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Petrolio e banche frenano Piazza Affari

Pesa sul Ftse Mib la debolezza del petrolio nel giorno dei Cda di Eni e di altri big del settore. Attesa per Enel su semestrale e accordo con Metroweb – Crolla Saipem dopo la revisione dei target – In attesa degli stress test rialza la testa Mps, in rosso le altre banche – Male Volkswagen dopo i conti, prosegue il calo di Fca.

Petrolio e banche frenano Piazza Affari

Frenano le Borse europee alla vigilia degli stress test. Pesa anche la congiuntura debole del petrolio nel giorno dei Cda di Eni e di altri big del settore. I listini peggiori sono Milano (indice Ftse Mib -1,45%, attorno a quota 16.619) e Madrid, giù dell’1,2%. Meglio Londra (-0,2%), Parigi e Francoforte (-0,10%).

La Fed ha ribadito che i rischi di rallentamento dell’economia americana si sono affievoliti ed è tornata a ipotizzare un possibile rialzo dei tassi entro la fine di quest’anno. Ma il messaggio non ha rafforzato il dollaro: l’euro è salito a 1,111, da 1,105 della chiusura di ieri sera.

La Borsa di Tokio ha chiuso in calo dell’1,1%. Gli investitori restano cauti in attesa della riunione di due giorni di Banca del Giappone, che termina domani. C’è attesa per una possibile decisione di ampliamento della politica di quantitative easing, dopo che ieri il premier Shinzo Abe ha annunciato un pacchetto di stimolo fiscale da 265 miliardi di dollari.

Il Tesoro ha collocato stamane titoli a medio-lungo termine per 8,500 miliardi di euro a rendimenti in calo. Sono stati assegnati Btp a cinque anni per 2 miliardi allo 0,26% in calo di 7 punti base, oltre a 4,5 miliardi del nuovo Btp decennale all’1,24% (-12 punti) e ad altri 2 miliardi di Cct scadenza luglio 2023 allo 0,38% (in calo di 19 punti base dall’asta precedente).

Il petrolio tratta a 43,4 dollari, stabile dopo il forte calo di ieri. Nelle ultime 11 giornate ha perso il 10%. Nella giornata dei conti, Eni perde lo 0,9%. Tenaris -0,5%. Alla Borsa di Amsterdam, Royal Dutch Shell perde il 3,5% dopo avere chiuso il trimestre con un utile che è meno della metà di quanto previsto dagli analisti. Penalizzata anche Enel -0,7% nel giorno della semestrale, forte attesa per l’accordo con Metroweb.

Molto violenta la correzione di Saipem (-9,8%), che ieri sera ha annunciato una revisione delle stime di ricavi e utile dell’intero 2016. Kepler ha però alzato il target price a 0,44 euro dopo un rialzo delle stime 2017.

Malgrado un avvio in forte calo, si è quasi del tutto ripresa Moncler (-0,75%). Dopo i buoni risultati JP Morgan, Goldman Sachs e SocGen hanno alzato i target price, ma gli investitori sono rimasti sorpresi negativamente dalla riorganizzazione della struttura societaria attraverso la quale l’ad Remo Ruffini controlla l’azienda: la quota di controllo viene conferita a una holding partecipata al 24% dalla Temasek, holding della città stato di Singapore, e da Juan Carlos Torres, presidente di Dufry. Tamburi esca dalla finanziaria Ruffini Partecipazioni, la holding dell’ad Remo Ruffini, e avrà una partecipazione diretta del 5,1% in Moncler.

In attesa degli stress test continua la ripresa di Monte Paschi (+2,6%): oggi il piano della Banca senese sarà valutato dalla Vigilanza della Bce. Sembra ormai superato lo scoglio del prezzo a cui verranno cedute le sofferenze al fondo Atlante 2, pari al 32% del valore nominale. Intesa scende dell’1,3%, Unicredit -0,6%. In calo anche Mediobanca (-1,2%), Banca Pop Milano (-1,5%) e Banco Popolare (-1%).

Volkswagen -1,8% dopo la pubblicazione dei conti del secondo trimestre, da cui emerge un calo dell’utile netto del 55,6% rispetto allo scorso anno, a 1,214 miliardi di euro. A pesare, in particolare, l’aumento degli oneri straordinari legati allo scandalo del Dieselgate (2,5 miliardi). “Serviranno ulteriori ed enormi sforzi per contenere gli elevati costi della questione del diesel”, ha avvertito il direttore finanziario, Frank Witter. I ricavi trimestrali sono saliti dell’1,7% a 56,97 miliardi e l’utile operativo adjusted del 19,8% a 4,38 miliardi.

Continua il calo di Fiat Chrysler (-2,17%). Sempre nell’automotive, Brembo guadagna lo 0,4%, portandosi a 51,4 euro. Il gruppo specializzato in sistemi frenanti archivia un altro semestre in forte crescita con ricavi saliti del 10,4% a 1,146 miliardi di euro e un Ebitda in aumento del 29,5% a 226,5 milioni.

Recordati, infine, ha fatto segnare il nuovo massimo storica 29,30 euro (+1,26%). La società ha chiuso il primo semestre 2016 con dati in robusta crescita: ricavi netti consolidati a 587,9 milioni (+9,1%) ed Ebitda a 188,1 milioni.

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