Il Pnrr genererà una domanda di posti di lavoro fino a 375.000 unità, di cui il 79% nel privato, pari al 2,1% dei lavoratori dipendenti in più rispetto al 2019.
A stimare l’impatto del Piano nazionale di ripresa e resilienza è uno studio della Banca d’Italia, che osserva la domanda di posti di lavoro generata dai 174 miliardi destinati ai nuovi interventi (dei 235,6 miliardi complessivi). Ma si tratta di stime “al ribasso” visto che nello studio non viene contemplata l’occupazione nell’istruzione e nella sanità, perché in questi settori della PA il grado di incertezza è considerato “elevato”.
“L’aumento dell’occupazione sarà maggiore nelle costruzioni, ma sono interessati anche altri comparti di minore dimensione e a maggiore intensità tecnologica” dice via Nazionale. Inoltre, aggiunge, “sarebbe marcato l’aumento di domanda di lavoro per figure professionali altamente qualificate con competenze analitiche, il cui reclutamento potrebbe essere più difficoltoso” dice la Banca centrale.
AAA personale cercasi: dall’infomatica alle costruzioni
Proprio per mettere a punto i progetti del Pnrr serviranno innanzitutto 27.000 programmatori informatici in più in Italia, pari al 7,59% rispetto al livello del 2019. Ma la parte del leone la faranno senz’altro le costruzioni, che comprendono sia l’edilizia sia l‘ingegneria specializzata. Nell’anno del picco (il 2025) serviranno 95.600 addetti in più, pari in media a circa il 9% del livello del 2019, la variazione più elevata in termini assoluti. Le costruzioni sono l’unico comparto che già nel 2021 aveva ampiamente superato l’occupazione del 2019 per effetto dei consistenti investimenti associati agli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo.
Crescite a due cifre si prevedono anche per la ricerca e sviluppo con 16.600 nuovi occupati concentrati nel 2024 (il 15,16% del livello pre pandemia)
Una forte domanda poi riguarda il settore della gestione del personale con poco più di 30.000 posti di lavoro. Il rapporto rileva inoltre che per produzione di computer, elettronica e ottica la variazione (+12.000 occupati) sarebbe del 12,78% dell’occupazione del 2019 e rappresenterebbe una marcata inversione di tendenza rispetto all’andamento osservato tra il 2014 e il 2019.
Il timore di non avere sufficienti addetti preparati
In alcuni settori potrebbe essere più difficile garantire livelli di competenze adeguati alla domanda generata dal Pnrr. In particolare, dice Bankitalia, in settori quali la ricerca e sviluppo e la produzione di computer, apparecchi elettrici e ottici. L’offerta di lavoro potrebbe non adattarsi in maniera tempestiva per la difficoltà di ricevere una formazione adeguata a fronte di interventi limitati nel tempo. Anche qualora la forza lavoro venisse formata e assorbita dal sistema produttivo, andrebbe comunque ricollocata una volta che gli interventi andranno a esaurirsi.
Investire nella formazione dei disoccupati e in politiche migratorie mirate
Secondo questa analisi, parte della domanda di lavoro potrebbe essere soddisfatta attingendo dal bacino dei disoccupati, pari a 1,9 milioni nel terzo trimestre del 2022, ma tra loro quasi il 50% dichiara di non avere un impiego da più di 12 mesi. “I colli di bottiglia potrebbero essere più facilmente prevenuti attraverso politiche di formazione mirate in settori caratterizzati da competenze più rapidamente assimilabili, come ad esempio alcuni comparti delle costruzioni”, si legge nel report della Banca d’Italia. Politiche migratorie finalizzate all’attrazione di personale qualificato “potrebbero rappresentare un canale prioritario per l’aumento dell’offerta di lavoro”.