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Pd: Martina segretario. Congresso in autunno, Primarie a febbraio

Come da previsioni della vigilia, Maurizio Martina viene nominato segretario quasi all’unanimità – Il nuovo assetto del partito sarà definito prima delle Europee di maggio – Duro intervento di Renzi: “Ci rivedremo al congresso, lo riperderete e il giorno dopo tornerete ad attaccare chi ha vinto” – Duello con Zingaretti.

Pd: Martina segretario. Congresso in autunno, Primarie a febbraio

Maurizio Martina non è più reggente: l’assemblea Pd lo ha nominato segretario quasi all’unanimità (sette contrari e tredici astenuti). I dem si sono però divisi, ancora una volta, sull’intervento di Matteo Renzi (“Non lascio il partito”) e con l’intervento di Zingaretti. Ha retto però l’accordo sulle prossime tappe del cammino da percorrere: congresso in ottobre e Primarie in febbraio, probabilmente il 24, stando alle voci più insistenti. Dunque prima delle elezioni europee previste tra il 23 e il 29 maggio del 2019.

Nel suo intervento Matteo Renzi ha sferzato la platea. “Mi assumerò tutte le responsabilità – ha detto – ma non sono l’unico responsabile”. “Smettiamola di considerare nemici quelli accanto a noi. Ci rivedremo al congresso, riperderete il congresso e il giorno dopo tornerete ad attaccare chi ha vinto“. “Adoro stare sui contenuti e ragionare, per chi è in grado di ragionare mica per tutti…”, ha insistito. E poi ai suoi: “Vi suggerisco di non cadere nelle provocazioni”.

E ancora: “Non si può sempre, comunque e soltanto, attaccare dall’interno. Perché così si aiuta la destra. Basta risse da cortile alle quali il nostro popolo non può più stare. Io darò il mio contributo per la battaglia educativa e culturale contro chi vuol chiuderci nell’odio e nella paura”. “Fate il percorso che volete io, ci sono, ma se il giorno dopo le elezioni si ricomincia daccapo il problema è quando si chiude il congresso, non quando si inizia”, aggiunge. “Non siamo alla terza Repubblica ma non siamo nemmeno alla prima Repubblica in cui la corrente di un partito immagina di indebolire il leader per avere poi qualcosa di più. O ce ne rendiamo conto o perderemo la possibilità di incidere”.

“A me quello che più mi ha colpito dell’intervento di Matteo e un po’ anche mi è dispiaciuto è che alla fine non si predispone mai all’ascolto degli altri, delle ragioni degli altri. Per un leader è un grandissimo limite”, ha replicato Nicola Zingaretti. La minoranza contesta l’ex segretario: “Basta Blair”, dice Andrea Orlando. Ma Martina prefigura una tabella di marcia: prevede “a ottobre un grande appuntamento che si rivolga al Paese attraverso un accordo costruttivo”. Sarà messo al voto al termine dell’assemblea.

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