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Pirelli, banche e Fca danno sprint alla Borsa

Wall Street dà slancio alle piazze azionarie europee e punta su una felice conclusione del negoziato Usa-Cina – Ma il rialzo di alcune blue chip di spessore dà ulteriore ossigeno alla Borsa di Milano.

Pirelli, banche e Fca danno sprint alla Borsa

Un tweet di Donad Trump riaccende le speranze sui dazi e dà una spinta ai listini europei, che accelerano nel finale, per chiudere ai massimi di giornata. Salgono i titoli industriali e dell’auto, tra i più penalizzati dal braccio di ferro Usa-Cina. In Piazza Affari +1,03%, 21.756 punti, svetta Pirelli +4,31% e sono positive  le banche la traino di Unicredit +3,98%. Nel resto d’Europa: Francoforte +0,62%; Madrid +1,2%; Londra +0,28%; Zurigo +0,79%. La piazza migliore è Parigi, +1,3%, dove splende Lvmh +5,5%, che nei primi 9 mesi dell’anno ha superato i 38 miliardi di euro di ricavi, in crescita del 16% rispetto allo stesso periodo 2018. Una performance che si ripercuote positivamente sui titoli del lusso europei. A Milano Moncler guadagna l’1,9%.

Wall Street intanto, dopo un avvio incerto, fa leva sull’ottimismo di Trump e si muove in rialzo. “Grande giorno per i negoziati con la Cina – scrive il presidente americano – loro vorrebbero un accordo, ma io? Incontro il vicepremier domani alla Casa Bianca”. Parole che allontanano i timori di una visita più breve del previsto da parte della delegazione cinese, giunta a Washington per i nuovi colloqui. 

Il trend vivacizza il petrolio: Brent 58,62 dollari al barile, +0,5%. L’oro invece si ridimensiona, muovendosi negativo sotto quota 1500 dollari l’oncia.

Sul fronte valutario l’euro prosegue un lento recupero sul dollaro, muovendosi in area 1,101. Il biglietto verde è vicino ai minimi di 5 settimane contro un panel di sei principali valute sulla possibilità che un accordo commerciale parziale tra Stati Uniti e Cina includa un patto valutario tra i due paesi potenze e la sospensione dei dazi statunitensi sulle importazioni da Pechino. A rafforzare la moneta unica contribuisce invece l’impressione che i falchi stiano sorvolando sulla Bce in attesa che Mario Draghi termini il suo mandato, dopo la ripresa di un Qe di ridotte dimensioni.

Nelle minute della riunione del consiglio Bce del 12 settembre si legge in ogni caso che: ”Una chiara maggioranza di membri si sono trovati d’accordo con la proposta di Philip Lane di riavviare il Qe al ritmo di 20 miliardi di euro al mese a partire dal 1 novembre e di continuarlo per tutto il tempo necessario per rafforzare l’impatto accomodante della politica sui tassi e di terminarlo poco prima del primo rialzo dei tassi. Un certo numero di membri ha tuttavia sostenuto che le ragioni per un riavvio del programma non erano sufficientemente forti o perché lo ritenevano uno strumento ora meno efficace data la compressione in atto dei rendimenti o perché riteneva che dovesse essere uno strumento di ultima istanza da utilizzare solo a fronte di contingenze più severe rispetto a quelle evidenziate dall’attuale outlook”.

Intanto Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit, annuncia che, dal 2020, il conto dei tassi d’interesse negativi sarà pagato dai clienti con depositi “ben al di sopra” dei centomila euro. La misura piace al mercato e il titolo risulta uno dei migliori del listino principale. Nel settore tornano copiosi gli acquisti anche su Banco Bpm +2,73% e Ubi +2,24%, in odore di aggregazione. Bene Finecobank +2,23% e Intesa +2,19%.

Regina del listino è Pirelli che, con Cnh +3,64% e Fiat +2,83%, festeggia il buon viatico alla trattava sui dazi offerto da Trump. In evidenza Buzzi +2,67% e Prysmian +3,13%. La seduta è in rosso per Amplifon -2,1%; Diasorin -0,9%; Recordati -0,16%. Vanno giù le utility, a partire da Italgas -1,38%, Hera -0,85%, Enel -0,7%.

Fuori dal listino principale pioggia di acquisti su Mondadori, +7,03%, dopo la promozione di Equita che alza il giudizio sul gruppo editoriale di Segrate a ‘buy’ e rivede al rialzo le stime dell’ebitda adjusted 2019-20 del 2% e quelle sull’utile netto adjusted del 3% ‘grazie ai Libri e al Retail’. Un diluvio di vendite continua invece ad affossare Bio on, -9,37%.

Infine giornata no per l’obbligazionario: il rendimento del Btp 10 anni risale a 0,95% e lo spread con il Bund cresce a 144 punti base (+1,97%). Anche sul primario è risultato in rialzo il rendimento per i Bot annuali assegnati oggi dal Tesoro, che ha emesso 6 miliardi a 12 mesi scadenza 14/10/2020 spuntando un rendimento pari a -0,219%, in aumento di 1 centesimo rispetto all’asta del mese precedente.

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