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Pirelli, Rosneft si allea con Tronchetti Provera

Proprio nel giorno in cui l’Ue valuta eventuali sanzioni contro la Russia dopo il referendum in Crimea, i russi di Rosneft entrano in Pirelli tramite un’operazione che vede uscire Clessidra e ridursi la partecipazione delle banche in Camfin – Il caso analogo di Saras, che testimonia il filo diretto con Mosca dell’asse Moratti-Tronchetti Provera.

Pirelli, Rosneft si allea con Tronchetti Provera

ROSNEFT SI ALLEA A TRONCHETTI PER LA GUIDA DELLA PIRELLI. VERSATI 500 MILIONI. ESCE CLESSIDRA, SCENDONO LE BANCHE

Colpo di scena alla Bicocca. Proprio nel giorno in cui i ministri degli Esteri dell’Unione Europea si riuniscono per deliberare eventuali sanzioni contro la Russia dopo il referendum in Crimea, i soci i Lauro 61/Camfin, la holding che controlla il 26,71% di Pirelli stringono un asse di ferro con Rosneft, il colosso dell’energia di Mosca già presente in Saras.

In sintesi, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Clessidra e Nuove Partecipazioni (famiglia Tronchetti Provera) hanno raggiunto un accordo di massima con Rosneft per la realizzazione di un’operazione a più tappe. Innanzitutto Unicredit, Intesa Sanpaolo e Clessidra usciranno da Lauro61/Camfin. Le due banche reinvestiranno parte del ricavato in una nuova partnership, anche tramite costituzione di un apposito veicolo in cui le quote paritetiche saranno così distribuite: da una parte il 50% “italiano” parcheggiato in una newco composta all’80% da Nuove Partecipazioni e con quote del 10% ciascuna per Intesa ed Unicredit; il restante 50% sarà comtrollata da Rosneft, capitanata da Igor Sechin, uno degli uomini chiave dell’economia russa, da sempre stretto collaboratore di Vladimir Putin.

Dopo l’annuncio dell’intesa, che valorizza le azioni Pirelli a 12 euro (per un investimento complessivo di 500 milioni circa)  il titolo della Bicocca accusa una flessione del 2% circa. E’ la conferma che gli operatori finanziari ritengono che il deal abbia un valore strategico e, di riflesso, faccia cadere l’appeal speculativo sul titolo, oggetto nel recente passato di molti rumors. Molti avevano scommesso sulla contendibilità del gruppo italiano.

Si era, al proposito, parlato di un possibile accordo alcuni private equity e la stessa Goldman Sachs (regista a suo tempo del leveraged  buy out di Prysmian). Voci smentite dal gruppo milanese perché prive di qualsiasi fondamento. Ma non erano per questo cessate le congetture sugli assetti futuri. Del resto lo stesso Marco Tronchetti Provera ha confermato a gennaio in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung la volontà di lasciare la guida del gruppo nel 2017. Per l’occasione il presidente aveva respinto l’idea di un futuro come azienda familiare per la multinazionale dei pneumatici, spiegando che le aziende di grandi dimensioni sono troppo complesse al giorno d’oggi perché siano le famiglie a gestirle”, ed aggiungendo che “l’Italia e’ un Paese troppo complicato e costoso per le imprese”.

Di qui la ricerca di uno o più partners internazionali. Ha prevalso alla fine la pista moscovita, probabilmente per vari motivi: il carattere industriale e a lungo termine dell’impegno di Rosneft, uno dei principali polmoni finanziari  dell’economia russa, nell’economia italiana, già testimoniato dall’investimento in Saras, destinato a prossimi rilevanti sviluppi non escluso l’acquisto della maggioranza; il parallelo impegno di Pirelli in Russia, uno dei più importanti investimenti nell’agenda della Bicocca.

Salta agli occhi, infine, l’ennesima conferma del cammino parallelo della famiglia Moratti, proprietaria di Saras e di Marco Tronchetti Provera. Non è escluso che l’asse con Igor Sechin sia l’ultimo deal maturato dalle parti della tribuna della San Siro nerazzurra, oggi peraltro presidiata dai manager di Eric Thohir.

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