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Patto di Stabilità, Francia: “Stop anche nel 2021”

In un’intervista a “Le Figaro”, il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, assicura che l’Europa non ripeterà “l’errore del 2008-2009” – Intanto, si discute di una possibile riforma del Patto.

Patto di Stabilità, Francia: “Stop anche nel 2021”

Il Patto di Stabilità deve rimanere sospeso anche nel 2021, per consentire ai Paesi europei di spingere sull’acceleratore della spesa pubblica e contrastare la crisi innescata dal Covid-19. Questa la posizione della Francia, il principale Paese alleato dell’Italia nella trattativa con i rigoristi del Nord Europa su come gestire le conseguenze economiche dell’epidemia di coronavirus.

L’annuncio è arrivato dal ministro dell’Economia del governo di Parigi, Bruno Le Maire: “Auspichiamo che le regole del patto di stabilità, sospese per il 2020, siano sospese anche per il 2021”, ha detto il politico francese in un’intervista al quotidiano Le Figaro.

“La gestione del calendario è vitale – ha aggiunto Le Maire – Niente sarebbe peggio che rilanciare la macchina economica mentre si preme il freno sulla spesa pubblica. Questo errore è stato commesso nel 2009 e non lo commetteremo di nuovo”.

La clausola di sospensione del Patto di Stabilità, e quindi delle prescrizioni sulla disciplina di bilancio degli Stati membri dell’Unione europea, è stata attivata per la prima volta lo scorso 23 marzo. Del resto, quest’anno il limite del rapporto deficit-Pil sotto il 3% non sarà rispettato da nessuno: la Germania si spingerà oltre il 7%, la Francia oltre il 9% e l’Italia addirittura oltre il 10%.

Lunedì scorso, la presidentessa della Bce, Christine Lagarde – che era ministra delle Finanze francese proprio durante la crisi del 2008-2009 –  si è detta favorevole a una riforma dell’accordo: “Penso che il Patto di stabilità e di crescita – ha detto la numero uno della Banca centrale europea – dovrebbe essere rivisto e semplificato prima di tornare a essere applicato, quando saremo usciti da questa crisi”.

Su questo argomento, all’inizio di febbraio la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica che durerà sei mesi: in tutto, si tratta di 9 domande su come riformare e semplificare i termini del Patto di Stabilità. L’Esecutivo comunitario ha annunciato anche che presenterà una proposta in questo senso alla fine del 2020.

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