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Passera: “L’euro può fare a meno della Grecia”

Il ministro dello Sviluppo economico è intervenuto in mattinata su Raiuno, sbilanciandosi sull’ipotesi di un’uscita di Atene dall’euro: “La vicenda è stata gestita malissimo, ma la stabilità della moneta unica non è in discussione” – Sul declassamento delle banche da parte di Moody’s: “Le agenzie di rating stanno esagerando”.

Passera: “L’euro può fare a meno della Grecia”

Alla fine si è sbilanciato anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera: “Che l’euro possa reggere anche senza Atene credo sia un fatto acquisito o quantomeno un’ipotesi molto ragionevole”, ha detto intervistato in mattinata su Raiuno, aggiungendo anche che “la vicenda Grecia è stata gestita malissimo, con responsabilità sicuramente del Paese ellenico, ma l’Europa non ha saputo prenderlo in mano nel modo giusto”.

Non credo sia in discussione la stabilità e la sostenibilità dell’euro – ha proseguito il titolare dello Sviluppo economico -. Certamente tutti i paesi che hanno un alto debito pur avendo un basso deficit come l’Italia hanno un impatto ma avanti tranquilli, barra dritta con quello che stiamo facendo”. Rigore e crescita “sono due fasi che devono stare molto insieme perché non ci può essere crescita se un paese scivola verso la bancarotta. I conti devono essere necessariamente sotto controllo ma è solo un prerequisto”, ha detto ancora Passera. “Tutto il dovere di qualsiasi paese è quello di creare lavoro, di rendere l’economia più capace di crescere“.

Il ministro è poi intervenuto in merito al declassamento da parte di Moody’s di 26 banche italiane, che ha scatenato la protesta dell’Abi (“E’ un attacco all’Italia”) e spinto la Consob a convocare l’agenzia di rating: “Avendo vissuto la crisi dei mercati finanziari del 2008 e del 2009 e ora quest’altra – ha detto Passera -, penso che le agenzie di rating siano state lente e insufficienti a lanciare l’allarme la volta scorsa e hanno contribuito alla crisi e oggi sono eccessive, quasi favorenti la crisi, con queste loro reazioni eccessive di fronte alla recessione”.

“In entrambi i casi sono dunque criticabili – ha concluso il responsabile dell’Economia del governo Monti -, anche se questo non vuol dire che non ci sia una funzione molto importante e che una pluralità non sia utile, ma gli atteggiamenti proattivi che esasperano il ciclo e rendono la crisi più crisi sono sbagliati“.

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