Pirelli ha chiuso il primo trimestre 2025 con ricavi pari a 1.758,6 milioni di euro, in aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. A livello organico, la crescita è stata del 4,7%, al netto dell’impatto negativo di cambi e iperinflazione in Argentina e Turchia (-1%).
L’Ebitda adjusted è salito del 6% a 399 milioni di euro, mentre l’Ebit adjusted ha raggiunto 279,8 milioni, con un incremento di 17,2 milioni rispetto al primo trimestre 2024. Il margine Ebit adjusted si attesta al 15,9%, in miglioramento rispetto al 15,5% dell’anno precedente, grazie soprattutto alle leve interne di efficienza.
L’utile netto è cresciuto del 26,7%, attestandosi a 127,2 milioni di euro (erano 100,4 milioni un anno fa). In netto miglioramento anche la posizione finanziaria netta, che si riduce a -2,62 miliardi di euro, rispetto ai -2,93 miliardi di marzo 2024 e ai -1,93 miliardi di fine 2024.
Guidance 2025 confermata ma resta incognita dazi
Pirelli ha confermato gli obiettivi annunciati lo scorso febbraio. I ricavi sono attesi tra 6,8 e 7,0 miliardi di euro, con una crescita dei volumi prevista tra +1% e +2% e un miglioramento del price/mix tra +2% e +3%. L’impatto negativo dei cambi si attesterà tra -2,5% e -1,5%.
Il margine Ebit adjusted dovrebbe raggiungere il 16%, con una generazione di cassa ante dividendi compresa tra 550 e 570 milioni di euro e investimenti pari al 6% dei ricavi (~420 milioni di euro). La leva finanziaria (PFN/Ebitda adjusted) è prevista attorno a 1 volta, con PFN a -1,6 miliardi.
Il contesto commerciale internazionale resta, però, incerto, in particolare per gli Stati Uniti, che rappresentano oltre il 20% dei ricavi del gruppo. Oggi, circa il 5% della domanda Usa è servita dallo stabilimento in Georgia (il più automatizzato del gruppo), il 55% dalle importazioni dal Messico, e il restante 40% da Europa e Brasile.
Dal 3 maggio, è scattato un dazio del 25% sulle importazioni di pneumatici Car da Europa e Brasile. Nessun dazio è previsto per il Messico, essendo Pirelli “USMCA compliant“. Per le gomme moto e bici, i dazi sono universali e differenziati per provenienza.
Di conseguenza, l’azienda ha aggiornato il piano di mitigazione: revisione dei flussi commerciali, incremento temporaneo delle scorte, nuove politiche commerciali e un ulteriore piano di riduzione dei costi, in aggiunta a quello già in corso.
Il nodo della governance: lo scontro con Sinochem
Dietro i buoni numeri, si cela il conflitto aperto tra i soci. I conti del trimestre sono stati approvati a maggioranza (9 voti su 15), ma sei consiglieri – tutti espressione di Sinochem, il principale azionista cinese con una quota del 37% – hanno votato contro. Il dissenso non riguarda i numeri, bensì la nota contenuta nella relazione che segnala la cessazione del controllo di Sinochem su Pirelli, in applicazione del principio contabile IFRS 10.
I consiglieri dissenzienti – tra cui il presidente Jiao Jian – contestano tale interpretazione, sostenendo che il patto parasociale con Camfin sia ancora in vigore e che dunque Cnrc/MPI Italy (controllata da Sinochem) mantenga ancora il controllo della società ai sensi dell’articolo 93 del TUF.
Nel comunicato ufficiale, Pirelli chiarisce che si sono concluse “allo stato senza esito positivo” le trattative con Sinochem, azionista di controllo, per affrontare le problematiche legate allo sviluppo sul mercato statunitense. Le proposte avanzate dal management italiano sono state rigettate, mentre i consiglieri espressione di Sinochem avrebbero presentato una propria proposta direttamente agli uffici del Golden Power, senza condividerla con il CdA della Bicocca.
Ciononostante, il management si dice fiducioso: forte dei risultati ottenuti e del riscontro del mercato internazionale – in particolare nel segmento Cyber Tyre e con la nuova generazione di PZero – Pirelli intende continuare a lavorare per garantire la compliance alle normative USA e difendere la propria presenza in un mercato chiave.
Camfin al fianco di Pirelli: “Sinochem non collaborativa”
Sullo sconto di governance è intervenuta Camfin, storico socio di riferimento di Pirelli, con una nota in cui conferma il pieno supporto alle strategie del gruppo. Camfin critica apertamente Sinochem, definendone l’atteggiamento “non collaborativo e apparentemente non motivato”.
L’holding italiana lascia intendere che potrebbero esserci conseguenze anche sul patto parasociale, qualora non si trovasse una soluzione rapida: “In assenza di rapide soluzioni, Camfin valuterà gli effetti di tali comportamenti su Pirelli e sul patto parasociale”, si legge nella nota.