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Pinot Bianco Santarosa, il pluripremiato dal nuovo stile

Un imprenditore del mobile decide di rendere omaggio alla propria terra, il Friuli VG, con un vino che esprima i sapori del territorio lanciando anche un nuovo stile per i vini del Collio: vini più sapidi e freschi che coniugano eleganza e longevità. Le principali Guide di vino lo hanno premiato.

Pinot Bianco Santarosa, il pluripremiato dal nuovo stile

Erede di un’importante famiglia di imprenditori del mobile, settore di cui il FriuliVG vanta un’antica tradizione, Loretto Pali, a capo di un’azienda specializzata nella produzione di sedie, di lettini per l’infanzia e passeggini di ultima generazione, che celebra quest’anno il centenario, con un fatturato di 11 milioni di euro, 35 dipendenti ed esportazioni in tutto il mondo – ad un certo punto della sua vita (e dei suoi successi) pensò che era giunto il momento di seguire oltre al mondo degli affari anche i sentimenti che gli dettava il cuore. E il cuore di un Friulano si sa batte per il buon vino.

Di qui, negli anni ’70 la decisione di acquistare due vigneti per produrre un vino, il suo vino, che esprimesse tutte le emozioni e le sensazioni che quel territorio può offrire. Iniziò con l’acquisire una grande proprietà la Coatina a Cormons, terra di vignaioli illustri.  E subito dopo acquisì anche una sede che desse il giusto prestigio al suo progetto. Non una robetta da poco: il Castello di Spessa di Capriva, un comune del Collio adagiato sulle rive del torrente Versa, sulle cui colline si producono, dai tempi dei Romani, alcuni tra i migliori vini bianchi d’Italia. Le origini del Castello risalgono al 13° secolo. Fin dal ‘500 il maniero fu dimora della nobiltà friulana: prima i Dorimbergo, poi i Rassauer e la famiglia Della Torre Valsassina discendente da Carlo Magno, la mantenne per più di 300 anni. E fu proprio il conte Luigi Torriani ad accogliere nel 1773 a Spessa nientepopodimenoché Giacomo Casanova, il celebre scrittore e avventuriero che si trattenne due anni da queste parti attendendo il perdono di Venezia per le sue esuberanti intemperanze. La storia del Castello si intreccia da secoli con la viticoltura, dato che dai suoi vigneti si produceva vino sin dal XVI secolo: il primo documento che attesta una vendita di Ribolla Gialla risale, infatti, al 1559. Un territorio vocato da tempo immemorabile alla viticoltura di alta qualità, grazie alla sua favorevole posizione geografica, al clima e alla composizione dei suoi terreni. Protette dai venti freddi del Nord Est dalle Prealpi Giulie e lambite dal benefico effetto del vicino mare Adriatico, le viti trovano qui il loro habitat ideale.

Castello di Spessa_La Cantina

La buona escursione termica preserva al meglio profumi e aromi delle uve e la costante ventilazione previene l’umidità, consentendo di ridurre al minimo i trattamenti in vigna. Le cantine di invecchiamento, molto scenografiche, sono scavate nel sottosuolo dell’edificio e si trovano su due livelli: il primo risale al periodo medievale; il secondo, più sotto, a 18 metri di profondità, è ricavato da un bunker militare realizzato nel 1939 e ha una temperatura costante a 14°, ideale per la maturazione dei vini. E fra i primi ad apprezzare i vini del Castello fu proprio Casanova che ne parlò nelle sue memorie definendoli di qualità eccellente.

“Il Friuli è la terra in cui sono nato ne conosco gli incantevoli luoghi, l’ospitalità della gente, la storia, l’arte e il patrimonio enogastronomico che la fanno apprezzare nel mondo”. Già da queste parole si può capire l’impegno che Loretto Pali ha messo in questi anni per portare i suoi vini a livelli di eccellenza. E da buon imprenditore di successo quale è, si è dato un obiettivo e l’ha perseguito chiamando un enologo Enrico Paternoster, vera e propria autorità dell’enologia trentina, al quale ha chiesto di lanciare un nuovo stile per il vino del Collio, facendo vini più sapidi e freschi così come richiesto dai mercati internazionali e Paternoster è riuascito nell’impresa di coniugare eleganza e freschezza a longevità e struttura.

Il suo fiore all’occhiello oggi si chiama Pinot Bianco Santarosa quello del 2018 si è aggiudicato i Tre Bicchieri sulla Guida Gambero Rosso 2020, i 95 punti della Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2020 di DoctorWine by Daniele Cernilli e le 4 viti della Guida Vitae 2020 dell’AIS. Il Pinot Bianco Santarosa è un omaggio alla famiglia nobile che fu l’ultima proprietaria del Castello di Spessa. Fu, infatti, Giorgio Stavro di Santarosa che aveva reso la tenuta un importante allevamento di cavalli da corsa e un’azienda agricola modello ad aver avviato rinomata  attività per la produzione di ottimi vini che cedette la tenuta all’attuale proprietario.

Il Pinot bianco Santarosa 2018 di colore giallo paglierino di media intensità è un vino bianco di grande raffinatezza ai profumi di mela, fiori di campo, acacia, persistente con note finali di mandorla dolce esprime il meglio della sua eleganza, grazie al terroir unico nella micro zona di Capriva, nel cuore del Collio Goriziano dove il terreno localmente chiamato ponca, è costituito da marne e arenarie. Il suo segreto è l’immediata separazione della buccia dal mosto per preservare freschezza, armonia e fragranza. La vinificazione avviene in serbatoi di acciaio inox alla temperatura di 16-18 gradi centigradi, segue l’affinamento sulle fecce nobili che si protrae fino a fine marzo.

Elegante e di buona bevibilità si abbina con antipasti leggeri a base di pesce al vapore e pesce di mare, risotti delicati di pesce, primi piatti a base di verdure o sformati e secondi di carne bianca.

Castello di Spessa
Castello di Spessa

Il Pinot Bianco Santarosa, assieme al Pinot Grigio Joy e al Pinot Nero Casanova, proviene da uve raccolte nella “Vigna dei 3 Pinot” affidata alla maestria di Marco Simonit, Master Pruner di fama internazionale, che ha predisposto una forma di allevamento originale, poco utilizzata in Friuli, ma tipica delle zone più rinomate per i Pinot di qualità, come la Borgogna e lo Champagne. L’obiettivo è di preservare l’ambiente, facendo durare le viti 50 o 60 anni. Pertanto vengono allevate con grande rispetto, senza sfruttarle al massimo e attendendo i tempi della natura, che spesso oggi vengono dimenticati.

Oggi l’azienda vinicola Castello di Spessa si estende per circa 90 ettari di vigneti di proprietà (di cui 28 ettari sulle colline della DOC Collio e i restanti nella pianura della Friuli DOC Isonzo) allevati con una filosofia eco-friendly, con un apparato produttivo dotato delle più avanzate tecnologie e una scenografica cantina storica di affinamento, scavata nel sottosuolo del castello ed esprime 21 referenze prodotte dalla cantina tra bianchi, Pinot Bianco, Rossi e spumanti.

Ovviamente le attenzioni di Pali sono state riservate anche al suggestivo Castello che oggi ospita un elegante Golf&Wine Resort, con una quindicina di suites arredate con mobili del’700 e dell’800 italiano. Nel ‘Gusto di Casanova’, il Bistrot del Castello, si degusta una straordinaria selezione di prodotti del Friuli Venezia Giulia.  Dal restauro di una vecchia cascina ai piedi del castello è stata inoltre ricavata la Tavernetta al Castello, con un rinomato Ristorante Gourmand e 10 camere dall’atmosfera country chic. La Club House del Golf Country Club è ospitata in un antico rustico, con ampio dehors e un’ombreggiata terrazza: nel suo ristorante, l’Hosteria del Castello (aperta anche a chi non gioca a golf), la cucina rincorre la stagionalità e ricalca i sapori del territorio.

Prezzo 18,00 euro

AZIENDA VINICOLA CASTELLO DI SPESSA 

Via Spessa 1- 34070 Capriva del Friuli (GO)

Tel +39 0481 60445 – Fax +39 0481 630161

www.castellodispessa.it /vini

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