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Piazza Affari è la Borsa peggiore ma il lusso risorge

Borse ancora volatili e Piazza Affari fa peggio degli altri listini europei anche se Moncler – come tutti i titoli del lusso – si rialza ed è il titolo più acquistato – Male le banche, Tim e Generali

Piazza Affari è la Borsa peggiore ma il lusso risorge

Telecom e titoli finanziari affossano Piazza Affari, che perde anche oggi lo 0,41% scendendo a 27.370 punti base, in un contesto europeo moderatamente positivo grazie ai titoli del lusso e con Wall Street intonata in avvio, ma ora in leggero calo. Si allenta, di poco, la pressione sui titoli di Stato, in particolare Treasury e Bund, dopo che il tasso di quest’ultimo è persino tornato positivo per qualche momento. Sul mercato valutario prende fiato il dollaro, mentre si consolida la sterlina, spinta da un’inflazione superiore alle attese. Il petrolio vola sempre più in alto e riparte l’oro.

LA VOGLIA DI GIOIELLI SOSTIENE L’EUROPA

È l’effimero, la voglia di lusso che si traduce in conti trimestrali in rialzo a fornire oggi la spinta giusta ai listini europei. In particolare i conti di Prada, Burberry e Richemont (Cartier) mostrano che, nonostante la pandemia, la voglia di eleganza, gioielli e orologi continua a crescere e spinge i margini. Si apprezzano così Parigi +0,55%; Londra +0,4%; Francoforte +0,2%; Amsterdam +0,37%. È piatta Madrid.

PIAZZA AFFARI IN MAGLIA NERA; TELECOM -3,19%

Piazza Affari è in maglia nera, con Telecom -3,2%, che continua a perdere terreno alla luce dei report degli analisti di Exane e Barclays e mentre la possibile Opa del fondo Usa Kkr si allontana. Da inizio settimana il titolo ha perso circa il 9%.

Seduta da dimenticare anche per Stm, -3,12%. Su Prysmian -2,27% pesa la notizia che l’Antitrust tedesca ha ispezionato alcuni siti del gruppo in Germania nell’ambito delle verifiche su un possibile cartello relativo ai prezzi dei metalli.

Sono negativi anche molti titoli finanziari. In particolare Finecobank -1,93%; Banca Generali -2,02%; Intesa -1,59%; Bper -1,08%. Generali perde lo 0,72% mentre prosegue il duello tra gli schieramenti per perdere possesso della cabina di comando del Leone. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, l’effetto negativo legato all’incertezza sulla governance potrebbe essere controbilanciato dai possibili acquisti di titoli da parte del patto Caltagirone-Del Vecchio-Crt per avvicinarsi al 20%. Citigroup ha però tagliato il giudizio sulla compagnia triestina a “neutral” da “buy” con target price ridotto a 19,8 da 21,2 euro.

Il lato positivo del listino è guidato da Saipem, +3,74%, che festeggia insieme ad altri titoli del settore oil i Tori che continuano ad animare l’oro nero.

Nel lusso, ben intonato a livello europeo, si apprezza Moncler +3,22%. Negli altri settori chiudono bene Nexi +2,67%; Inwit +1,57%; Exor +1,32%. Resta sulla cresta Leonardo +1,26% che, secondo il Sole 24 Ore, potrebbe incassare nuovi commesse da Airbus grazie alle commesse di Ita, la nuova Alitalia. Il titolo ha guadagnato circa il 10% da inizio anno.

La performance migliore di Piazza Affari è quella di Landi Renzo, +9,45%, in seguito all’annuncio dell’acquisizione del 90% Idro Meccanica, attraverso la controllata Safe&Cec, per un prezzo (equity value) di 6,4 milioni. Per Equita è un ottimo colpo: ”Operazione di piccola dimensione ma con una forte valenza strategica in quanto permette a Landi Renzo di accelerare la strategia di crescita nelle infrastrutture di distribuzione dell’idrogeno e del biometano”.

STERLINA FORTE CON INFLAZIONE AI MASSIMI DA 30 ANNI

Sul mercato valutario è protagonista la sterlina, che consolida le posizioni ai massimi da circa due anni contro il dollaro, spinta dall’inflazione britannica che, a dicembre, ha toccato i massimi da 30 anni, +5,4%, alimentando così l’attesa di un rialzo dei tassi da parte della BoE. 

L’euro risale leggermente contro il dollaro e porta il cross attorno a 1,134.

CORRONO ORO E PETROLIO

Non si fermano i prezzi del petrolio e riparte la corsa all’oro. Per il quarto giorno consecutivo i future di Brent e Wti sono in rialzo e al momento segnano rispettivamente +1,39%, 88,73 dollari al barile e +0,94% 8624 dollari. A sostenere i corsi contribuirebbe il rallentamento del flusso di gas tra Iraq e Turchia a causa di un incendio in un oleodotto nell’area. Inoltre i paesi dell’Opec+, gruppo che comprende gli Stati membri dell’Opec e altri produttori tra cui la Russia, hanno difficoltà a raggiungere l’obiettivo mensile di un aumento della produzione di greggio di 400.000 barili al giorno.

Riparte in quarta anche l’oro, in una seduta in grande spolvero per i metalli. Il future febbraio 2022 cresce dell’1,5% circa in area 1840 dollari l’oncia.

SALE LO SPREAD

Chiude in rosso il secondario italiano. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata segna 140 punti base, +2,06%. Il tasso del Btp è +1,35% e quello del Bund -0,05%.

Nel corso della seduta il rendimento del titolo tedesco ha rivisto anche il segno più, per la prima volta dal 2019, per poi scendere leggermente in negativo. A imprimere una spinta è stata l’inflazione tedesca, armonizzata in base ai parametri europei, e  salita al 5,7% a dicembre, mentre l’indice nazionale dei prezzi al consumo si è attesto al 5,3%. I dati, ha reso noto l’Istituto di statistica nazionale, confermano le stime provvisorie. Su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,3% rispetto ai parametri Ue e dello 0,5% nell’indice nazionale.  

L’inflazione resta il tema dominante del periodo e su questo è tornato il governatore della banca di Francia e membro del board Bce Francois Villeroy de Galhau, secondo il quale la politica monetaria di Eurotwer dovrebbe essere tesa ad assicurare che l’inflazione cali in fretta e si stabilizzi intorno al target del 2%, rispetto al 5% visto a dicembre nella zona euro.

Intanto i mercati monetari della zona euro – scrive Reuters – stimano un aumento dei tassi d’interesse di 10 punti base da parte della Bce a settembre 2022, anziché entro la fine dell’anno come ipotizzato solo il mese scorso.

Gli investitori si aspettano anche che la Federal Reserve aumenti i tassi d’interesse di 25 punti base a partire da marzo, prezzando un rialzo complessivo da 105 punti base entro fine 2022.

“Il rialzo dei tassi delle obbligazioni e dell’inflazione cui stiamo assistendo sta spingendo i mercati ad aumentare la pressione sulle banche centrali affinché alzino i tassi e fino a quando non vedremo un calo significativo della pressione dei prezzi, questa marcia continuerà”, spiega Peter McCallum, rates strategist di Mizuho, citato sempre dall’agenzia finanziaria.

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