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Pensioni, ticket, benzina: gli emendamenti alla Manovra

Le proposte sono circa 200 ma verranno scremate del 90% prima che il testo arrivi in Aula venerdì per l’approvazione definitiva – Fra le novità anche modifiche al patto di stabilità interno e alle norme relative all’asta sulle frequenze.

Pensioni, ticket, benzina: gli emendamenti alla Manovra

Il profilo della manovra si va ulteriormente definendo e modificando in vista dell’approvazione finale che, anhe grazie alla fiducia, dovrebbe ottenere il via libera venerdì. Gli emendamenti alla manovra sono circa 200, ma le proposte verranno scremate e ci si concentrerà su non più di una ventina: Ticket sanitari, accise e asta frequenze sono alcuni dei temi contenuti nel pacchetto di emendamenti del relatore alla manovra, Gilberto Pichetto Fratin.

Tra le novità ci dovrebbero essere delle modifiche al patto di stabilità interno, misura molto contestata perché non consente agli enti virtuosi di utilizzare le risorse disponibili. Sul fronte delle accise si pensa di stabilizzare la tassa di scopo sulla benzina, mentre dovrebbero arrivare delle novità anche sulle norme relative all’asta sulle frequenze. Quanto alle professioni, dovrebbero arrivare delle misure per liberalizzare alcune attività. Inoltre sono in arrivo anche delle modifiche alle misure sulle pensioni, sulle gare per le concessioni e sulle stock option (la cui tassazione dovrebbe venire rimodulata). E poi c’è il capitolo privatizzazioni, la cui realizzazione va accelerata, come ha confermato lo stesso ministro Giulio Tremonti: «Dobbiamo certamente iniziare un processo di privatizzazioni, passata la crisi».

E una conferma viene da Giovanni Legnini, relatore di minoranza secondo cui, come riferito ieri dal ministro dell’Economia nell’incontro in Senato con l’opposizione, si punterebbe alla cessione di quote delle società municipalizzate ad esclusione di quelle che gestiscono l’acqua. Quanto all’opposizione, uno degli emendamenti del Pd mette nel mirino la pensione dei parlamenti che dovrebbero essere conteggiate come da L’Inps per tutti i lavoratori. Altri emendamenti del Pd intervengono sui costi della politica: per esempio la riduzione degli stipendi di senatori, deputati e ministri dal 2012 e non dalla prossima legislatura; un regime di incompatibilità tra una serie di cariche elettive o di nomina, con conseguente impossibilità di cumulare stipendi; stretta anche per gli alti dirigenti pubblici le cui retribuzioni non potranno superare quelle del primo presidente della Corte di Cassazione; rigide regole per le auto blu e i voli di Stato.

Altri risparmi verrebbero dalla costituzione dell’Istituto di previdenza generale (IPG), che accorpa gli attuali Inps, Inpdap, Ipost e Enals. Quanto alle liberalizzazioni, il Pd propone una nuova ”lenzuolata”, a partire dal tema delle banche. La manovra dovrebbere essere licenziata dal Senato domani e nella stessa giornata giungere alla Camera dove, in base a quanto stabilito dai capigruppo di Montecitorio, l’iter partirà nel pomeriggio in commissione ed è prevista la seduta notturna. Nel caso in cui il governo porrà la questione di fiducia sulla manovra, il voto finale della Camera sul provvedimento si terrà venerdà alle 19.

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