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Petrolio, stop del rally. Atlantia, resa dei conti

Dopo le impennate dei giorni scorsi, il prezzo del petrolio cala leggermente – Al via il vertice della Fed – Oggi Castellucci si dimette da Atlantia

Petrolio, stop del rally. Atlantia, resa dei conti

Il prezzo del petrolio si assesta stamane su valori non troppo lontani dalle fiammate di ieri. Il Brent è in ribasso dell’1%, a 68,3 dollari il barile, rispetto ai valori della chiusura (+14,6% a 69,02 dollari) già in forte discesa rispetto ai massimi di una seduta “storica” in cui il greggio ha registrato la variazione più alta di sempre con un balzo del 20% abbondante. Ma l’allarme non è certo rientrato, anche se, grazie alla messa in produzione degli impianti di riserva ed al supporto delle riserve strategiche Usa (630 milioni di barili) mese a disposizione da Donald Trump, il mercato non dovrebbe sentire troppo gli effetti dell’improvviso calo dell’offerta. Riyad, a conferma che la situazione è sotto controllo, ha chiesto agli altri membri dell’Opec di non convocare un meeting di straordinario e di rispettare le attuali quote produttive.

AL VIA IL VERTICE DELLA FED. TRUMP ANCORA ALL’ATTACCO

Le conseguenze dell’attacco dei droni al cuore dell’Arabia Saudita vanno però assai al di là dei danni subiti dagli impianti di Abqaiq, i più importanti del mondo, o dalle infrastrutture del distretto di Dhahran, che smista il 70 per cento circa dell’export saudita. Al di là della minaccia di possibili rappresaglie militari pesa, come ha sottolineato Didier Saint-Georges, membro del comitato di gestione di Carmignac, “la percezione dell’estrema vulnerabilità dell’offerta di Riyad, un elemento che non può che danneggiare la fiducia del mercato e tradursi in un premio al rischio a carico dei consumatori”. Nell’era dei virus informatici e dei droni le difese tradizionali servono a poco.

Un fattore di incertezza in più che dovrà essere prezzato dai banchieri centrali, in attesa dell’evoluzione di altri scenari turbolenti: il voto in Israele ma anche la prospettiva di una Brexit sempre più hard. I membri del board della Fed si riuniranno tra poche ore accolti dalle nuove esternazioni di Donald Trump che già scaglia nuovi improperi contro il probabile taglio di un quarto di punto, troppo timido a suo vedere.

PHILIP LANE (BCE): I TASSI POSSONO SCENDERE ANCORA

 L’offensiva delle colombe, a sorpresa, ha investito anche l’Europa. Philip Lane, il capoeconomista della Bce molto vicino a Mario Draghi ha non solo difeso il pacchetto di misure presentato la scorsa settimana, ma ha aggiunto che la banca è pronta a tagliare ancora il costo del denaro senza escludere, se necessario, di adottare tassi negativi. Lane ha chiarito che c’è stato un ampio sostegno, all’interno del board, alla manovra.

Al clima di incertezza contribuisce, in chiave domestica, la notizia dell’uscita di Matteo Renzi dal Pd, novità che introduce un elemento di forte incertezza sul rally dei Btp, già in frenata in attesa della manovra.

Torna a crescere l’avversione al rischio, a vantaggio di obbligazioni. Ne fanno le spese le Ipo più impegnative: non solo quella di Aramco, il colosso del greggio saudita, rinviata a data da destinarsi. Ma anche quella di WeWork, la società degli spazi per il lavoro condiviso che, ha comunicato di aver rinviato a fine anno la quotazione sulla Borsa Usa. Cola del crollo dell’interesse degli operatori: a gennaio Softbank, il socio principale, aveva iniettato nuovi fondi ad una valutazione attorno ai 50 miliardi di dollari. Oggi, al contrario, le banche d’affari non vanno al di là di una stima di 15 miliardi di dollari.

USA E GIAPPONE, INTESA SUI COMMERCI MA NON SULL’AUTO

In questa cornice i mercati asiatici segnano il passo.

La Borsa del Giappone, ieri chiusa, è sulla parità nel finale di seduta. Ieri la Casa Bianca ha comunicato al Congresso che Stati Uniti e Giappone sono in procinto di firmare un accordo di parziale regolamentazione degli scambi commerciali- Ma l’intesa dovrebbe essere limitata alle derrate agricole ed alla gestione dei brevetti sulle tecnologie del digitale. Resta così fuori il dossier più delicato, quello dell’auto che non è stato nemmeno toccato.

Deboli anche le borse cinesi: Hang Seng di Hong Kong perde l’1%, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen lo 0,9%. Giovedì riprenderanno a Washington le trattative sui dazi, ma sia Pechino che lo staff della Casa Bianca non vedono risultati concreti a breve.

Sulla parità la Borsa della Corea del Sud.

Stamattina il cambio dollaro yen è a 108,2, invariato rispetto a ieri. Il renminbi della Cina, a 7,088 su dollaro, si indebolisce dopo tre giorni di apprezzamento.

A WALL STREET GIÙ LE CROCIERE, SALGONO LE ARMI

In rosso ieri sera anche Wall Street: -0,5% del Dow Jones dopo otto sedute consecutive di rialzo. S&P500 -0,3%., Nasdaq -0,28%.

In forte discesa compagnie aeree e crociere (Carnival -2,8%).  Salgono i titoli della difesa: Raytheon +2,8% è stato promosso da JP Morgan.

Lo shock provocato dall’impennata dal petrolio ha spinto i mercati verso le obbligazioni. Il Treasury Note a dieci anni, tratta a 1,82% di rendimento, avendo chiuso la settimana scorsa intorno a 1,90%.

Oro invariato a 1.498 dollari l’oncia, ieri +0,7%.

BRILLANO I TITOLI ENERGETICI. SAIPEM +3%

A Wall Street, come in Europa, i titoli più effervescenti sono stati quelli dell’energia. A Piazza Affari Eni +2,3%, Tenaris +3%, Saipem +3%. Saras -0,3%. L’impennata dei prezzi non giova ai raffinatori. Inoltre, il blackout degli impianti sauditi non comporterà un maggior impiego delle strutture del Mediterraneo.

In Usa guidano la corsa Devon Energy e Marathon Oil, entrambi +12%. Noble Energy +9%, Chevron Corporation +3,2%.

JOHNSON SBATTE LA PORTA IN LUSSEMBURGO

Lo shock provocato dai droni ha ovviamente condizionato l’intera giornata finanziaria.  Piazza Affari, la più penalizzata in mattinata, si è gradualmente avvicinata al resto dei listini. L’indice di Milano -0,96% è arretrata a quota 21.969 punti.

In rosso anche gli altri mercati: Francoforte -0,7%; Parigi -0,94%; Madrid -0,91%; Zurigo -0,91%.

Londra -0,65%. Boris Johnson e Jean-Claude Juncker hanno ritenuto “necessario intensificare i colloqui” sulla Brexit, ha reso noto Downing Street dopo il primo incontro tra il premier britannico e il capo della Commissione Ue a Lussemburgo. In realtà, la visita ha avuto un epilogo burrascoso. Johnson, contestato da un gruppo di inglesi pro-Eu, ha disertato l’incontro con la stampa. Il premier lussemburghese, Xavier Bettel, ha detto che Johnson non ha presentato alcuna nuova proposta.

Il membro greco del Consiglio della BCE, Yannis Stournaras, ha detto di aspettarsi da Christine Lagarde un proseguimento dell’attuale linea di politica monetaria: tassi ultrabassi e stimoli. 

SPREAD A 132 PUNTI, PIAZZA AFFARI PERDE UN PUNTO

Il secondario italiano recupera in chiusura, in linea con l’andamento della carta più solida, in linea con il rinnovato appetito per i beni rifugio dopo gli attacchi contro gli impianti petroliferi in Arabia saudita e i deludenti dati cinesi.

Il rendimento del decennale italiano si ferma a +0,84% e lo spread con il Bund è in calo a 132 punti base (-0,97%).

A luglio però il debito pubblico tricolore ha toccato un nuovo record arrivando 2.409,9 miliardi (23,5 miliardi in più rispetto a giugno).

Nella zona euro, da segnalare il Portogallo, che sovraperforma il resto del comparto dopo che nel fine settimana S&P Global ha migliorato l’outlook da stabile e positivo lasciando invariato il rating a ‘BBB.

BENETTON CONGEDA CASTELLUCCI

A Piazza Affari continua la via crucis di Atlantia (-7,84%). Al consiglio fissato per oggi pomeriggio sono all’ordine del giorno le “comunicazioni dell’amministratore delegato”. Poche parole che preludono alle dimissioni dell’ad Giovanni Castellucci secondo quanto già deciso dalla controllante Edizione Holding.

Intanto la società ha deciso l’avvio immediato di un audit, che sarà condotto da una “primaria società internazionale”, per verificare la corretta applicazione delle procedure aziendali.

La decisione arriva dopo che tre dipendenti di due controllate del gruppo infrastrutturale sono stati arrestati venerdì, con l’accusa di presunte falsificazioni di report sulla sicurezza di alcuni viadotti, nell’ambito di un’inchiesta parallela a quella sul crollo del Ponte Morandi di Genova.

Il Cda del gruppo ha nominato Tiziano Ceccarini nuovo direttore finanziario, con effetto dal primo ottobre.

SOFFRE JUVENTUS, ELLIOT ENTRA IN CNH CON IL 3%

Tra le peggiori blue chips del listino Juventus: -2,9% a 1,3970 euro. I motivi sono diversi: l’attesa di una trimestrale in forte perdita (e un rilevante aumento del debito), il mezzo passo falso in campionato alla vigilia dell’esordio in Champions League con una squadra falcidiata dagli infortuni.  

Elliot Partnes ha annunciato l’ingresso con una quota del 3% nel capitale di Cnh Industrial (+0,25%). Il fondo (azionista in Tim, Ansaldo Sts e socio di controllo del Milan) punta a trarre vantaggio dallo spin off tra Iveco e le macchine agricole e movimento terra.

In rosso anche le banche: Unicredit -1,71%, Banco Bpm -1,28%. In controtendenza Bper (+0,27%).

SALINI AVANZA GRAZIE AL TEXAS

Giornata positiva per Salini Impregilo, che si è aggiudicata venerdì scorso una maxicommessa da circa 20 miliardi di dollari per la progettazione e la costruzione del treno ad alta velocità in Texas.

Banca Imi ha confermato il giudizio buy su Sesa (+3,83% a 38 euro), alzando il prezzo obiettivo a 48,3 euro, da 39 euro.

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