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Paesi emergenti: frena la Turchia, in Brasile riparte import

STUDIO INTESA SANPAOLO – Nel 2013 la crescita del Pil ha frenato al 4,7%, dal 5,1% nel 2012 – In Turchia la crescita ha accelerato nel 2013 ma è attesa frenare nel 2014 – In Brasile nel 2013 è stata registrata una ripresa dell’import sostenuto dalla domanda interna.

Paesi emergenti: frena la Turchia, in Brasile riparte import

Brilla un po’ meno la stella dei Paesi Emergenti. Secondo le stime preliminari del Centro Studi e Ricerche di Intesa San Paolo nel 2013 la crescita del Pil di un campione rappresentativo di economie emergenti ha frenato al 4,7%, dal 5,1% nel 2012. Il rallentamento è stato più marcato nelle aree maggiormente esposte al ciclo delle materie prime, nello specifico America Latina, gruppo Csi e Medio Oriente.

Questi Paesi hanno risentito anche di condizioni meno favorevoli di finanziamento sui mercati internazionali dei capitali. Inoltre hanno cominciato a farsi sentire vincoli di natura strutturale quali, a seconda dei casi, la carenza di infrastrutture e di manodopera qualificata, l’insufficienza di investimenti e le mancate riforme, inclusi i ritardi nella liberalizzazione in settori strategici (minerario, telecomunicazioni energia). Tali limiti hanno, dunque, determinato restrizioni dal lato dell’offerta e frenato la crescita della produttività.

Nel 2014, però, le economie emergenti dovrebbero beneficiare dell’ulteriore recupero del ciclo previsto negli Stati Uniti, nell’area euro e in altre economie avanzate. L’Asia è attesa confermarsi come la regione più dinamica, anche se in assestamento sui valori del 2013 (Pil +6,5%). Un recupero sostanziale è previsto nei paesi Csi (Pil da +1,2% a +2,4%), del Mena (dal +3,2% al +3,8%) e dell’Europa centro-orientale (Pil da +1,2% a +2%).

In prospettiva, si prevedono nuovi tagli dei tassi nei primi mesi del 2014 nell’ Europa centro-orientale, in America Latina e in Asia. Rialzi dei tassi sono invece attesi nei paesi con le valute sotto pressione a causa di ampi deficit correnti quali il l’India, il Sud Africa, il Brasile e la Turchia.

In Turchia la crescita ha accelerato nel 2013 ma è attesa frenare nel 2014. Le pressioni al ribasso sulla valuta e l’elevata inflazione hanno costretto la Banca centrale Turca ad alzare ripetutamente i tassi di riferimento. A fine gennaio 2014, con la lira oggetto di forti spinte ribassiste, è stata convocata una riunione straordinaria del Comitato di Politica Monetaria, dove è stato deciso un sostanziale rialzo dei tassi: il tasso massimo overnight è stato portato dal 7,75% al 12%, il tasso repo a 7 giorni dal 4,5% al 10%.

Se il deprezzamento non dovesse fermarsi, non sarebbe da escludere un più consistente aumento del costo del denaro. La stessa Banca centrale prevede ora che il tasso obiettivo del 5% sarà raggiunto solo a metà 2015.

In Brasile, invece, nel 2013 è stata registrata una ripresa dell’import, sostenuto dalla domanda interna, mentre la dinamica dell’export ha risentito della caduta di quella estera per minerali e metalli, tra i settori cardine (con agro-alimentare, macchinari e mezzi di trasporto) dell’industria brasiliana. L’interscambio commerciale nel 2013 ha raggiunto i 482 miliardi di dollari (+3% rispetto al 2012).

Le esportazioni (242 miliardi di dollari, -0,2% a/a) hanno superato le importazioni (240 miliardi di dollari, +7,4% a/a). Gli scambi commerciali sono stati effettuati prevalentemente con Paesi asiatici e americani, in particolare con Cina (17%), USA (13%) e Argentina (8%). L’Europa ha fornito e acquistato circa un quarto del totale scambiato. L’Italia si è collocata all’ottavo posto tra i maggiori fornitori con una quota di circa il 3%, mentre è stata al 14esimo posto tra i clienti con meno del 2%.

Il Ministero degli Affari Esteri italiano rileva opportunità commerciali e di investimento nei settori dell’industria petrolifera e nell’energia, nelle utilities, nelle costruzioni, nel turismo, nei macchinari.

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