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PNRR e geotermia, un vuoto da colmare

Critiche dalla Toscana ma apprezzamenti dalla Turchia mettono in risalto il ruolo di una fonte pulita utile alla transizione ecologica di Draghi e Cingolani che per ora non ha però trovato spazio nel PNRR

PNRR e geotermia, un vuoto da colmare

Apprezzamenti e lacune. La geotermia italiana e la sua filiera sono nel mezzo di una contraddizione strategica. Mentre dal Yenader digital summit – Associazione che in Turchia osserva il mondo delle rinnovabili- arrivano giudizi positivi e di esempio internazionale, il PNRR italiano si dimentica di dare spazio alla fonte energetica privilegiata del sottosuolo. Al momento non é escluso che nelle prossime settimane se ne occuperà la Commissione Europea. Il PNRR avrebbe dovuto riconoscere un ruolo  alla fonte prescelta  in primis da una vasta area della Toscana. E da qui sono arrivate  le critiche, legittime, al governo per aver omesso il valore aggiunto di un sistema collaudato. Un caso cui rimediare nella strategia green del Ministro Roberto Cingolani. A maggior ragione se si considera che l’Enel usa da tempo la geotermia per la sua rete e continua a fare investimenti. Lo Stato dovrebbe incentivarne l’uso e la ricerca per sfruttare un potenziale naturale enorme. 

Al Ministro è stato inviato un documento in cui si lamenta che il Piano spedito a Bruxelles ” non si sofferma in alcun modo – né positivo né negativo – sull’unica fonte rinnovabile che l’Italia ha saputo mettere a frutto per prima al mondo, alimentando negli ultimi due secoli una filiera industriale dal know how riconosciuto a livello globale”. A sostegno – qualora a Roma non fosse noto – si cita l’esempio della provincia di Siena dove dal 2011 il 92% dell’elettricità prodotta arriva dal calore del sottosuolo. La partita riguarda una intera filiera industriale che secondo Yenader colloca l’Italia e la Toscana  tra gli esempi da imitare nel mondo. Forse più dell’Islanda o di alcuni Stati americani.

L’Unione Geotermica Italiana non ci sta ad assistere immobile ad un paradosso della rivoluzione verde del governo Draghi. I punti salienti della transizione sono stati discussi per settimane e si è cercato di tenere insieme le esigenze più disparate. Il capitolo finanziamenti europei non viene trascurata da nessuno delle parti interessate a far camminare l’Italia sulla via della decarbonizzazione. Tuttavia bisogna ricordare che la configurazione geotermica del territorio italiano offre buone opportunità per la produzione di energia elettrica pulita. Da decenni, e se non contrastata, offre  anche tante altre  prospettive di  usi diretti del calore su larga scala. Perché privarcene? 

Le polemiche circa lo sfruttamento intensivo del sottosuolo e la conseguente “apertura” di tavoli di confronto  con comitati ed  Associazioni hanno attenuato di molto anche le polemiche sui sistemi di produzione e cattura. Diciamola tutta. Il fatto che l’Italia intenda raggiungere gli obiettivi della neutralità dal carbone al 2050, rispettando le indicazioni Ue, contempla la necessità di avere a disposizione per i prossimi anni un mix di rinnovabili e fossili. Senza questa verità il Paese non andrà avanti. In tutto il mondo i conti economici della produzione di energie verdi sono in fase strutturale paragonati a quelli delle energie tradizionali.

Noi ci  aspettiamo dal Governo azioni concrete ed immediate per colmare il vuoto legislativo che questo settore lamenta, dice l’Unione Geotermica Italiana. Per questo intendiamo intervenire presso la Commissione Europea, cui spetta il compito di valutare il Piano ricevuto, per esprimere le motivazioni del nostro dissenso. Il governo ha  il tempo per rimediare, evidentemente, poiché i passaggi europei che precedono i primi fondi non sono strettissimi. Anche sui finanziamenti la partita è politica. Perché ancora non si è capito la ragione per la quale il primo Governo Conte abbia escluso la geotermia dagli incentivi garantiti alle altre fonti rinnovabili. Il governo attuale mal sopporta i raffronti con i precedenti e  questo caso  può essere risolto con saggezza e riconoscimento industriale di una fonte conveniente. Per gli industriali turchi delle rinnovabili la Toscana, continuando a sfruttare i vapori della terra, sta creando un modello di generazione di elettricità, di impiego nelle serre agricole, negli usi termali, nel riscaldamento da prendere a modello. Scoccia prendere lezioni su qualcosa di cui dovremmo essere fieri. Per questo crediamo che le lacune saranno presto compensate dagli apprezzamenti di casa nostra.

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