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Popolari, primo sì alla riforma

Bocciate in aula alla Camera le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Forza Italia, Sel, Lega e M5S con 272 voti contrari e 136 a favore. Il decreto del governo va avanti, il relatore Causi (Pd): “Riforma importante, il governo valuti un tetto del 5-3 per cento al diritto di voto in assemblea per mantenere la proprietà diffusa”

Popolari, primo sì alla riforma

L’Aula della Camera ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità sul Dl banche presentate dalle opposizioni. I documenti erano stati presentati nell’ordine da Sel, Lega, Forza Italia e M5S. Con 272 voti contrari e 136 favorevoli (due gli astenuti) l’assemblea ha respinto le pregiudiziali che, se approvate, avrebbero avuto l’effetto di bloccare il provvedimento.

Nella riforma delle banche popolari “il Governo valuti la possibilità di limitare l’esercizio di voto in assemblea” dopo la trasformazione in spa. Così il relatore al decreto legge sul sistema bancario in commissione Finanze alla Camera, Marco Causi (Pd). L’obiettivo, ha precisato, “è mantenerne certa la caratteristica “public”, la proprietà diffusa”.

 “E’ una riforma molto importante, attesa da anni – osserva Causi ricordando con i cronisti quanto affermato nella relazione al provvedimento – e ha l’obiettivo di rafforzare il sistema bancario italiano in termini offensivi e non difensivi”.

Causi sottolinea poi che l’intervento dell’esecutivo riguarda la trasformazione in spa di istituti di origine cooperativa che da tantissimo tempo hanno perso la caratteristiche di mutualità”.

Quanto al limite proposto al diritto di voto, Causi ipotizza un “5-3 per cento”.

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