Condividi

Povertà, via al piano nazionale di aiuti

Il consiglio dei ministri ha approvato la legge delega per l’istituzione di una misura nazionale di contrasto alla povertà – Il punto di partenza del provvedimento è il “principio dell’inclusione attiva” – In ballo 800 milioni di risorse stanziate dalla Legge di Stabilità: secondo le prime stime saranno 280mila le famiglie beneficiarie.

Povertà, via al piano nazionale di aiuti

Il Piano nazionale contro la povertà si appresta a partire, sulla base degli 800 milioni stanziati dalla Legge di Stabilità. A darne l’annuncio, al termine del consiglio dei ministri di ieri, è stato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Con la legge delega approvata oggi istituiamo una misura nazionale di contrasto alla povertà, un livello essenziale delle prestazioni”.

Il punto di partenza della misura è il “principio dell’inclusione attiva“, che procederà, secondo il ministro, lungo due binari principali: “un sostegno al reddito e una presa in carico per far sì che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione”.  

La legge delega, infatti, prevede l’allargamento del Sia, il Sostegno di inclusione attiva già sperimentato in 12 grandi città, a tutto il territorio italiano, rendendo, così, strutturale questo tipo di intervento, che consiste in un assegno medio tra i 200 e i 400 euro al mese. Parte delle risorse, invece, verrlanno indirizzate sull’Asdi, l’assegno che scatta una volta terminati i tradizionali sussidi di disoccupazione.  

Le prime stime del Governo sui beneficiari delle nuove misure parlano di circa 280mila nuclei familiari e 550mila bambini a carico, per un totale superiore al milione di persone, una cifra, comunque, ben inferiore ai 4 milioni di persone vicine alla soglia di povertà secondo l’Istat. Uno dei principi base del provvedimento, come detto, è quello dell’inclusione attiva, da un punto di vista sociale e lavorativo. L’accesso ai benefit, invece, sarà legato ai criteri del reddito Isee.

Sul fronte organizzativo, è prevista l’istituzione presso il ministero del Lavoro di un organismo nazionale di coordinamento, attribuendo allo stesso ministero nuove competenze in materia di verifica e controllo del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni, la promozione di accordi tra servizi sociali, enti ed organismi che si occupano di salute, inserimento lavorativo, istruzione e formazione. 

Commenta