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Polonia: l’export resiste al Covid con la green economy

Lo scorso anno la Polonia ha registrato avanzi delle partite correnti in ogni singolo mese, ma a gennaio le vendite al dettaglio sono crollate per le restrizioni commerciali. E a febbraio potrebbe andare ancora peggio

Polonia: l’export resiste al Covid con la green economy

In Polonia l’avanzo di dicembre è stato cinque volte inferiore a quello di novembre. Tuttavia, vi è stato un forte andamento stagionale nel commercio estero, con volumi inferiori a dicembre a causa delle festività natalizie. Ciononostante, il Paese continua a essere una nazione esportatrice. E il rimbalzo delle importazioni non è necessariamente negativo: la Polonia ha registrato avanzi delle partite correnti in ogni singolo mese del 2020, realizzando 18,4 miliardi di euro (il 3,6% del Pil) nell’anno pandemico rispetto a un avanzo di 2,6 miliardi di euro nel 2019 (0,5% del Pil). L’avanzo commerciale della merce è aumentato di 1,2 miliardi di euro nel 2019, a 11,7 miliardi di euro nel 2020. Le solide prestazioni nelle esportazioni di beni indicano che il Paese è apparso quasi immune alle restrizioni pandemiche in quanto guidato da beni di consumo durevoli. Inoltre, le esportazioni hanno beneficiato di precedenti investimenti esteri diretti sul campo della produzione “green” di batterie per auto elettriche, parti di automobili e veicoli. Ad esempio, la produzione di batterie per auto ha contribuito per circa il 2,5% all’impressionante crescita dell’11% della produzione industriale di dicembre, stimolata anche dagli effetti di calendario. Il rimbalzo delle importazioni potrebbe suggerire una ripresa della domanda interna in Polonia, un segno positivo anche se inflazionato, nonostante il tasso di investimento abbia toccato il fondo negli ultimi trimestri.

Secondo la Banca Centrale, la crescita più dinamica delle importazioni è stata registrata nei comparti abbigliamento, dispositivi di comunicazione wireless, computer, test diagnostici medici e componenti di auto. Le esportazioni nette hanno contribuito positivamente alla solida performance di crescita del Pil nel 2020, con gli analisti dell’Istituto Centrale di Statistica che prevedono un avanzo delle partite correnti moderato al 2% del Pil.

In questo scenario, a gennaio le vendite al dettaglio sono tuttavia diminuite del 6,0% su base annua rispetto al calo dello 0,8% di dicembre: le restrizioni commerciali hanno distorto la stagionalità delle vendite tradizionali e la crescita dell’abbigliamento è crollata di 30 punti percentuali rispetto a dicembre. Le vendite di mobili, elettrodomestici ed elettronica hanno mostrato una dinamica positiva, accelerando del +7,1% rispetto al +3,5% di dicembre. Le vendite destagionalizzati sono diminuite dell’1,4% su base mensile a gennaio, dovuto alle estese restrizioni sui centri commerciali: la crescente quota di vendite online non compensa il declino di altri canali. La produzione edilizia a gennaio è diminuita del 10% ed è stata al di sotto delle aspettative del mercato (-7,3%): l’inverno più rigido degli ultimi anni ha portato un declino in tutti i comparti dell’attività edilizia.

Febbraio potrebbe essere peggiore per l’economia. Gli indici di attività basati sulla mobilità della popolazione e gli indicatori giornalieri per l’industria mostrano un forte declino in Germania. E va ricordato che i controlli alle frontiere possono perturbare ulteriormente le catene di approvvigionamento: i blocchi in Europa sono prolungati, con un lento progresso vaccinale e il rischio di una terza ondata pandemica. Ciò suggerisce di restare cauti riguardo le stime di crescita: a fronte di una leggera contrazione del PIL su base trimestrale nel primo trimestre del 2021, supponendo che le vaccinazioni accelerino nel corso del secondo trimestre e che le restrizioni siano allentate, la crescita in Polonia dovrebbe rimbalzare nella seconda metà dell’anno. Per ora, le previsioni sul Pil si attestano sul +4,5% per il 2021.

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