus e consigliere dell’Abbé Pierre, classificato politicamente a sinistra, venne scelto a sorpresa da Sarkozy come alto commissario alla Solidarietà attiva (ha praticamente ridisegnato tutti gli aiuti sociali francesi). Ha abbandonato pure lui il Presidente nel 2010. Oggi dice che voterà Hollande.

L’enigma Chirac – Che fra Sarkozy e l’ex presidente non corra buon sangue, è risaputo. Sì, fin dai tempi in cui il giovane Sarko divenne sindaco di Neuilly-sur-Seine contro la volontà del padre padrone del gollismo. Ma da lì a votare addirittura un socialista, uno di sinistra, ce ne vuole… E invece sembra che questa sia proprio la realtà. Lo ha appena dichiarato Jean-Luc Barré, storico e scrittore da sempre vicino alla destra, amico di Chirac. Ha detto che sia lui che l’ex presidente voteranno per Hollande già dal primo turno. L’entourage di Chirac non ha confermato, né smentito. E’ risaputo, comunque, che Hollande, deputato eletto nella Corrèze, il dipartimento da dove proviene Chirac, dopo un’iniziale diffidenza, ha iniziato da molto tempo ad apprezzare il socialista, soprattutto la sua moderazione in economia (al di là degli attuali proclami anti-finanza del candidato).

Perfino la Confindustria francese si fa viva – Il Medef, l’organizzazione che rappresenta gli imprenditori, è sempre stato politicamente vicino alla destra. E nell’era Sarkozy non ha smentito le attese. Ancora agli inizi di aprila Laurence Parisot, alla guida del Medef, ricordava “il lavoro straordinario in intensità e quantità svolto da Sarkozy”. Ma ieri a sorpresa si è mostrata quasi dispiaciuta di non avere mai incontrato Hollande. “Non è previsto un incontro prima di domenica, peccato – ha sottolineato -. Spero sia possibile in seguito, prima del secondo turno”. A Parigi anche solo quelle poche parole hanno rappresentato un piccolo shock. Una prima apertura degli industriali al candidato che vuole imporre una tassazione del 75% a tutti i redditi personali superiori al milione di euro netti all’anno. Già prima l’Institut de l’Enterprise, centro studi vicino al Medef, aveva bocciato il programma economico di Sarkozy. E giudicato molto più serio quello di Hollande. Anche la sua idea di rinegoziare il fiscal compact, l’accordo voluto dalla Merkel sul pareggio di bilancio, per introdurre nuove misure per favorire la crescita, raccoglie sempre più consensi anche fra gli imprenditori. Hollande sembra avere il vento in poppa., Ma manca ancora del tempo. Non è detta l’ultima parola.

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