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Petrolio e tassi frenano i mercati, grandi manovre sul Qe

I mercati danno segni di stanchezza e le incertezze delle banche centrali non aiutano – Sembra profilarsi una riduzione degli acquisti Bce di bond tedeschi – Petrolio sotto i 50 dollari – Mps: anche Bank of England vigila sulle vendite di titoli – Fca superstar – Vacilla Yoox – Le trimestrali fanno volare l’Espresso e Amplifon – Balzo del Sole 24 Ore in vista di novità

Petrolio e tassi frenano i mercati, grandi manovre sul Qe

Qualche nota stonata nel concerto delle trimestrali Usa e l’incertezza attorno alle banche europee hanno condizionato la marcia dei listini, che attendono indicazioni dalle banche centrali per capire se ci sia o meno spazio per il tradizionale rally di fine anno. Un primo segnale in questo senso è arrivato ieri pomeriggio attraverso la Reuters: “Fonti interne alla commissione” hanno sostenuto che il prolungamento del piano di allentamento, messo in piedi per ridare fiato alla crescita e all’inflazione, è praticamente certo mentre il mantenimento dell’attuale ritmo di acquisti mensili – 80 miliardi al mese – dipenderà dalle indicazioni provenienti dai
dati macroeconomici.

In particolare, potrebbe essere accantonata la key rule che impone all’Eurosistema di acquistare bond in proporzione alla partecipazione di ogni singolo Paese al capitale della Bce. La modifica permetterebbe di ridurre gli acquisti ad esempio di titoli di Stato tedeschi, i cui rendimenti fino a 5 anni sono spesso inferiori alla soglia minima di -0,40% sotto la quale la Bce non può acquistare, favorendo invece un incremento dell’attività sulla carta periferica, come quella italiana. Andrà così? I mercati hanno reagito alla notizia in maniera positiva ma non troppo. La Ue al momento è troppo divisa per lanciare segnali precisi. Ma l’immobilismo può costar caro: se non si interviene sulle aspettative oggi troppo basse delle imprese, ha ammonito il capo economista della Bce Peter Praet, si rischia di provocare una riduzione permanente della capacità produttiva.

I mercati, intanto, appaiono stanchi, così come segnal Meteo Borsa. Deboli i listini asiatici, influenzati dai dati deboli di Apple e dalla frenata del dollaro. Tokyo arretra dello 0,3%, Hong Kong -1,1%. Scendono anche Shanghai e Shenzhen (-0,3%). Il calo dei profitti dell’industria cinese (-7,7% a settembre) pesa sulle materie prime. Debole Nintendo: i maggiori profitti legati al successo dei Pokemon sono stati azzerati dalla crescita dello yen.

Contrastati i mercati Usa: il Dow Jones ha registrato in chiusura un rialzo dello 0,17%. Analoga variazione ma al ribasso per l’S&P, sceso dello 0,17%. Il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,63%. A condizionare la seduta sono state le trimestrali. Pesa sui tecnologici la delusione per i conti di Apple (-2,2%). I profitti della Mela in Cina, ormai il primo mercato, sono scesi nel trimestre del 18%. La spinta positiva all’indice degli industriali arriva da Boeing (+4,7%), ai massimi dell’anno dopo i brillanti conti del trimestre.

PETROLIO SOTTO I 50 DOLLARI, SAIPEM -3%

Il balzo dell’indice PMI di Markit sulle aspettative dei direttori degli acquisti, insieme ai dati di settembre sulle vendite di case, ancora molto forte, hanno ricordato agli investitori che il miglioramento economico avvicina il rialzo dei tassi. Il rendimento del bond decennale di riferimento è salito di tre punti base a 1,80%, livello che non si vedeva da giugno.

Stabili ma sotto i 50 dollari i prezzi del petrolio. A sostenere le quotazioni è stato il calo delle scorte Usa e la crisi politica del Venezuela, ormai ad un passo dalla guerra civile. Ma cresce lo scetticismo sul successo del meeting Opec di fine novembre che dovrebbe fissare un tetto della produzione. Anche Vladimir Putin ha detto che la Russia non intende ridurre le estrazioni.

Il Brent tratta stamane a 49,95 dollari al barile, il Wti a 49,13, entrambi sotto la soglia psicologica di quota 50. Nel listino americano, Chevron ed Exxon Mobil salgono dello 0,4%. Più deboli i titoli energy europei: Eni -1%, Tenaris -2,9%. Total in ribasso dell’1%, Bp -1,4%. Peggio di tutti ha fatto Saipem (-3%) dopo l’annuncio di una perdita per 1,978 miliardi nel terzo trimestre, a causa di svalutazioni di asset. “Al mercato non sono piaciute sia le svalutazioni giunte a sorpresa sia il nuovo obiettivo di debito netto con un conseguente peggioramento di 400 milioni della cassa”, spiega un operatore a Reuters.

LA BOE VIGILA SULLE VENDITE SU MPS. MILANO +0,3%

I future sulle borse europee anticipano un avvio in calo dello 0,4%. Il Financial Times rivela che le autorità di mercato inglesi hanno chiesto alle banche della City l’esatta posizione nei confronti di Deutsche Bank e di alcuni istituti italiani, a partire da Monte Paschi, una precauzione legata alle forti correnti di vendite delle ultime settimane. È la conferma che le banche centrali, a partire dalla Bank of England, si sono già mossi per contrastare un possibile “effetto Lehman”.

Piazza Affari ha archiviato sopra la parità una seduta priva di particolari spunti, Il Ftse Mib ha chiuso la seduta con un +0,29% a 17.280 punti, recuperando tutte le perdite e accelerando al rialzo nel finale. Segno meno a Parigi (-0,18%), Francoforte (-0,5%). In terreno positivo Madrid (+0,24%). Fanalino di coda è stata Londra (-0,9%), appesantita dai titoli minerari: Antofagasta ha perduto il 3,2% dopo avere annunciato una riduzione nella produzione di rame del 2017.

Nutrito il programma delle trimestrali: Volkswagen, Deutsche Bank, Barclays, Bbva, Telefonica, Deutsche Boerse, Basf, Abb, Nokia, Technip, Suez, BT Group, Alcatel. Chiusura in rosso per il mercato obbligazionario, su cui continua a pesare l’incertezza relativa alle decisioni della Bce sul quantitative easing. Il tasso del Btp decennale è salito fino a 1,48%, superando il picco toccato dopo il referendum sulla Brexit: è il massimo dalla fine di aprile.

Prevista per oggi l’offerta di Bot semestrali, a fronte dei 6,6 miliardi in scadenza. Ieri sul mercato grigio, il titolo è stato trattato ad un rendimento di-0,282% da -0,257% di fine settembre. Tale livello, se confermato in asta, rappresenterebbe il nuovo minimo storico.

ANCORA BRIVIDI SU MONTE PASCHI (-8,6%)

Al centro delle attenzioni ancora le oscillazioni da brivido di Monte Paschi che ha chiuso con un ribasso dell’8,6% che si aggiunge al -15% registrato lunedì dopo la presentazione del piano strategico. Gli scambi restano intensi (284 milioni di pezzi) ma sotto la media degli ultimi cinque giorni di 333 milioni.

Anche sul debito subordinato di Mps hanno prevalso le vendite dopo il rialzo scattato a seguito della presentazione del piano di salvataggio della banca che prevede, tra l’altro una potenziale offerta volontaria di scambio tra i titoli subordinati e nuove azioni dell’istituto, nell’ambito del rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi.

Il bond subordinato Mps settembre 2020 cedola 5,6% è stato trattati nel corso della seduta al prezzo di 77,80, con rendimento in risalita in area 13,30%. Ad inizio ottobre il rendimento ha toccato un massimo oltre quota 19%.

Amaro sfogo di Giuseppe Guzzetti , presidente dell’Acri, uno degli artefici di Atlante. “Ci inventiamo strumenti buoni però li abbandoniamo al loro destino. Se ad Atlante non dai soldi, cosa fa Atlante? Atlante ha svolto una funzione fondamentale”, ha detto Guzzetti. Il numero uno dell’Acri punta il dito in particolare su Credit Agricole e Bnp Paribas che “operano in Italia con banche che hanno Npl e non fanno solidarietà per tutto il sistema. Ho partecipato alle riunioni ma purtroppo retrospettivamente avrei fatto meglio a non andare. Ho costretto amici e colleghi a mettere 536 milioni. Chi si è comportato bene è stata Allianz”.

Positivo il settore nel suo complesso, con l’indice relativo in rialzo dello 0,7%. Unicredit è salita dello 0,7%, Intesa +0,5%. Positive Banco Popolare (+3,5%), e Pop. Emilia (+1,6%). Banca Mediolanum è scesa dell’1%: la Bce ha reiterato la richiesta, avanzata due anni fa dalla Banca d’Italia, che la Fininvest riduca la sua quota dall’attuale 30% a meno del 9,9%, perché il proprietario della Fininvest, Silvio Berlusconi, ha perso i requisiti di onorabilità (condannato in via definitiva per frode fiscale). 

FIAT CHRYSLER SUPERSTAR, IN UTILE TESLA

Il mercato ha premiato a pieni voti i buoni conti di Fiat Chrysler (+4,4%). È piaciuta la revisione al rialzo di alcuni target per il 2016. Nel settore automotive da registrare il balzo di Tesla: +5% nel dopoborsa. Il periodo luglio settembre si è chiuso con un utile netto rettificato di 111 milioni di dollari, pari a 71 centesimi di dollaro, nello stesso periodo dell’anno precedente il costruttore di auto elettriche sportive aveva registrato una perdita di 1,35 dollari. Per Tesla, chiudere un trimestre in utile è quasi un evento, solo due volte nella sua storia è capitato.

VACILLA YOOX, VOLANO L’ESPRESSO E AMPLIFON

Forte ribasso per Yoox (-2,27%). Il mercato si aspetta risultati deludenti dalla trimestrale che verrà pubblicata il prossimo 9 Novembre. Telecom Italia +0,19%. Per Equita Sim, che ha confermato sull’azione il rating buy e il prezzo obiettivo a 1,21 euro, l’azione è sottovalutata e presenta un potenziale di rialzo davvero molto interessante.  

Positiva Terna (+1%). A detta di Jefferies (hld, Tp a 4,8 euro) il possibile acquisto del 24% del capitale di Admie sarebbe un’opportunità significativa per il gruppo. I conti hanno spinto L’Espresso (+2,98%) e Amplifon (+6,01%). Acquisti anche su Sogefi (+4,66%) premiata da Banca Akros, che ha alzato sul titolo il prezzo obiettivo a 3,1 da 2,9 euro, confermando la raccomandazione buy.

Balzo del Sole 24 ore (+20%) che continua il recupero degli ultimi giorni dopo un periodo di prolungata debolezza.

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