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Partite Iva: il piano del Governo per il lavoro autonomo

Dagli sgravi alla maternità, dai contributi allo smartworking, ecco le nuove misure in favore dei lavoratori autonomi che arriveranno giovedì in Consiglio dei ministri – L’esecutivo prepara anche un piano anti-povertà da 800 milioni nel 2016, somma che sarà ripartita fra Sia e Asdi.

Partite Iva: il piano del Governo per il lavoro autonomo

Uno statuto del lavoro autonomo e un piano anti povertà da 800 milioni di euro nel 2016. Questi i capitoli che saranno affrontati dal Governo con i due disegni di legge collegati alla legge di Stabilità che giovedì arriveranno sul tavolo del Consiglio dei ministri. 

LAVORATORI AUTONOMI

Il primo intervento riordina il sistema delle tutele a sostegno delle partite Iva individuali e degli iscritti alla gestione separata dell’Inps. La manovra stanzia a questo scopo 10 milioni di euro per quest’anno e 50 per il prossimo. Le misure previste sono diverse:

1) agli autonomi sarà concesso di dedurre dall’imponibile le spese di formazione e quelle per le certificazioni professionali, fino a un massimo rispettivamente di 10mila e 5mila euro l’anno. 

2) Per avere diritto all’assegno di maternità non sarà più necessario sospendere l’attività lavorativa.

3) Sarà possibile sospendere il pagamento dei contributi sociali fino a un massimo di due anni (salvo poi recuperare i versamenti mancati con pagamenti rateizzati) in caso di malattia grave.

4) Un’altra novità dovrebbe riguardare lo smartworking, cioè l’attività svolta senza postazione fissa. In questi casi i lavoratori dovranno incassare un trattamento economico non inferiore a quello dei lavoratori dipendenti della stessa azienda – a parità di mansioni svolte – e avranno diritto all’assicurazione sugli infortuni.

5) Altre norme saranno volte a impedire clausole vessatorie (ad esempio, modifiche unilaterali di quanto pattuito) e ritardi nei pagamenti da parte dei committenti.

PIANO CONTRO LA POVERTA’

Quanto al provvedimento delega per combattere la povertà, nella legge di Stabilità i fondi sono così divisi: 

600 milioni di euro per estendere a tutto il territorio nazionale il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva), assegno introdotto in via sperimentale due anni fa in 12 città con oltre 250mila abitanti che integra il reddito delle famiglie con Isee inferiore a 3 mila euro (saranno privilegiate quelle con figli minori). Potrà arrivare fino a 400 euro al mese.

220 milioni per l’Asdi, nuovo assegno di disoccupazione per lavoratori che hanno figli minorenni oppure con più di 55 anni e senza requisiti per la pensione che hanno esaurito la Naspi (la nuova assicurazione generale per l’impiego del Jobs Act, che ha sostituito l’ASPI) e sono in situazione di bisogno.

Secondo l’Istat, gli italiani in condizioni di “povertà assoluta” sono 4,1 milioni. Questo significa che – stante la dotazione di 800 milioni per il 2016, che salirà a un miliardo l’anno prossimo – quest’anno a ciascuno di loro spettano in media 200 euro. 

Sempre per combattere la povertà, nelle prossime settimane sarà firmato un protocollo d’intesa con le fondazioni bancarie e con il Terzo settore per finanziare la lotta all’abbandono scolastico e il miglioramento dell’istruzione nelle situazioni di maggiore difficoltà (ad esempio con dei tutor per gli studenti). Le fondazioni metteranno a disposizione 150 milioni in tre anni e, come incentivo, otterranno dal governo un credito d’imposta grazie al quale potranno recuperare fino a 100 milioni.

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