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Petrolio e bond si infiammano, il Bitcoin crolla

Il barometro dei futures indica una giornata positiva sulla scia delle Borse asiatiche ma c’è attesa per il dato sull’occupazione Usa in arrivo nel pomeriggio – Intanto salgono i T-bond e il Bund tedesco sfiora un interesse positivo

Petrolio e bond si infiammano, il Bitcoin crolla

Tanto rumore per nulla, viene da dire, parafrasando Shakespeare, di fronte all’apparente calma dei mercati Usa dopo la reazione ai segnali sui tassi lanciati dalla Fed. Wall Street, quasi piatta, ha mancato il rimbalzo, a conferma che gli operatori sono meno fiduciosi sulla tenuta dei prezzi, specie dei titoli di crescita. Ma i future segnalano una partenza positiva oggi sia in Europa che oltreoceano, in linea con quanto successo in Asia nella notte. A dettare la tendenza sarà nel pomeriggio il dato sull’occupazione negli Stati Uniti, che sta riducendo i movimenti di mercato un po’ in tutto il mondo. In media, gli economisti si aspettano un incremento netto di 440mila posti di lavoro, escluso l’ambito agricolo, circa il doppio della variazione netta di novembre.

La crisi in Kazakhstan, intanto, infiamma i prezzi del greggio e deprime il Bitcoin: -4%, a quota 41.400 dollari, prezzo minimo degli ultimi tre mesi e mezzo. Dal record di metà novembre, il calo è del 40%. Nel Paese centroasiatico è installata quasi la metà delle miniere di criptovalute.

PECHINO CERCA UNA SOLUZIONE ALLA CRISI DEL MATTONE

In Asia Pacifico il tono è complessivamente positivo, anche per effetto della risalita dei tech della Cina: l’indice Hang Seng Tech è in rialzo dell’1% e Alibaba guadagna il 5%. Rimbalza pure l’immobiliare: Evergrande +2% sull’onda delle voci di aiuti fiscali per le società che si accolleranno parte degli oneri delle società a rischio. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen sale dello 0,7%.

Deboli le Bose di Tokyo e di Seul, le più sensibili all’andamento del Nasdaq (-0,13%). La seduta di ieri a Wall Street si è conclusa con un calo dello 0,1% dell’indice S&P500. Peggio il Dow Jones -0,47%.

IL T-BOND RENDE 25 PUNTI PIÙ CHE A NATALE

Il Treasury Note a dieci anni, stabile nelle ultime ore, tratta a 1,73% di rendimento, circa 25 punti base sopra i livelli di prima di Natale. L’impazienza mostrata dalla Federal Reserve sul tema dei tassi, secondo Goldman Sachs, avrà effetti importanti sui rendimenti delle obbligazioni di breve periodo, ma non cambierà di molto lo scenario sulle scadenze più lunghe.

A fronte di una Fed che stima circa tre incrementi del costo del denaro da 25 punti base l’uno nel corso dell’anno, Goldman Sachs conferma la sua previsione per fine 2022 sul Treasury Note decennale: 2%. Il trentennale, oggi al 2,08%, dovrebbe arrivare a un rendimento del 2,25%.

POKER DI RIALZI PER IL PETROLIO

Il petrolio WTI ha iniziato l’anno con quattro sedute in forte rialzo, e stamattina il movimento prosegue: il greggio del Texas tratta a 80 dollari, sui massimi delle ultime sette settimane. Il balzo delle scorte di benzina negli Stati Uniti e l’aumento della produzione lato Opec+ non hanno frenato il rally per tre motivi: in questi giorni sono crollate le temperature in Nord America, manca la metà del petrolio libico e rischia di ridursi l’apporto del Kazakhstan, paese membro Opec+, che a regime fornisce 1,6 milioni di barili al giorno di petrolio. Nel corso della notte, in via precauzionale, è stata ridotta l’attività estrattiva nel maxi-giacimento di Tangiz.

L’INFLAZIONE RALLENTA, MA LA UE SI ACCODA AI MERCATI USA

L’Europa si accoda, come sempre, agli umori di Wall Street. Anche se i dati macro non sono drammatici. In Germania, la crescita dell’inflazione rallenta: + 5,7% a dicembre, dal +6% di novembre (il consensus era +5,6%). Il dato, peggiore del previsto, è comunque coerente con quanto prevede la Bce. I prezzi al consumo non armonizzati accelerano: +5,3% a dicembre dal 5,2% di novembre, quando i prezzi alla produzione industriale sono aumentati dell’1,8% nell’area dell’euro e del 2% nell’Ue su base mensile. Attesi per oggi i dati sull’aumento dei prezzi in Italia. Il Vecchio Continente non seguirà la Banca centrale Usa sul fronte del denaro, ma le incertezze dell’Eurozona vertono sulle dimensioni e i tempi del rialzo dei tassi da parte della Fed (possibile una svolta a marzo, in anticipo su maggio, finora la data più accreditata) secondo quanto annunciato dai verbali della riunione di dicembre della Banca centrale americana.

SOS ENERGIA, L’ITALIA DI DIVIDE SUL NUCLEARE

Nel pomeriggio si sono poi manifestate nuove tensioni sul fronte dell’energia legate all’esplosione della crisi kazaka. Intanto in Italia la maggioranza litiga sul nucleare dopo le aperture in sede Ue. Il leader 5 Stelle Giuseppe Conte chiede al governo di “far sentire la propria voce in Europa”. Matteo Salvini attacca Draghi: “Dica da che parte sta”.

IL BUND SFIORA UN INTERESSE POSITIVO: -0,03%. SPREAD A 138

Nel mercato obbligazionario, il Btp decennale è attualmente all’1,271% e lo spread Btp/Bund a 138 punti. Il rendimento del Bund decennale si avvicina, passo dopo passo, a valori positivi: ieri -0,031%, il livello più alto da maggio 2019.

PIAZZA AFFARI SCIVOLA SOTTO QUOTA 28 MILA

Finale in profondo rosso per tutti i mercati del Vecchio Continente, anche se in lieve recupero sui minimi. Piazza Affari (-1,8%) scivola sotto quota 28 mila (27.655 punti).

Segno negativo per tutti: Francoforte -1,4%; Parigi -1,72%; Amsterdam -1,85%. Meglio Londra (-0,92%) e Madrid (-0,1%).

VOLA CARREFOUR (+6,3%), SOFFRE IL LUSSO

In forte calo (-2,5%) il comparto tecnologia, a riflesso della brusca caduta del Nasdaq. In controtendenza a Parigi schizza al rialzo Carrefour (+6,29%) dopo il rilancio del gruppo Auchan.

In forte calo anche il lusso: Lvmh -4,8%, Essilor Luxottica -4,7%.

Al contrario, si susseguono gli annunci sull’auto. Il Ceo di Volkswagen Herbert Diess ha annunciato che il 9 marzo 2022 sarà presentato l’iconico microbus della casa automobilistica in versione elettrica.

SocGen ha reso noto che la divisione di noleggio auto Ald rileverà l’azienda LeasePlan per 4,9 miliardi di euro, creando un nuovo leader nel settore.

INTESA E SAIPEM IN EVIDENZA A PIAZZA AFFARI

Soltanto due blue chip si muovono al rialzo nella Borsa italiana. Meglio di tutti fa Intesa Sanpaolo (+0,6%). In Europa il settore bancario è l’unico a chiudere in progresso, sui livelli dell’ottobre 2018.

Sull’onda del rialzo del petrolio sale anche Saipem (+0,5%); in lieve progresso anche Tenaris. Eni -0,8%.

RIMBALZA STM: RICAVI IN CRESCITA

Rimbalza STMicroelectronics (+1,57%), che ha pubblicato alcuni dati preliminari del quarto trimestre 2021 (comunicherà il bilancio definitivo il 27 gennaio). In dettaglio, il gruppo ha annunciato che i ricavi netti non certificati per il quarto trimestre, chiuso il 31 dicembre, sono superiori all’intervallo delle guidance aziendali fornito il 28 ottobre 2021: 3,56 miliardi di dollari (contro una previsione di 3,40).

FRENA UNICREDIT, VOLA CARIGE (+4,3%) CORTEGGIATA DALL’AGRICOLE

Chiudono sotto la parità le altre blue chip, banche comprese. Scende Unicredit (-1,7%), così come Bper (-0,6%) e Bpm (-0,9%). Ancora in controtendenza Carige (+4,6%) dopo l’offerta in arrivo dal Crédit Agricole.

SOFFRE MONCLER, NUOVA CADUTA PER IVECO

Soffre Moncler (-4,1%), preceduta solo da Iveco (-6,82%) quale maglia nera del listino, poco sopra Ferrari (-3,6%) ed Exor (-3,7%). 

Petrolio WTI in rialzo del 2,7%, a 79,8 dollari il barile. Si fa sentire il peso della situazione in Kazakhstan, uno dei grandi esportatori di greggio del pianeta: dai suoi giacimenti viene il 2% della produzione mondiale.

Il presidente della repubblica dello stato asiatico ha mandato l’esercito contro la folla e ha chiesto l’intervento delle forze militari dei paesi confinanti.

Il rialzo arriva all’indomani del dato sulle scorte di petrolio degli Stati Uniti. La US Energy Information Administration ha riferito che le riserve di greggio sono scese di 2,1 milioni di barili, ma c’è stato al contempo un importante aumento delle scorte di benzina.

Il capo delle strategie sulle materie prime di Godman Sachs, James Currie, è andato a Bloomberg TV per far sapere agli spettatori che lui è “estremamente ottimista” sulle possibilità di rialzo delle materie prime. Ci sono buone possibilità, secondo l’esperto, di avere una situazione di mercato del petrolio tirato nei prossimi tre-sei mesi.

In ribasso il prezzo del gas in Europa: -2%, a 94 euro per megawattora. Quest’inverno, in Europa, il gas costerà il 54% in più del 2019, prevede Bank of America Merrill Lynch. I rincari più forti sono previsti in Gran Bretagna e in Italia. Fa un passo indietro l’oro, a 1.794 dollari l’oncia, segno che il mercato, in questo momento, guarda più al rialzo dei tassi che alla minaccia di lungo periodo dell’inflazione.

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