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Pensioni, Visco: “Covid pesa sulla sostenibilità del sistema”

Il Governatore di Bankitalia ha preannunciato un “impatto significativo” del Covid sui sistemi pensionistici, con più alti tassi di pensionamento e minori entrate contribuite – Solo la crescita potrà evitare squilibri a lungo termine, ma serve puntare sui giovani e recuperare i Neet

Pensioni, Visco: “Covid pesa sulla sostenibilità del sistema”

La pandemia di Covid-19 e le misure di contenimento varate dai Governi per cercare di sostenere le categorie produttive colpite dalla crisi e dalle chiusure hanno “esacerbato” i problemi del debito pubblico, “aumentato ovunque in Europa”, e della sostenibilità dei sistemi pensionistici. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo agli “Stati generali delle pensioni” organizzati da Università Bocconi e Deutsche Bank.

Secondo Visco, l’impatto della pandemia sui sistemi pensionistici “sarà, per lo meno nel breve periodo, significativo”, poiché l’aumento della disoccupazione si rifletterà “in più alti tassi di pensionamento e in minori entrate contributive”.

Per questo motivo, l’Italia deve puntare a raggiungere una crescita economica di lungo periodo “sufficiente a garantire standard di vita adeguati sia ai pensionati sia ai lavoratori attivi. Solo in un’economia che cresce, ha sottolineato il Governatore, “si può contemperare il contenimento della spesa in rapporto al PIL con l’erogazione di prestazioni socialmente adeguate”.

Ricordando che il debito era già storicamente alto in molti paesi dell’Eurozona e il sistema pensionistico scontava gli effetti dell’invecchiamento della popolazione, Visco ha affermato che “la priorità è tornare a più alti, equilibrati e durevoli tassi di crescita economica”. 

In riferimento al debito pubblico italiano, ormai proiettato verso il 160% del PIL, Visco ha evidenziato il bisogno di “assicurare nel prossimo decennio una rapida riduzione del debito, innalzato dagli effetti della pandemia e dalle indispensabili risposte di finanza pubblica”.

Nell’analisi pubblicata nell’ultima Relazione annuale della Banca d’Italia, ha ricordato il governatore, “si mostra che con una crescita media dell’attività economica attorno all’1,5 per cento, un’inflazione che si riporti progressivamente poco al di sotto del 2 per cento, un graduale ritorno dell’avanzo primario dalla metà del periodo considerato all’1,5 per cento del prodotto e un differenziale di rendimento decennale tra i titoli pubblici italiani e quelli tedeschi su valori attorno a 100 punti base, il peso del debito potrebbe riportarsi ai livelli pre-Covid nell’arco di un decennio. Si tratta di un sentiero di consolidamento dei conti non dissimile da quello tratteggiato dal governo nella recente Nota di aggiornamento del Def”.

In questo contesto bisognerà porre particolare attenzione al tasso di crescita della produttività che rischia di “risentire permanentemente della pandemia”, ha aggiunto il numero uno di Bankitalia. 

Nella parte finale del suo intervento, il Governatore si è concentrato sui giovani, rimarcando come l’Italia sia attualmente al primo posto per la percentuale – pari al 22% di Neet, cioè di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione. Si tratta “di un drammatico spreco di potenzialità a livello non solo economico, con conseguenze particolarmente gravi sul piano sociale: è urgente rispondere” e “da questo soprattutto dipende il futuro del Paese e, in ultima istanza, il rientro da un debito pubblico molto elevato e la sicurezza del mantenimento degli impegni sul fronte previdenziale”, ha concluso Visco. 

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